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''Prodi è contro lo sviluppo della Sicilia''. Il presidente Cuffaro sempre più agguerrito contro il governo

07 settembre 2006

''La verità è che a Roma hanno deciso di 'bocciare' tutti i grandi progetti per la Sicilia''. E' un presidente della Regione siciliana sempre più agguerrito quello che commentato la presa di posizione del ministero dell'Ambiente che ha deciso di annullare d'ufficio le autorizzazioni rilasciate dal precedente governo per i quattro termovalorizzatori previsti in Sicilia ''per ragioni di interesse pubblico generale''.
Un governo che, secondo Totò Cuffaro, vuole una Sicilia perennemente indietro. ''No al ponte sullo Stretto di Messina, l'autostrada Ragusa-Catania 'retrocessa' a opera non più prioritaria e, adesso, anche il tentativo di bloccare la realizzazione dei quattro termovalorizzatori - ha tuonato Cuffaro -. Il vero problema del governo Prodi non va ricercato in questa o quell'opera pubblica che non va, ma nel fatto che la Sicilia esiste: e cioè nel fatto che esiste una Sicilia che, in larga maggioranza, non è riconducibile al centrosinistra''.

''I toni minacciosi del ministro (Alfonso Pecorario Scanio, ndr) non ci intimoriscono - ha aggiunto il governatore -. I problemi sollevati dal ministero riguardano le emissioni di gas nell'atmosfera. Per affrontare questo tema lo stesso ministro ha convocato una riunione il prossimo 14 settembre. Vedremo di affrontare la questione in quella sede, sperando che il ministro non ci faccia trovare i mandati di cattura già firmati, visto che ci vorrebbe arrestare tutti''. ''Quanto al blocco di tutto il piano per lo smaltimento dei rifiuti - ha affermato Cuffaro - ricordo che è già stato approvato dall'Unione Europea. Se ne deduce che il ministero non può bloccare alcunché''.
E il presidente siciliano sente puzza di congiura dietro le decisioni del governo riguardanti la Sicilia Per il presidente della Regione: ''Tutta questa storia è molto strana: c'è, in primo luogo, un attacco concentrico del governo nazionale contro i reali interessi della Sicilia; da Roma stanno cercando in ogni modo di bloccare tutto quello che può portare sviluppo all'isola, dal 'NO' al ponte di Messina al tentativo di affossare opere fondamentali per la grande viabilità regionale e adesso arriva questo goffo tentativo di bloccare, a quanto pare soltanto in Sicilia, la realizzazione dei termovalorizzatori''.

''Leggo sui giornali - ha inoltre aggiunto Cuffaro - di un cartello di associazioni e di non so quali partiti, sorto a Palermo, che oggi (ieri, ndr) celebra la giornata mondiale contro gli inceneritori dei rifiuti. E, in effetti, hanno ragione, perché i termovalorizzatori sono presenti in tutto il mondo. La cosa veramente strana è che il 'no' a questi impianti, da parte di questo cartello, arriva per gli impianti che si stanno realizzando in Sicilia. Ricordo che in Italia operano due termovalorizzatori in Piemonte, 12 in Lombardia (dove ne stanno realizzando altri due), un impianto in Trentino, 4 in Veneto, due in Friuli Venezia Giulia, 9 impianti in Emilia Romana, 8 in Toscana, uno in Umbria, nelle Marche, 3 nel Lazio, 2 termovalorizzatori in Puglia, uno in Basilicata, 2 in Sardegna''. ''A questi - ha aggiunto ancora il presidente della Regione - si sommano le riflessioni avviate in questi mesi da amministratori di città che, come abbiamo fatto noi in Sicilia, vogliono abbandonare la logica delle discariche per iniziare a ragionare sui termovalorizzatori. Penso a Napoli, a Genova e Torino. Dunque, in Italia di termovalorizzatori ce ne sono tanti. Tutti in funzione. Ebbene, quando sono stati realizzati questi impianti dov'era questo fantomatico cartello di associazioni e di partiti più o meno politici? Non è assai singolare che questi personaggi si ricordino dei termovalorizzatori proprio quando a realizzarli è la Sicilia?''.

E quello che il presidente Cuffaro ha chiamato fantomatico cartello, ieri era formato da circa 200 persone che hanno manifestato per le strade di Palermo con una identità ben precisa.
Contro la realizzazione in Sicilia dei termovalorizzatori c'erano la Cgil, Legambiente, Wwf, Greenpeace e i Comitati sorti nei comuni dove è prevista la costruzione delle strutture di termovalorizzazione (Paternò in provincia di Catania, Augusta in provincia di Siracusa, Campofranco in provincia di Caltanissetta e Bellolampo a Palermo) per la produzione di energia dai rifiuti.
Secondo gli oppositori al piano dei rifiuti del governo di Totò Cuffaro i termovalorizzatori metterebbero a rischio l'ambiente e la salute dei cittadini per via delle emissioni di sostanze tossiche. ''Per Cuffaro la salute delle persone è uno spot - ha detto il segretario della Camera del Lavoro di Palermo, Maurizio Calà -. I termovalorizzatori sono dannosi per i cittadini e anziché creare nuovi posti di lavoro finiranno per arricchire le lobbies finanziarie e politiche''.
Per Giuseppe Messina, responsabile provinciale di Legambiente, ''è meglio concentrare le risorse pubbliche sulla raccolta differenziata che in Sicilia è tra le più basse d'Italia'', mentre secondo Angelo Palmieri del Wwf Sicilia ''è inutile la polemica del presidente Cuffaro nei confronti del ministero dell'Ambiente che sta predisponendo il blocco degli impianti''.

Le ''fantomatiche'' Associazioni e i ''fantomatici'' sindacati hanno distribuito in piazza volantini con i quali hanno informato i cittadini sulle soluzioni alternative agli inceneritori per il trattamento dei rifiuti.
''Occorre una politica più efficace per la raccolta differenziata che in Sicilia è intorno al 5%, invece del 35% secondo quanto prevede il decreto Ronchi - sostengono gli ambientalisti -. Le risorse andrebbero investite per realizzare impianti di riciclaggio''.
Alcuni militanti di Greenpeace si sono presentati in piazza con una maschera e un vestiti di nero, a simboleggiare la morte ''a causa delle sostanza tossiche che emettono i termovalorizzatori''.
Alla manifestazione hanno partecipato numerosi esponenti dei Verdi e di Rifondazione comunista. ''Con questo sit-in - ha detto il vice coordinatore della Margherita, Franco Piro - si chiede di fermare la realizzazione dei megainceneritori, di realizzare un piano per la raccolta differenziata e di aprire un serio confronto con la società civile e gli enti locali''.

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07 settembre 2006
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