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"Quando la nave si è inclinata ho preso e sono sceso"

Tragedia del Giglio: trovato un altro cadavere nel relitto della Concordia. Identificato il corpo di Luisa Virzì, la 49enne di Enna.

25 gennaio 2012

Ieri mattina i sommozzatori impegnati da giorni con il relitto della Costa Concordia, hanno trovato il corpo senza vita di una donna sul ponte 3, reso accessibile dai varchi aperti dai palombari con microcariche di esplosivo.
"Dei corpi recuperati, nove sono stati identificati e sei sono ancora da identificare", ha precisato il commissario all'emergenza Franco Gabrielli, durante la conferenza stampa all'Isola del Giglio, spiegando che sui cadaveri non ancora identificati "è in atto da parte del pool di polizia scientifica un esame autoptico".
Tra i cadaveri identificati quello di Luisa Virzì, 49 anni originaria di Enna, il cui cadavere è stato recuperato nella zona sommersa della nave nei giorni scorsi. La donna era a bordo della Costa Concordia assieme all'amica Maria Grazia Trecarico, che risulta ancora dispersa. Con loro viaggiavano anche la figlia di quest'ultima, Stefania, e il suo fidanzato Andrea Ragusa, che invece si sono salvati. La conferma che il cadavere recuperato nei giorni scorsi era proprio quello della donna siciliana è venuta dall'esame del Dna. Il riconoscimento da parte del marito, che è partito ieri da Enna dopo essere stato avvisato, sarà solo una pura formalità.
Luisa Virzì, 49 anni, sposata con Fausto Severino, autista dell'Etna Trasporti, madre di tre figli e già nonna di una nipotina, lavorava all'ufficio solidarietà sociale del Comune di Enna. La donna era a bordo della Concordia con l'amica Maria Grazia, originaria dell'ennese ma residente a Priolo Gargallo (Sr), che avrebbe compiuto 50 anni proprio all'indomani della tragedia. Anche lei figura tra i dispersi, dopo che inizialmente, insieme con l'amica, era stata inserita per sbaglio nell'elenco dei sopravvissuti.

All'Isola del Giglio, per trovare eventuali corpi in mare aperto, è arrivata la nave 'Galatea' della Marina Militare dotata di uno speciale scandaglio. Intanto, come spiegato in questi giorni dal commissario in accordo con il procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio, si prosegue con le operazioni di recupero del carburante, anche se, come ha spiegato Gabrielli, "per il trasferimento bisognerà attendere almeno sabato". Ieri mattina sono iniziate le operazioni preliminari, con i tecnici della Smit Salvage che a bordo della chiatta 'Meloria' hanno ispezionato ed effettuato i primi rilievi sulle cisterne, dove sono contenute circa 2.400 tonnellate di combustibile. L'operazione di svuotamento è piuttosto complessa, prevede varie fasi e andrà avanti a ritmo continuo, senza interruzioni, fino al termine previsto tra circa un mese. Prima di tutto dovranno essere fatti dei fori nelle cisterne, per riscaldare il carburante ormai quasi solido con getti di vapore; quindi il combustibile va aspirato con dei tubi e riversato sulle navi cisterna che lo trasferiranno altrove. Al contempo, viene spiegato, un'altra pompa dovrà inserire acqua di mare, altrimenti il relitto svuotato da 2.400 tonnellate di combustibile diventerebbe troppo leggero e rischierebbe di andare alla deriva. Il pompaggio vero e proprio dovrebbe iniziare tra un paio di giorni. Per evitare eventuali fuoriuscite di carburante sono state posizionate intorno all'area panne assorbenti anti inquinamento. Fortunatamente, secondo quanto rilevano gli esperti che stanno monitorando minuto per minuto lo scafo, la nave si sta ancorando sempre di più, in modo naturale, al fondale roccioso su cui si è arenata, permettendo così ai soccorritori e agli uomini impegnati nelle operazioni di lavorare con discreti margini di sicurezza. Inoltre, secondo quanto viene spiegato, la nave è posizionata in modo tale che sono molto ridotte le possibilità che possa spezzarsi.

"Quando la nave si è inclinata ho preso e sono sceso" - È loquace Francesco Schettino all'indomani del naufragio della Costa Concordia. Il capitano della nave naufragata davanti all'isola del Giglio viene intercettato dagli inquirenti mentre si trova in procura, ed è al telefono con un amico racconta: "Per dar retta al manager, passa da lì, passa da lì... Qualcun altro al posto mio non sarebbe stato così benevolo a passare lì sotto, perchè mi hanno rotto il c..., passa di là, passa di là. La secca c'era, ma non era segnalata dagli strumenti che avevo e ci sono passato".
Il comandante spiega all'interlocutore che probabilmente riceverà un fermo, intanto ammette: "Quando ho capito che la nave si stava inclinando ho preso e sono sceso". Più precisamente, aggiunge di essere tornato indietro a prendere la radio, di aver controllato che la nave si assestasse in mezzo agli scogli. Schettino, comunque, si sente con la coscienza a posto: "Ho fatto tra virgolette non so se definirla un'imprudenza, ma comunque nei limiti della mia consapevolezza. Lo squarcio è stato immenso - racconta -, ci stava uno spuntone di roccia, poi tutto quello che è successo da quel momento l'ho fatto nel massimo della mia professionalità e questo potrebbe alleviare o quantomeno dare l'illusione di stare in pace con la coscienza". Ora, però, "mi trovo con la testa sotto e con le gambe all'aria senza sapere nulla".
Infatti, prosegue Schettino, "quello che a me mi fa onore che abbiamo salvato tutti quanti, tranne questi qua (riferito alle vittime, ndr) che se non l'avessi fatto... Sono stato in giro a prendere la gente a mare e sono sereno così come un... (parola incomprensibile, ndr.) Mi sono fidato della carta nautica e di Palombi (forse Mario Palombo, storico comandante della Costa Crociere, ndr) che mi ha chiamato".
Schettino, tornando alle intercettazioni, appare comprensibilmente agitato, e spiega di non voler più mettersi dietro a un timone: "Non ci voglio andare più sulla nave, perché so io che non voglio più, cambio vita, perché non la vedo tanto bene".
Raccontando la dinamica dell'incidente, in un'altra intercettazione avvenuta mentre era in procura Schettino prosegue: "Eravamo passati a 0,28 (0,28 miglia: circa 520 metri, ndr) e lo scoglio l'abbiamo preso lateralmente. Tutti i venerdì passavamo a cena, adesso perché hanno rotto il c..., salutiamo a Palombo, salutiamo o vento, ed ecco qua adesso, ho pagato tutto quello che si sa".
"Quello che abbiamo preso non era uno scoglio elevato, che si vedeva ad occhio nudo. È qualcosa di sommerso che non si vedeva, non c'era niente sotto non si vedeva niente". Lo dice il primo ufficiale di plancia della Concordia, Ambrosio, in una delle intercettazioni ambientali con a Schettino, nella caserma dei carabinieri di Orbetello. "È quello che dico io", risponde il comandante Schettino. "Per andare bene così... ma non ci stava 'sto scoglio". Ancora Ambrosio: "Non c'era nulla da scansare in quel caso se no si vedeva lo scoglio... è la poppa che ha preso qualcosa di sommerso" e "non c'è niente segnato lì su quel coso, ma è la realtà".
Sul fronte delle indagini, è stata fissata per il prossimo 10 febbraio l'udienza al Tribunale del Riesame per discutere e decidere sul ricorso presentato dalla Procura di Grosseto contro l'ordinanza del gip che ha scarcerato il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, disponendo invece la misura della detenzione domiciliare (LEGGI).

Gli avvocati Francesco Compagna e Pietro Ilardi, legali di un gruppo di naufraghi, chiedono che le responsabilità della tragedia non vengano affibbiate al solo capitano: "A fronte di un disastro di questo genere non crediamo che tutto si possa ridurre a un minuto di follia del comandante. Stiamo svolgendo indagini difensive sugli eventuali responsabili dei vertici della Costa e delle Capitanerie di porto per la tolleranza di questa dissennata prassi degli inchini vicini alla costa. Sono da chiarire i criteri con i quali è stata gestita la vita di 4mila persone. Bisogna accertare perchè una nave come la Concordia è stata affidata ad un soggetto chiaramente inidoneo".

Mentre succedeva la tragedia del Giglio ... - Il giorno stesso della tragedia del Giglio, venerdì 13 gennaio, solo poco prima dell'incidente della Costa Concordia, a Bruxelles si era tenuto un incontro di esperti sulla questione della sicurezza delle navi passeggeri. Lo ha rivelato il commissario europeo ai Trasporti Siim Kallas, durante un'audizione all'Europarlamento dedicata alla tragedia del Giglio. "Abbiamo avuto una riunione di lavoro per discutere delle proposte necessarie per la sicurezza dei passeggeri sulle navi e il nostro principale esperto ha detto: 'Dobbiamo fare qualcosa prima che succeda qualcosa'", ha raccontato il commissario Ue. Poche ore dopo, il naufragio della nave da crociera della Costa al Giglio. Kallas ha sottolineato infatti che sul fronte sicurezza Bruxelles è già da tempo "molto attiva nel voler introdurre delle norme più severe e complete. La sicurezza viene prima di tutto, le navi passeggeri devono essere sicure e il tutto deve essere disciplinato da una serie di regolamentazioni comunitarie con chiari standard", si è difeso il commissario, ricordando di "non aver aspettato l'incidente della Costa Concordia per avviare la revisione delle norme". Il commissario Ue ha quindi sottolineato la necessità di una riflessione sulla dimensione delle navi da crociera. "Se le navi sono costruite seguendo le regole di progettazione stabilite dalla Convenzione Solas, adottata dopo il naufragio del Titanic, non possiamo dire che la questione delle dimensioni delle navi sia legata alla sicurezza", ha affermato Kallas, aggiungendo che "però si tratta di una questione che va sicuramente analizzata, su questo non ci piove". Perché, ha continuato, "se pensiamo al buon senso, se ci chiediamo se c'è un problema, come facciamo ad evacuare tutte queste persone", allora la questione delle dimensioni delle navi va "valutata". Per quanto riguarda invece le indagini in corso sul disastro della Costa Concordia, Kallas ha affermato che "sono condotte in modo molto professionale da parte delle autorità italiane". Quanto alle responsabilità del comandante Francesco Schettino "è ovvio che il comandante deve abbandonare per ultimo la nave. Questa è sempre stata la norma da seguire, e anche su questo l'indagine in corso ci dirà di più", ha aggiunto il commissario. Di conseguenza "dobbiamo attendere i risultati dell'inchiesta per vedere se le norme sono state rispettate o meno e se queste necessitano quindi di essere cambiate o no".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Corriere.it]

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25 gennaio 2012
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