"Si devono guardare da questi attacchi comunisti!"
Walter Veltroni: "Le stragi di mafia del 1992 e '93 furono utilizzate anche per battere i Progressisti"
Negli anni delle stragi mafiose, quindi tra il 1992 e il '93, il governo italiano era guidato dal centrosinistra che all'epoca usavano chiamare "progressisti" e che oggi qualcuno si ostina a chiamare "comunisti". Ecco, volendo sintetizzare estremamete quanto detto ieri da Walter Veltroni, dal palco della festa del Pd a Roma, le stragi di Cosa nostra di quel periodo furono attuate anche contro il governo di sinistra.
Certo, se uno si ricorda quanto detto in un'udienza da Totò Riina in sua difesa, potrebbe riflettere e propendere per l'ipotesi di Veltroni... Da dietro le sbarre, Totò Riina, il Capo dei Capi rivolto al giudice disse: "... Signor giudice sono i comunisti che porta avanti questa cosa... i signori Violante, signori Caselli, da Palermo... C'è tutta... una conbriccola... tutti quelli che gira attorno a questa cosa portano avanti questa cosa! (il processo e le accuse nei suoi confronti, ndr) Questo governo... questo è... si devono guardare da questi attacchi... comunisti!" (VIDEO).
Veltroni ha detto: "Qualcuno ha usato la mafia per creare una nuova stabilizzazione, per evitare che le forze democratiche e progressiste governassero questo Paese". "Non voglio stabilire nessuna relazione diretta, non voglio fare alcuna forzatura propagandistica, ma le stragi cominciarono nel '93 con il governo Ciampi e finirono nel '94 quando si aprì una nuova stagione politica", ha dichiarato l'ex segretario del Pd e membro della commissione parlamentare Antimafia. "Sono state stragi dell'antistato, stragi di mafia e di uno Stato deviato per condizionare l'esito della vita pubblica".
L'ex sindaco di Roma ha inoltre ricordato che "è già successo altre volte" che siano state usate le stragi a questo scopo. "Arrivare alla verità è un dovere affinché si eviti che questi condizionamenti possano ripetersi nel futuro", ha aggiunto Veltroni, secondo il quale "nessuno mi convincerà mai che Provenzano e Riina sono i veri capi della mafia. Sono i bracci operativi, ma un'associazione criminale che ha un giro di affari di 130 miliardi all'anno vuol dire che in essa ci lavorano persone che stanno nell'alta finanza e nella grande industria e non è diretta da chi sta in campagna e manda pizzini".