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"Recuperare i barconi dei migranti con una cantieristica ad hoc"

Il ministro dell'Ambiente italiano al Comitato Schengen suggerisce una strada green che possa anche creare lavoro in Sicilia

15 giugno 2015

Evitare che i barconi utilizzati dagli immigrati possano rappresentare un rischio per navigazione o ecosistema marino; per questo dovrebbero essere trainati verso terra per smaltirli in modo corretto, dando vita a una filiera del recupero con l’avvio di una cantieristica ad hoc che dia anche "ristoro" alla Sicilia.
Così il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti al Comitato Schengen.

"L’unica strada percorribile - ha osservato il ministro dell’Ambiente, nei giorni scorsi in audizione al Comitato Schengen sui flussi migratori - per evitare che i battelli abbandonati a se stessi, dopo aver tratto in salvo i migranti in acque non territoriali, possano rappresentare un rischio per la navigazione o per l’ecosistema marino in caso di affondamento, o venire al limite riutilizzati dagli scafisti, è quello di trainarli presso la costa con appositi rimorchiatori dedicati per poi assoggettarli, una volta definitone lo status proprietario, alla luce degli usi e delle consuetudini internazionali, alle operazioni di recupero e smaltimento". A questo proposito, "non sarebbe scorretto parlare di dare vita a una filiera produttiva che possa garantire uno smaltimento corretto e non inquinante dei barconi stessi sulle coste siciliane con l’avvio di una esperienza cantieristica che una volta superata la fase emergenziale potrebbe proseguire creando lavoro, professionalità e sviluppo in una terra segnata dalla crisi e dalla disoccupazione".

"Appare evidente - ha rilevato Galletti - che tale operazione andrebbe ricompresa nell’ambito delle iniziative complessivamente varate per l’emergenza profughi, e quindi svolta con il contributo economico dell’intervento internazionale essendo parte integrante del fenomeno che si intende fronteggiare". Con la soluzione che "ho prospettato si potrebbe così da un lato operare un corretto "fine vita" di queste imbarcazioni, peraltro provvedendo al recupero dei materiali riciclabili e riusabili, e dall’altro, nell’immediato e finché duri l’emergenza, innescare un sorta di "ristoro" economico per la Sicilia che in questi anni ha mostrato straordinaria capacità di accoglienza dando una prova di grande umanità e civiltà che dovrebbe essere d’esempio in Europa". [Corriere del Mezzogiorno]

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15 giugno 2015
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