"Se si lavora per il bene comune, la barricata è sempre la stessa"
Nicola Marino ex pm ora assessore e candidato al Senato, in difesa delle toghe
"Vogliono burocratizzare la magistratura, ghettizzarla, ma questo non deve accadere. La magistratura ha svolto un ruolo di supplenza perché l’amministrazione pubblica non è stata all’altezza della situazione, talvolta in mano ad incapaci".
Nicola Marino, ex pm antimafia a Caltanissetta, ora assessore del governo regionale e candidato al Senato per la Lista del Megafono, ha svolto una breve ma intensa "difesa delle toghe", intervenendo nel corso della presentazione della lista a Palermo.
"Ora sto dall’altra parte della barricata - ha detto Marino - ma questo cambia poco o niente, se si hanno le stesse intenzioni, le stesse tensioni, se si lavora per il bene comune. La barricata è sempre la stessa".
"I magistrati non devono essere lasciati soli, la partita non si gioca infatti solo nelle aule giudiziarie, ma nella società civile", ha proseguito Marino. "Sulla trattativa fra Stato-Mafia, la verità non è ancora venuta fuori, per liberarsi del passato abbiamo bisogno di comprendere ciò che è avvenuto. La Procura di Palermo non poteva tirarsi indietro sulle intercettazioni".
Marino ha poi rivelato un episodio. "Ho avuto uno scontro con il procuratore generale della Cassazione, a parte il presidente della Repubblica, ci furono interferenze. Le norme non sono state violate dalla magistratura palermitana, contrariamente a quanto pensa Piero Grasso".
Una lieve polemica, dunque, con il collega e candidato del Pd. "Abbiamo un altro dovere - ha infine concluso Marino -, riflettere sul ruolo dei corpi speciali dello Stato, se c’è un processo in corso, il processo Mori, se si litiga fra magistrati e forze dell’ordine, se ci sia rimpalla le accuse sulla cattura dei boss come Provenzano o Messina Denaro vuol dire che qualcosa non funziona e che occorre mettere mano a questo delicato settore".
[Informazioni tratte da ANSA, SiciliaInformazioni.com]