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"Rilevanti" intercettazioni

Il Gip di Palermo, Piergiorgio Morosini, ha chiesto l'autorizzazione alla Camera per l'uso delle intercettazioni al ministro Saverio Romano

15 ottobre 2011

Le conversazioni tra il ministro delle Politiche agricole, Saverio Romano e il tributarista palermitano Gianni Lapis, sono "rilevanti" e saranno trasmesse alla Camera che dovrà pronunciarsi sulla loro utilizzabilità. Lo ha stabilito il gip di Palermo, Piergiorgio Morosini.
Lo scorso 29 settembre la Camera ha detto no alla mozione di sfiducia individuale al ministro presentata dalle opposizioni (LEGGI).
L'inchiesta vede Romano accusato di corruzione aggravata dall'aver agevolato Cosa nostra nella vicenda delle presunte tangenti legate all'azienda Gas dell'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino (gioiello di famiglia dei Ciancimino, che all'inizio degli anni Duemila si aggiudicò una fetta consistente della metanizzazione in Sicilia). Secondo l'accusa Romano avrebbe intascato delle somme di denaro nell'ambito dell'affare sulla vendita della società 'Gas', di cui era socio Massimo Ciancimino, ad una società spagnola.


Il Gip di Palermo Piergiorgio Morosini

Le conversazioni intercettate risalgono al periodo 2003-2004. Nell'inchiesta è coinvolto anche il senatore del Pdl Carlo Vizzini, ma nel corso dell'udienza della settimana scorsa il gip Morosini ha accolto la richiesta del legale del senatore, Francesco Crescimanno, che aveva chiesto la separazione della posizione del suo assistito rispetto a quella di Romano (LEGGI). Sia il ministro sia il parlamentare del Pdl hanno sempre negato gli addebiti.
La difesa di Vizzini ha sempre ribadito che i soldi di cui si parla nell'intercettazione tra il politico e il tributarista Gianni Lapis, sarebbero serviti per "un investimento finanziario di Vizzini". Per quanto riguarda Romano, invece, Lapis ha sostenuto che il denaro, 50mila euro, era un finanziamento al partito, l'Udc in cui militava allora Romano, ma il ministro ha sempre negato i fatti.

Le intercettazioni di cui il gip chiede l'autorizzazione per l'utilizzo sono numerose: una quarantina riguardano Romano, 25 Vizzini. Il contenuto dei dialoghi resta ancora coperto dal segreto istruttorio. Per quanto risulta a Repubblica.it, in quelle telefonate, Romano e Lapis si danno appuntamenti, a Palermo e a Roma. A volte anche tramite l'ex governatore Totò Cuffaro e l'ex deputato regionale Salvatore Cintola morto l'anno scorso.
Nel dicembre 2003, Lapis avrebbe chiesto a Romano di modificare un emendamento alla finanziaria, inserendo anche le società che si occupano di metanizzazione. Qualche giorno dopo, l'avvocato chiese l'aiuto di Romano per fissare un incontro al ministero delle Attività produttive.
Le telefonate fra Romano e Lapis - Gli scambi di favore e le consegne di denaro tra i protagonisti dell’inchiesta in cui è coinvolto il ministro Saverio Romano sono ricostruiti dal gip Piergiorgio Morosini attraverso le intercettazioni trasmesse alla Camera. Da quella del 3 dicembre 2003 prende il via uno degli episodi contestati al leader dei Responsabili. Romano viene cercato dal tributarista Gianni Lapis.
Lapis: State ritirando tutti quanti gli emendamenti dalla finanziaria?
Romano: No, solo quelli del governo.
Lapis: Sembra (che un emendamento) sia stato presentato per conto delle municipalizzate per il metano… Non dovrebbe interessare il settore privato… Dovreste integrarlo… Va specificato meglio questo emendamento.
Romano: Fai una cosa, mandami un fax. Al numero di Roma 06….
Per il gip si tratta di una conversazione di grande rilevanza: dimostrerebbe la disponibilità di Romano e del gruppo siciliano dell'Udc a favorire gli interessi della "Gas". In quei giorni va in porto la vendita della società a un gruppo spagnolo.

Il 18 gennaio 2004 - secondo la Procura, il giorno del pagamento della prima trance della tangente - le conversazioni si fanno frenetiche. Dalle intercettazioni emerge la presenza di Cuffaro e Cintola nello studio palermitano di Lapis. Due giorni dopo, Cintola dice a Lapis: "Sono innamorato pazzo di te".
Il 10 febbraio, Lapis chiama Romano e gli chiede un incontro a Roma. Il 28, Lapis convoca Cintola nel suo studio e precisa: "Fai venire Saverio". A marzo, i carabinieri registrano la presenza di Romano nello studio di Lapis.
Quel 18 gennaio fu davvero una giornata particolare. Dopo l'incontro con Cuffaro, Lapis chiama Vizzini e gli annuncia che sta arrivando a casa sua. Per fare cosa? Da qualche mese, Vizzini ripeteva a Lapis di essere "nei guai", per problemi economici. Dopo gennaio, Vizzini è sereno. E al telefono Lapis gli chiede di aiutarlo per un affare in Giappone. Secondo le dichiarazioni di Ciancimino, Vizzini avrebbe intascato in totale un milione di euro.

A fine luglio, erano stati i pm Nino Di Matteo, Paolo Guido e Sergio Demontis a chiedere al gip l'invio delle intercettazioni al Parlamento.
L'inchiesta è nata tre anni fa, con le dichiarazioni di Massimo Ciancimino, e di recente ha avuto una svolta inaspettata con alcune rivelazioni offerte dallo stesso Lapis: il tributarista ha infatti confermato di aver consegnato nel 2004 50.000 euro a Saverio Romano e 50.000 all'ex governatore della Sicilia Totò Cuffaro.
Lapis è stato condannato dalla suprema corte per tentata estorsione e violenza privata a 2 anni 8 mesi. Prescritta invece l'accusa di fittizia intestazione di beni. A Lapis e agli altri imputati, fra i quali c’è anche Massimo Ciancimino (condannato a 2 anni, 10 mesi e 20 giorni), sono stati confiscati beni per complessivi 60 milioni, ritenuti appartenenti al "tesoro" di don Vito Ciancimino (LEGGI).

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it, Corriere.it, LiveSicilia.it, Il Fatto Quotidiano]

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15 ottobre 2011
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