Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

''Rimarrete a San Fratello''

Guido Bertolaso: ''La Protezione civile ha sempre fatto bene, non vedo perchè dovremmo fallire proprio qui''

22 febbraio 2010

Ieri, domenica 21 febbraio, il capo del dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, è arrivato a San Fratello per un sopralluogo nella zona interessata dalla frana di domenica scorsa. È atterrato in elicottero al campo sportivo del paese dei Nebrodi insieme al presidente della regione siciliana Raffaele Lombardo.
"Lo stato c'è, è arrivato immediatamente e non se ne andrà fino a quando non avrà dato tutte le risposte che vogliono gli abitanti di San Fratello", ha detto Bertolaso. "È da otto anni e mezzo che parlo di prevenzione, che dico che l'Italia è una e che bisogna investire per prevenire e gestire le emergenze". "Non sono i Nebrodi che stanno franando - ha aggiunto Bertolaso - sta franando la provincia, parte della Calabria. C'è una situazione molto più ampia e critica rispetto a un caso isolato".
Dopo il primo sopralluogo Bertolaso, parlando ai cittadini di San Fratello riuniti nella sala consiliare ha spiegato che: "A San Fratello la situazione è molto critica. La frana è una delle più grosse che si siano registrate in Sicilia. Ci sono 50 milioni metri cubi di terra che si stanno spostando". "Non pensavamo di trovarci davanti a una situazione di questo genere. Gran parte di San Fratello è coinvolta dalla frana che si è andata allargando, e la pioggia degli ultimi tempi non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Adesso il suo percorso si è rallentato ma ci sono ancora spostamenti e fino a quando la frana non si sarà stabilizzata faremo studi e analisi approfondite. Ci vorrà almeno un mese per fare una diagnosi definitiva".

San Fratello continua ad essere un paese "fantasma" dopo la frana che lo ha colpito la settimana scorsa e che ha creato 1.500 senzacasa. Nel piccolo comune sono circa un centinaio le case coinvolte nella frana che rischiano di dover essere abbattute.
Questa prima cifra provvisoria è stata data dal Dipartimento regionale della Protezione civile siciliana. "La situazione è in movimento e il quadro non si è ancora stabilizzato - ha detto il capo della protezione civile siciliana Pietro Lo Monaco - complessivamente ci sembra che l'emergenza continui e aspettiamo di vedere cosa succede. Ma un centinaio di case nella zona più a valle di San Fratello dovranno quasi essere certamente demolite per problemi di sicurezza". Tra gli immobili da abbattere Lo Monaco considera anche la chiesa di San Nicola: "E' in condizioni pessime - ha spiegato - ed è difficile che resti in piedi, per questo non escludiamo di doverla demolire".
Ma la gente non ha intenzione di lasciare il paese dei Nebrodi. "Noi da qui non ce ne andiamo - dice la signora Maria Rosa, la cui casa é in 'prima linea' nella zona della frana - abbiamo due abitazioni, una l'abbiamo comprata l'anno scorso, e qui vogliamo continuare a vivere. I due stabili sono integri, non hanno nemmeno la più piccola fratturazione e ci sembrano sicuri. Le istituzioni si devono muovere in fretta per mettere la zona in sicurezza e fare in modo che si possa restare, tutti. Perché questo Bertolaso e gli altri lo devono sapere: noi da qui non ce ne andiamo e non permetteremo che il paese muoia".

"La Protezione Civile ha sempre fatto bene dove è stata impegnata, non vedo perchè dovremmo fallire proprio qui. Per noi non ci sono emergenze di serie A e B". "Per noi l'Italia è tutta unita - ha detto ancora il sottosegretario Bertolaso - dalla valle d'Aosta fino a Lampedusa, noi non facciamo differenze. Anche qui dobbiamo intervenire. Mentre si ragiona su come fare la prevenzione dobbiamo dare risposte alle persone che hanno subito una grande emergenza, come qui a San Fratello". "Sono otto anni e mezzo - ha risposto Bertolaso sollecitato dai giornalisti - che la gente da noi si aspetta molto, ma fino ad oggi abbiamo dato tutte le risposte necessarie con l'aiuto dei governi che ho servito e dello Stato di cui sono un fedele rappresentante e servitore".
Quindi, Bertolaso ha fatto sapere che tornerà a fine marzo. "A fine marzo tornerò per un nuovo sopralluogo a San Fratello, se ci sarò ancora...". Le persone presenti in aula lo hanno lungamente applaudito e invitato a "restare al suo posto". "La mia situazione personale - ha poi spiegato ai giornalisti Bertolaso - è nota a tutti, quindi io lavoro serenamente giorno per giorno per dare risposte e garantire interventi. Poi è il governo che deve decidere. Io non sono mai stato legato ad alcuna poltrona, sto seduto molto poco perchè giro l'Italia. Ma se mi dovessero dire che il mio tempo è scaduto - ha sottolineato Bertolaso - io sono pronto a lasciare immediatamente".
Infine Bertolaso ha fatto una promessa: "Non posso garantire che tornerete alle vostre case ma certamente resterete a San Fratello. Sono convinto che quando la frana si fermerà una buona parte di voi potrà tornare a casa, ma non in tutte. Non parlo di anni ma di mesi. Ci rivedremo per coordinare le scelte da prendere, perchè non è mai successo di avere adottato decisioni senza coinvolgere i cittadini". Il capo della Protezione Civile ha ribadito che "nessuno si sposterà da San Fratello". "Non è un impegno facile da prendere - ha sottolineato - perchè una parte del paese è ad alto rischio idrogeologico e sismico e quindi dobbiamo fare analisi e radiografie precise per evitare di spostare le persone in posti dove si potrebbe ripetere lo stesso fenomeno". E ha aggiunto: "Dobbiamo dare delle risposte a chi è uscito di casa. Questa è stata una forma di terremoto ma lento. L'unica fortuna è stata che vi ha permesso di non registrare vittime".

"Siamo contenti, felici, di quanto lo Stato e le istituzioni hanno fatto e di quanto continueranno a fare, ma non abbandonateci, non deludeteci, siamo italiani anche noi". Questo l'appello lanciato alla conclusione del suo intervento, al capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, e al presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, dal sindaco di San Fratello, Salvatore Sidoti Patti. Il sindaco ha chiesto che "non vengano perdute le tradizioni di questa comunità, che ha un passato di grande cultura e forte il senso di appartenenza". "I sanfratellani - ha ricordato - sono persone che hanno un alto senso civico e che si sono comportati in maniera molto dignitosa, senza mai alzare la voce ma agendo in silenzio come sono abituati a fare. Il loro silenzio non deve essere però inteso come un disimpegno, ma come una richiesta pressante di aiuto: non abbandonateci, siamo italiani anche noi".

Il presidente Raffaele Lombardo, rivolto alla platea presente al Consiglio comunale straordinario nel paese dei Nebrodi ha detto: "I cittadini di San Fratello dovranno continuare a vivere nel loro paese. Si dovrà trovare un posto in una zona 'a prova di bomba' dove costruire le case che serviranno a chi è rimasto senza". "Sono costantemente informato sulla situazione - ha aggiunto il governatore - e ogni giorno appena mi sveglio chiamo al telefono il sindaco di San Fratello chiedendogli se la frana si è fermata. E devo dire che di telefonate ne ho ricevute tante anche da Bertolaso".
"La ricognizione aerea dei comuni di San Fratello e Tortorici si è rivelata preziosa per analizzare le proporzioni delle frane che hanno investito i due centri", ha detto poi Lombardo, al termine del vertice con Guido Bertolaso, a Giampilieri. Alla riunione hanno preso parte anche il direttore della Protezione civile Sicilia, Pietro Lo Monaco, il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, ed alcuni amministratori locali. "Servirà circa un mese - ha detto ancora Lombardo - per capire quali edifici di San Fratello potranno essere salvati. Non c'è dubbio che occorre pensare alla ricostruzione di decine di abitazioni da realizzare, certamente, in un'area idonea ed a prova di frana nello stesso comune di San Fratello". "A Tortorici - ha continuato - abbiamo riscontrato numerose frane, in zone di campagna, che devono essere oggetto di un'azione di monitoraggio e di prevenzione, per evitare ulteriori danni, così come in tante altre zone del Messinese che vengono attualmente monitorate".
Il governatore siciliano si è poi soffermato sulla situazione di Giampilieri. "Qui è stato fatto tanto. Siamo ormai nella fase della messa in sicurezza. Molte delle case investite dalla frana di ottobre non sono più agibili, ma sono state individuate le aree dove costruire le nuove abitazioni". Infine, Lombardo ha fatto il punto sui fondi necessari. "Nel corso del vertice - ha spiegato - abbiamo parlato di risorse: ne occorrono parecchie. La Regione farà la propria parte, ma certamente serve anche un finanziamento congruo da parte del governo centrale che fino ad oggi ha investito solo 40 milioni, a fronte di una stima di gran lunga superiore". "Ci vorrà - ha concluso - particolare attenzione nelle edificazioni e maggiore rispetto per un territorio vulnerabilissimo che, forse, fino ad oggi non abbiamo avuto".
Il presidente della Regione ha annunciato che nei prossimi giorni convocherà una Giunta straordinaria regionale in un paese dei Nebrodi colpito dalle frane. Lombardo ha ribadito il suo impegno a chiedere al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, di rivedere l'impegno di spesa dei Fas, il Fondo per le aree sottoutilizzate, ribadendo di essere pronto a rimodularli per poterli utilizzare anche per l'emergenza idrogeologica in tutta la Sicilia.

Dissesto idrogeologico. Gli esperti denunciano: "Negli ultimi dieci anni non è cambiato nulla" -
"Da Sarno a Messina in 10 anni nel nostro Paese non è cambiato nulla", denuncia il presidente dell'ordine dei geologi della Liguria Giuliano Antonelli, aggiungendo che per questo il prossimo 26 febbraio verrà riproposto "provocatoriamente lo stesso documento presentato il 26 novembre del 2009 a Scaletta Zanclea nel corso della conferenza stampa congiunta dei presidenti degli ordini regionali dei geologi".
Venerdì 26 febbraio, i presidenti degli ordini regionali dei geologi terranno infatti una conferenza stampa congiunta, questa volta in Liguria, dove denunceranno lo stato del territorio e la mancanza di azioni per proteggerlo. "Anche quello ligure è fragile - ha detto Antonielli - con frane che interessano periodicamente tutte e quattro le province. Nel dicembre del 2009 l'esondazione del fiume Magra ha messo a dura prova il territorio con importanti danni economici alle attività di cantieristica navale". Antonielli è risoluto nel sottolineare: "La Liguria è come la Calabria e la Sicilia", e torna su una necessità chiara: la prevenzione. "Solo attraverso una profonda conoscenza del territorio e la prevenzione è possibile evitare catastrofi. E' essenziale conoscere per poter programmare e progettare".

"Intanto in Calabria, in questi ultimi giorni, sono state centinaia le frane
- ha affermato Arcangelo Francesco Violo, Presidente dell'Ordine dei Geologi della Calabria - che hanno causato interruzioni di strade ma soprattutto tanta preoccupazione. C'é una situazione emergenziale nella nostra regione. La Calabria è una regione giovane dal punto di vista geologico e dunque predisposta a tali problematiche ed è tra le regioni d'Europa a maggiore rischio di dissesto e sismico. Il 100% dei comuni calabresi è a rischio". Violo ha ricordato che già "nel 2008-2009 si è verificata una situazione simile a quella attuale - ha proseguito il presidente calabrese - che vide purtroppo anche la presenza di morti. A seguito di tali eventi la Regione ha destinato una quota importante dei fondi strutturali comunitari all'attuazione di un Piano di difesa del suolo in Calabria, circa 850 milioni di euro, contestualmente però si registrano ritardi nell'attivazione delle procedure". Per Violo "é auspicabile che venga effettuata una programmazione di breve termine con interventi mirati alla messa in sicurezza delle infrastrutture e strutture danneggiate ed una programmazione di interventi strutturali di medio termine, attraverso meccanismi tecnico-scientifici univoci per definire le priorità degli interventi nelle aree a maggior rischio. Tale programmazione potrà essere efficace solo facendo ricorso alle conoscenze del territorio che sono patrimonio, soprattutto, dei professionisti geologi mediante, anche, la costituzione di presidi tecnici permanenti per la sorveglianza e la manutenzione del territorio".

Duro il Presidente dell'Ordine dei Geologi della Campania, Francesco Russo: "La sicurezza del costruito - ha affermato - delle infrastrutture e dei cittadini, deve necessariamente passare attraverso azioni coordinate e programmate capaci di affrontare le emergenze. Le cause di tali eventi note a tutti sono molteplici: concentrazione della pioggia in tempi brevi, l'oramai acclarata insufficienza ed inadeguatezza del sistema infrastrutturale di smaltimento delle acque, cavità non censite, abusivismo edilizio. Questi gli elementi che contribuiscono puntualmente agli eventi catastrofici come quelli di Sarno, di Ischia, non ultima quelli della Sicilia e Calabria. Si continua nella politica dei tagli ai fondi destinati alla difesa suolo, senza attuare una politica di prevenzione. La politica dell'emergenza e delle azioni tampone del dopo catastrofi non ripaga, mentre ripaga la prevenzione unico strumento per la messa in sicurezza del territorio. Ancora una volta i geologi campani a gran voce dicono basta!".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it, ANSA]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

22 febbraio 2010
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia