"Quanta disperazione ho visto sui volti dei migranti"
La protesta del deputato del Pd Khalid Chaouki: "A Lampedusa vengono lesi i diritti fondamentali della persona"
Il centro di prima accoglienza di Lampedusa ha un nuovo amministratore unico. Dopo la bufera scatenata dal video schock del Tg2 (che riprendeva un trattamento anti-scabbia sui migranti, fatto con un compressore in un cortile del centro), il ministero dell'Interno aveva rescisso il contratto con la società. Adesso, la società "Lampedusa Accoglienza", che ha gestito il Cpa dell'isola delle Pelagie, ha il suo massimo referente nell'avvocato Roberto Di Maria.
Di Maria è docente di diritto costituzionale all'Università di Palermo. La sua nomina è stata annunciata in conferenza stampa dai rappresentanti di Legacoop sicilia e LegacoopSociali Sicilia.
Nel centro, nel frattempo, continua la protesta del deputato del Pd Khalid Chaouki, che dalle 10 di ieri mattina si è barricato nel centro di Lampedusa. "Non è più rinviabile il trasferimento degli oltre 200 ospiti dal Centro di prima accoglienza di Lampedusa a strutture più adeguate, e spero che che dal governo arrivino segnali concreti. Io non mi muoverò da qui fino a quando il Cpa non torna al ruolo che gli è assegnato dai trattati internazionali: un centro di transito, dove la permanenza non può superare le 96 ore". "Stanotte - dice - ho dormito molto poco: una donna ha avuto un attacco di panico ed è stata soccorsa da un medico. Qui vivono persone che hanno subito gravi traumi e ricordo che ci sono ancora 7 migranti sopravvissuti al naufragio dello scorso 3 ottobre". "Durante la notte - aggiunge il parlamentare - i miei compagni di stanza mi hanno raccontato le loro drammatiche esperienze per giungere in Italia. Ho provato a rassicurarli, dicendo loro che l'Italia li sostiene e questo Paese troverà una soluzione. Uno dei sopravvissuti al naufragio - dice Chaouki - soffre di una grave depressione ed è assistito da una psicologa. Si teme che possa tentare il suicidio e le condizioni in cui vive qui non sono certo d'aiuto. Bisogna fare presto".
Khalid Chaouki, deputato del Pd, di origini marocchine, 30 anni e due figli, si è barricato dentro il centro e non ha alcuna intenzione di uscire: "Dopo le tragedie che tutto il mondo ha visto, dopo il lutto e il cordoglio, siamo ancora alle promesse - dice -. Ma stavolta non mi muoverò da qui finché non sarà trovata una soluzione e i migranti saranno trasferiti; finché l'Italia non deciderà di adeguarsi ai trattati internazionali e ripristinare la legalità". Nel centro di Lampedusa, prosegue il deputato del Pd, "non si può restare per più di 96 ore: invece, da anni, gli ospiti vi soggiornano per mesi, in un luogo dove piove dai tetti, come è accaduto stamattina, dove i pavimenti sono allagati, i bagni non funzionano, non esiste uno spazio per la mensa".
A capo dell'intergruppo parlamentare sulle migrazioni, Chaouki vuole andare fino in fondo. "Trovo inammissibile - osserva - che Khalid, il siriano autore delle riprese trasmesse dal Tg2, sia ancora qui. È uno dei sei in sciopero della fame e della sete".
Sostegno al parlamentare del Pd arriva da Livia Turco, che con Napolitano firmò la legge sull'immigrazione. "Bravo Kalid - dice Turco - il suo è un gesto di grande generosità, lontano dalle ignobili passerelle su Lampedusa. Alfano abbia il coraggio di fare di Lampedusa un reale centro di accoglienza e cancelli l'ignobile realtà dei Cie, frutto della politica immigratoria del centrodestra".
"Quanta disperazione ho visto sui volti dei migranti, c'è una grande tensione, ogni pretesto è buono per andare in escandescenze - prosegue ancora Chaouki - E' una situazione davvero assurda a cui va posto rimedio". "Ho deciso di compiere questo gesto forte di protesta - ha detto ancora -, rinchiudermi insieme ai profughi dentro il Centro di accoglienza qui a Lampedusa e rifiutarmi di abbandonare i profughi siriani ed eritrei nella loro solitudine e inascoltata protesta perché qui a Lampedusa vengono tuttora lesi i diritti fondamentali della persona, così come non vengono rispettate le leggi del nostro Paese e le direttive in materia di protezione dei rifugiati. Non abbandonerò questo Centro finché non verranno rilasciati, come previsto dalla legge, tutti profughi e destinati nei centri idonei per la loro accoglienza".
Solidarietà è giunta a Khalid anche dal deputato del Pd Davide Faraone, responsabile Welfare della segreteria di Matteo Renzi. Il neo segretario del Pd è stato in visita a Lampedusa sabato scorso. Una visita durata poco meno di quattro ore.
"Sono qui come semplice cittadino": così Matteo Renzi ha dribblato le domande dei giornalisti, sottolineando il carattere "privato" della sua visita sull'isola. Il segretario nazionale del Pd ha avuto un lungo confronto con gli abitanti di Lampedusa che gli hanno esposto i numerosi problemi legati non solo all'emergenza immigrazione ma anche alla sua perifericità geografica e alle difficoltà di collegamento.
"Sono venuto a Lampedusa quest'oggi per reiterare l'invito a Giusi Nicolini a fare parte della mia squadra di dirigenti del Pd": sono state queste le prime parole che Renzi ha detto durante l'incontro con la popolazione isolana. "Giusi mi ha già detto no una prima volta ma credo sia importante che cambi idea. Il mio percorso - ha aggiunto - inizierà da Lampedusa e voglio il vostro sindaco nella mia squadra. Quello che esprimono Giusi Nicolini e la popolazione delle Pelagie quando si tratta di valori umani legati alla fratellanza e alla accoglienza non è facile trovarlo in nessun altro luogo d'Italia".
"Accettare un posto nella squadra di Renzi significherebbe dovere abbandonare il comune di Lampedusa e io non posso lasciare i miei concittadini. Intendo però dare una mano al segretario sulle questioni che riguardano il fenomeno dell'immigrazione e, se sarà necessario, anche su altri temi. Su questo eventuale incarico da 'esterna', sul quale stiamo studiando, ho già dato il mio benestare", ha detto il sindaco Nicolini. "Quello che è certo - ha concluso Nicolini - è che è arrivato il momento di cambiare rotta per fare in modo che gli scempi che sono stati fatti nel tempo con soluzioni precarie non si ripetano più. Lampedusa per chi non lo avesse ancora capito è l'inizio dell'Italia e non la fine come sembrava fosse per molti".