"Più trivelle per tutti!"
Greenpeace occupa una piattaforma nel Canale di Sicilia: "Vogliono trivellare per un quantitativo di petrolio che coprirebbe il fabbisogno nazionale per appena 8 settimane"
Gli attivisti di Greenpeace di nuovo contro le trivellazioni nel Canale di Sicilia. Dalle prime ore di questa mattina protestano in maniera pacifica presso la piattaforma di estrazione di idrocarburi "Prezioso" di Eni Mediterranea Idrocarburi, nel Canale di Sicilia, al largo della costa di Licata (Agrigento). Con l'appoggio della nave Rainbow Warrior, a bordo di gommoni, una decina di attivisti ha scalato la piattaforma aprendo uno striscione di 120 metri quadri su cui è raffigurato il presidente del Consiglio Matteo Renzi che promette: "Più trivelle per tutti", accompagnato dalla richiesta di Greenpeace: "Stop fossil, go renewable".
Altri attivisti si trovano su una zattera di salvataggio gonfiabile che hanno ancorato alla piattaforma. Sulla zattera si leggono altri messaggi che chiedono di abbandonare le fonti fossili, fermare le trivelle e scegliere le energie rinnovabili.
L'azione di Greenpeace è rivolta contro il decreto "Sblocca Italia", "che promuove - sottolineano - una deregulation selvaggia delle attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi a mare e rischia di tradursi in un vero e proprio Sblocca-trivelle". "Il governo Renzi - attacca Greenpeace - vuole dare il via libera allo sfruttamento delle scarse riserve di petrolio presenti sotto i nostri fondali. Eppure l'Italia dovrebbe essere impegnata, avendo la presidenza di turno del consiglio Ue, a guidare l'Unione verso obiettivi più ambiziosi di difesa del clima, puntando con decisione su fonti rinnovabili ed efficienza energetica e consegnando al passato le fonti fossili".
"Siamo entrati in azione per contrastare una politica fossile e sballata, in controtendenza con ogni ragionevole scenario energetico e opposta a ogni strategia di valorizzazione delle vere risorse dell'italia: il mare, il paesaggio, la biodiversità. Renzi è sulla strada sbagliata, e fin quando la percorrerà troverà sempre la forte opposizione di Greenpeace", afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna energia e clima dell'associazione, il quale sottolinea che non distante dalla piattaforma dove si svolge l'azione, Eni vorrebbe realizzarne una nuova, con pozzi che sarebbero a sole 11-12 miglia nautiche dalla costa. Questo progetto, denominato "Offshore Ibleo", ha già ricevuto una Valutazione d'impatto ambientale positiva.
Contro questo provvedimento, Greenpeace e una larga coalizione di associazioni e 5 amministrazioni locali interessate dal progetto, ha promosso un ricorso presso il Tar del Lazio. Secondo le valutazioni del ministero dello Sviluppo economico ci sarebbero nei fondali marini circa 10 milioni di tonnellate di petrolio di riserve certe. "Stando ai consumi attuali, coprirebbero il fabbisogno nazionale per appena 8 settimane", ironizza Greenpeace.
"La deregulation che il governo nazionale sta promuovendo riguardo l’estrazione di idrocarburi in mare è in contrasto con due direttive europee e rischia di esporre l’Italia a costose procedure d’infrazione", sostiene Gerenpeace. "Non è disponibile alcuna stima di come queste attività impatterebbero negativamente su altri settori, tra cui il turismo e la pesca sostenibile. Soprattutto questa prospettiva economica è insensata da un punto di vista energetico, creerebbe ben poca occupazione, scarsissimo gettito fiscale e sarebbe in aperto conflitto con gli impegni presi dallo stesso presidente del Consiglio per decarbonizzare presto la nostra economia". "Renzi ha detto che non si può rinunciare a estrarre il nostro petrolio, poco e di scarsa qualità, per l’opposizione di tre o quattro comitatini locali. È male informato: non si tratta di piccoli comitati, ma di una rete di migliaia e migliaia di persone, che si va organizzando per proteggere il mare, le coste, il turismo, la pesca sostenibile, la bellezza del Paese", conclude Boraschi.
- Il miraggio del Texas Italiano (Guidasicilia.it, 09/10/14)
- Così Renzi vuole sbloccare l'Italia? (Guidasicilia.it, 09/10/14)