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"Qui non vedo né carnevalate né pagliacciate"

Il presidente della Camera, Laura Boldrini, ha aperto il Palermo Pride: "Il rispetto dei diritti è un tema cruciale, nessuno ridicolizzi questo incontro"

15 giugno 2013

La prima ad arrivare al Gay Village allestito ai Cantieri culturali della Zisa di Palermo, accolta dal sindaco Leoluca Orlando, è stata il ministro delle Pari opportunità Josefa Idem. "Palermo è la location ideale per ospitare la festa dei diritti: quanta civiltà in questa città" ha detto il ministro arrivata ieri nel capoluogo siciliano per inaugurare, insieme alla presidente della Camera, Laura Boldrini, l’inizio del Palermo Pride che culminerà sabato 22 con la sfilata dei carri per le vie del centro.

Quando il cinema De Seta era ormai pieno è arrivata anche la presidente Boldrini, accolta da un lunghissimo applauso. "Qui si parla di diritti negati e troppo spesso violati", ha detto intervenendo al convegno "I diritti Lgbt sono diritti umani". "Noi qui oggi parliamo di diritti. Nessuno ha il diritto di ridicolizzare questo nostro incontro. Qui non vedo né carnevalate né pagliacciate, ma persone che si confrontano sui diritti, che sono un tema cruciale". "Questa manifestazione si svolge in una città da millenni crocevia di popoli e culture, dove da sempre chi vi arriva trova accoglienza e inclusione e quindi arricchimento culturale".
Secondo la Boldrini "l'omofobo, il maschilista e il razzista sono figli della stessa sottocultura alimentata dal pregiudizio. La strada da seguire è quella di una società aperta; e l'obiettivo può essere raggiunto solo abbattendo il recinto della discriminazione. Possiamo farlo considerando nostro primo dovere istituzionale quello di non lasciare sola nessuna donna e nessun uomo, nessuna persona omosessuale, lesbica, transessuale. Perché chi è solo perde il senso della comunità e, con esso, il senso della cittadinanza e dei doveri e dei diritti che intorno a essa si costruiscono".
"Per questo - ha concluso il presidente della Camera - ogni singolo atto di discriminazione e ogni singola solitudine non sono semplicemente un'offesa per la persona che ne è vittima ma sopratutto sono il segno insopportabile di una sconfitta delle stesse istituzioni e di tutta la società. Sostenere i diritti degli omosessuali non può e non deve essere in alcun modo contrapposto al sostengo verso la famiglia, la cui centralità non è assolutamente in discussione".

Intenso anche l'intervento del ministro Idem che dal palco del Palermo Pride ha assicurato il suo impegno per promuovere un disegno di legge sulle unioni civili. "Il Pride è l'occasione per dare visibilità ai diritti della comunità Lgbt e Palermo è il posto giusto: quanta civiltà che ho visto in questa città. A cominciare dal Consiglio comunale che ha approvato il registro delle unioni civili. Sono qui per portare un segnale concreto di attenzione del governo, per parlare di diritti delle persone e di pari opportunità. In molti mi dicono ti occupi dei gay mentre il paese ha tutti questi problemi? E io rispondo loro che me ne occupo a maggior ragione perché la crescita economica è minacciata dove non ci sono diritti". In Italia, secondo il ministro, c’è molto da fare: "Dobbiamo intanto affrontare il problema dell‘omofobia - ha detto - ma propongo anche l'estensione della legge Mancino-Reale a quei reati legati all'orientamento sessuale. Mi auguro che in Parlamento ci sia su questo fronte il più ampio appoggio possibile". Poi l'annuncio del suo impegno per un ddl sulle unioni civili: "I diritti non possono avere colore politico e per questo mi impegnerò per la presentazione di un disegno legge per le unioni civili che tanti cittadini continuano a chiedere giustamente".

Sul palco pure il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che ha ricordato che il Consiglio comunale ha appena istituito il registro per le unioni civili: "Importante che il governo sia qui in assoluta e straordinaria normalità. Palermo vive il Pride ogni giorno ed è per questo che si candida a diventare capitale della cultura nel 2019. Spero che il Village in questi giorni diventi la cittadina della tolleranza. E spero che il governo faccia una legge per tutelare le scelte già fatte da 180 comuni sui registri delle unioni civili".

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15 giugno 2013
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