''Se vuoi la pace, cura la giustizia''. Una società libera dalla pena di morte è il preludio ad un futuro più giusto
Di fronte alla ''platea planetaria'' della 62esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il premier italiano Romano Prodi si è presentato parlando di una battaglia politica che l'Italia vuole portare avanti: arrivare a una moratoria universale delle esecuzioni capitali.
Prodi ha aperto il suo intervento chiedendo a tutti di immaginare una società che riesce a superare ''la spirale della vendetta fratricida'' con il compimento di ''un gesto di grande politica''. Un segnale che sancisca che l'umanità ''non è solamente capace di compiere progressi nella scienza, ma anche in campo etico''.
E', certo, una partita difficile, che vede tra gli avversari anche Cina e Stati Uniti (che potrebbero mettere sul piatto tutta la loro influenza al momento del voto), ma che il premier è convinto di poter vincere. I consensi crescono e anche se ''alcuni addetti ai lavori pensano ci siano poche possibilità di vittoria, la speranza concreta di avere la maggioranza c'è''. E il premier lancia il suo appello a unirsi alla battaglia dell'Italia. ''Abbiamo condotto questa battaglia dall'inizio nello scetticismo generale e oggi ha raccolto sempre più ampi consensi'', ha detto Prodi. ''La battaglia per la moratoria generalizzata inizia oggi, non sottovalutiamo i rischi, ma i numeri ci sono''.
La risoluzione, ha detto infine Prodi, proverebbe ''che l'essere umano di oggi è migliore di quello di ieri anche sotto il profilo morale'', e la società che si liberasse dal giogo della ''vendetta fratricida'' preluderebbe a un ''futuro più giusto''. Perché, chiosa, citando Zygmunt Bauman, ''se vuoi la pace, cura la giustizia''.