Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

''Progetto mafia e appalti Trapani''

In manette l'ex vicepresidente della Regione siciliana e leader del partito autonomista ''Nuova Sicilia''

04 aprile 2007

Un altro importante nome della politica siciliana è stato arrestato per mafia e corruzione. In manette, stamane a Trapani, è finito l'ex vicepresidente della Regione siciliana Bartolo Pellegrino, 73 anni, leader del movimento autonomista ''Nuova Sicilia''. Pellegino è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. Gli inquirenti ritengono fosse una delle cerniere fra i clan mafiosi e la politica.
La Squadra mobile di Trapani ha arrestato, oltre all'ex assessore regionale, sottoposto agli arresti domiciliari per limiti d'età , anche altre sei persone. I sei indagati sono accusati di associazione mafiosa, estorsione plurima e corruzione.
Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse nei confronti del presunto reggente del mandamento mafioso di Trapani, Francesco Pace, 68 anni; gli imprenditori edili Vincenzo Mannina, 48 anni (a cui sono stati sequestrate quote sociali, impianti industriali di calcestruzzo e beni aziendali per un valore di dieci milioni di euro), Michele Martines, 38 anni e Mario Sucamele, 52 anni, quest'ultimo in passato già indagato per mafia. In carcere anche il direttore tributario dell'Agenzia del Demanio Francesco Nasca, 62 anni, ex responsabile del servizio preposto alla gestione ed alla destinazione dei beni confiscati alle organizzazioni mafiose. La polizia ha accertato che Francesco Nasca avrebbe rallentato le procedure amministrative previste dalla legge nel settore della gestione e della destinazione dei beni confiscati alle organizzazione mafiose affinché i beni ritornassero nella disponibilità dei boss.
Tutti sarebbero coinvolti in un giro d'appalti controllati dalla mafia.

Pellegrino, che fra il 2001 e il 2003 nell'amministrazione Cuffaro ha ricoperto anche la carica di assessore regionale al Territorio e Ambiente, e attualmente impegnato in una serie di accordi politici in vista delle elezioni amministrative di maggio, secondo gli inquirenti avrebbe avuto rapporti con boss mafiosi di Trapani e sarebbe stato a loro disposizione, in particolare avrebbe avuto un rapporto stabile con il capomafia trapanese Francesco Pace, anche lui raggiunto stamani da un provvedimento cautelare. Per i pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Pellegrino sarebbe stato a disposizione per interventi di tipo amministrativo o politico in favore degli interessi della mafia. Il politico, sostengono gli investigatori, avrebbe inoltre concordato con i boss l'individuazione di possibili candidati a elezioni politiche, ma anche l'aggiudicazione di gare d'appalto, come quella per i lavori della funivia Trapani-Erice.

Le intercettazioni ambientali hanno permesso alla polizia di evidenziare i rapporti che intercorrevano tra il leader di ''Nuova Sicilia'' e altri esponenti dei clan trapanesi, tra cui Filippo Coppola, Francesco Bica e Francesco Orlando, quest'ultimo già segretario particolare del politico. Per l'accusa i continui e reiterati rapporti di Pellegrino con esponenti di vertice della cosca mafiosa trapanese, ''hanno permesso loro di assicurarsi il controllo di rilevanti attività imprenditoriali nel settore edilizio ed urbanistico, programmando la realizzazione di speculazione mediante il mutamento della destinazione d'uso da verde agricolo a zona edificabile di ampie aree modificandone gli indici di edificabilità nel contesto del piano regolatore di Trapani''.
Il quadro che ne deriva è quello di un sistematico appoggio di Pellegrino alle attività ed agli interessi della mafia nel settore edilizio. L'ex vicepresidente della Regione, come sottolineano gli inquirenti, avrebbe fatto ''mercimonio delle proprie funzioni di assessore'', per avvantaggiare gli interessi dei mafiosi. L'ex deputato regionale avrebbe accettato, come si legge dal provvedimento cautelare, una somma di denaro da parte di Francesco Pace, Antonino Birrittella (l'imprenditore arrestato per mafia due anni fa e adesso pentito) e dall'imprenditore Vito Agugliaro, la promessa di 500 euro per ciascuno degli appartamenti progettati dalla società Mediterranea Costruzioni (cui Augugliaro era interessato). L'affare riguardava un ampio programma edilizio che si doveva realizzare nel quartiere Villa Rosina a Trapani e che prevedeva la costruzione di 600 appartamenti di edilizia residenziale.

L'indagine della squadra mobile trapanese, denominata ''Progetto mafia e appalti Trapani'' costituisce uno sviluppo di attività investigative che il 24 novembre del 2005 avevano già portato all'arresto di Francesco Pace, e di altre 11 persone. L'inchiesta ha permesso, in particolare, di intercettare all'interno di alcuni siti riservati vari summit intrattenuti da un ristretto gruppo di imprenditori che hanno fornito ''uno spaccato dettagliato - spiegano gli investigatori - del perdurante controllo mafioso sia nel sistema imprenditoriale, sia, quindi, nel sistema amministrativo del capoluogo, attuato essenzialmente attraverso la capillare riscossione del pizzo dagli imprenditori aggiudicatari di gare di appalto pubbliche, nonché nella imposizione dei sub-appalti, delle forniture di materiali e del nolo dei mezzi operativi, mantenendo il contatto mediato con il latitante Matteo Messina Denaro''.

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

04 aprile 2007
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia