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"Sarà un Natale bellissimo" per Marcello Rizzo e la sua famiglia

Liberato il geometra di Randazzo (CT) rapito una settimana fa in Nigeria

13 dicembre 2013

L'incubo per Marcello Rizzo è finito: il tecnico di Randazzo (CT), rapito una settimana fa in Nigeria (LEGGI), è stato liberato. La notizia, confermata dalla Farnesina, è rimbalzata in Italia ieri sera e secondo fonti locali "è in buone condizioni di salute".
Rizzo lavora come project manager per la Gitto Costruzioni, impresa di costruzioni impegnata nella costruzione di un ponte sul Niger tra le città di Onistsha e Asaba.
"Siamo contentissimi. Non vediamo l'ora di riabbracciarlo, sarà un bellissimo Natale", ha commentato a caldo a nome di tutti i familiari il cognato Franco Amato.
Il rapimento era avvenuto nel sud della Nigeria, verso il delta del Niger, in un'area petrolifera generalmente estranea al terrorismo islamico di Boko Haram (attivo nel nord-est) e agli scontri interconfessionali che insanguinano altre province. Ma dove non sono mancati negli ultimi anni sequestri di stranieri a scopo d'estorsione.

Rizzo era stato stato rapito il 6 dicembre al termine della giornata di lavoro, dopo aver lasciato il sito dove si trova la cava. I banditi avevano bloccato la sua auto dopo aver messo dei tronchi di traverso sulla strada. La prima ipotesi circolata era stata quella che ad agire fosse stato il Mend, un gruppo di guerriglieri attivo nella regione del Delta del Niger. Le indagini avevano poi preso un'altra direzione, puntando a un fatto di criminalità comune e al sequestro a scopo di estorsione. Il commando dei rapitori era formato in totale da 8 membri, armati di kalashnikov e machete.
L’altro ieri si era temuto il peggio dopo che, secondo quanto hanno riferito fonti locali, la squadra anti-sequestro di negoziazione dei servizi segreti nigeriani aveva ucciso tre sospetti autori del sequestro senza ottenere informazioni utili per arrivare alla liberazione di Rizzo. L'intervento degli uomini dell'Aise e dei funzionari dell'ambasciata italiana è stato determinante per il buon esito delle operazioni. Alla sua liberazione hanno lavorato e hanno svolto un ruolo determinante i servizi segreti militari italiani e diplomatici dell'ambasciata italiana di Abuja, nonché i negoziatori di una società di sicurezza privata che hanno affiancato i militari e i servizi segreti nigeriani (Sss).

"Grazie a tutti, ci sentiamo nei prossimi giorni...", è l'unica frase che è riuscita a dire ieri sera la moglie del geometra ad amici e parenti che l'hanno chiamata. A chi l'ha sentita, la signora è apparsa "molto felice, ma allo stesso tempo molto provata dalla vicenda".
"Mio padre è libero e sta bene", ha detto il figlio di Rizzo, Salvatore. "Vogliamo ringraziare il ministro Emma Bonino, la Farnesina e l'unità di crisi - ha aggiunto - perché in questi giorni così difficili sono stati parte integrante della nostra famiglia, notte e giorno. Non sono stati soltanto dei grandi professionisti, ma ci hanno messo anche il cuore... Sono stati la nostra ancora di salvezza. Adesso siamo felici ma provati e chiediamo ai giornalisti di lasciarci riprendere...".

Nel paese natale di Rizzo, la cittadina etnea di Randazzo, il Consiglio comunale riunito ha salutato la notizia con un applauso. "Adesso aspettiamo il suo rientro per fare una grande festa, sarà un Natale bellissimo", ha commentato il sindaco Michele Mangione.

In giro per il mondo, frattanto, resta ignota la sorte di alcuni altri italiani rapiti e scomparsi apparentemente nel nulla. Come un altro siciliano, il cooperante Giovanni Lo Porto, catturato quasi due anni fa con un collega tedesco nel Punjab pachistano, probabilmente da un gruppo talebano locali. O come padre Paolo Dall'Oglio, il gesuita inghiottito nei mesi scorsi nel gorgo della feroce guerra civile siriana.

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno]

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13 dicembre 2013
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