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''Se dai la priorità all'Arte, l'ego si abbassa, se la dai all'ego, invece, calpesti l'arte''. Un film per Giuni Russo

06 dicembre 2007

Ha visionato trentasei ore di materiale d'archivio e ha fatto lui stesso le riprese, anche con il telefonino, per arrivare a un distillato di 40 minuti che rappresenta al meglio 'La sua figura'. Così Franco Battiato ha scelto di ricordare l'amica e pupilla Giuni Russo, prematuramente scomparsa nel settembre di tre anni fa.
Per la collega palermitana, il cantautore catanese negli anni '80 aveva scritto hit come 'Un'estate al mare' e 'Una vipera sarò', ma aveva anche pubblicato con la sua etichetta un disco sperimentale come 'A casa di Ida Rubinstein', e lavorato agli arrangiamenti del suo ultimo album, 'Morirò d'amore', legato all'intenso brano proposto al festival di Sanremo.
Ora, su proposta della produttrice Maria Antonietta Sisini, storica collaboratrice e compagna di Giuni, Battiato ha diretto questo commovente docufilm dove, ai grandi successi popolari degli anni '80, si alternano rare interpretazioni di brani toccanti come 'La sua figura', intervallate da interviste e dai contributi di Alice, Lene Lovich, The Mab e Piera Degli Esposti, tratti dal concerto-tributo tenutosi quest'anno a Torino.

A rivedere oggi le interpretazioni di venti, trent'anni fa, la signorina Romeo (come Giuni, il cui vero cognome è proprio Romeo, aveva scherzosamente battezzato uno dei suoi ultimi album) appare come il vero alter ego femminile del collega siciliano: entrambi feroci sperimentatori, accaniti ricercatori di una spiritualità sempre più nascosta, lontani dalle logiche di mercato, intrisi di grande rigore, ma sempre pronti allo sberleffo educato.
Giuni, però, ha pagato cara la sua indipendenza, quell'appartenenza a una zona artistica con doveri precisi, che Battiato descrive spiegando che “se dai la priorità all'arte, l'ego si abbassa, se la dai all'ego, invece, calpesti l'arte”.
Delle sue disavventure discografiche, però, non c'è traccia nel Dvd: “Sono cose che mi interessano poco”, dice Battiato, spiegando che, come successo al festival di Venezia per il suo film 'Musikanten', “fa sempre piacere sbeffeggiare qualcuno, ma io ringrazio e passo ad altro”. Anche perché dei giornalisti l'artista non ha grande stima: “Sempre a Venezia, sono andato alla conferenza di Manuel De Oliveira: era piena di critici che avevano preso posto perché dopo sarebbe arrivato George Clooney, che mi sta anche simpatico, ma è un panettiere!”.

Anche se a Maria Antonietta Sisini “il dente avvelenato ogni tanto duole”, Battiato ricorda che “la storia è piena di casi come quello di Giuni, basta leggere ciò che scrivevano contro Fellini!”. “Quando ero giovane, indagavo sulle umane vicende, ora - ammette il più mistico dei cantautori - me ne sono distanziato, penso che non possiamo farci nulla”.
E allora, meglio lasciar parlare 'La sua figura' “dove si percepisce quel modello incantatorio di chi dice la verità, al contrario dei politici, che si sentono grandi affabulatori, ma non convincono nessuno”. [La Sicilia]

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06 dicembre 2007
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