''Se Italia vuol dire Impregilo'' - Kurdistan. La diga di Ilisu (I)
La mobilitazione contro la diga
La realizzazione della diga comporterebbe infatti per 78.000 persone l'abbandono delle 15 cittadine e dei 52 villaggi dove risiedono. Si tratta in buona parte di piccoli coltivatori e braccianti kurdi che perderebbero oltre alle abitazioni ogni opportunità di sviluppo economico e di occupazione. Oltre allo sradicamento della popolazione, si prefigura l'ulteriore riduzione delle capacità idriche del Tigri e dell'Eufrate e il drastico cambio climatico della regione e di conseguenza la presumibile ricomparsa della malaria e lo scoppio di altre epidemie e infermità.
Le organizzazioni ambientaliste hanno altresì denunciato che i lavori per la diga di Ilisu causerebbero l'inondazione di uno dei maggiori siti archeologici del Kurdistan, Hasankeyf, risalente al periodo bizantino e medievale e dove sono ben conservati monumenti, moschee e chiese di alto valore storico-artistico.