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"Si esclude il pericolo di fuga"

Respinta la richiesta d'arresto per Marcello Dell'Utri, condannato a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa

26 marzo 2013

La Corte d'appello di Palermo ha respinto la richiesta d'arresto avanzata ieri dalla Procura generale per l'ex senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, condannato a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa (LEGGI).
Nel provvedimento di rigetto dell'istanza la Corte, presieduta da Raimondo Lo Forti, scrive: "Si esclude il pericolo di fuga (che era alla base della richiesta del pg, ndr) in ragione del comportamento dell'imputato che ha partecipato alle udienze dibattimentali e non ha mai voluto sottrarsi all'esecuzione della pena".
Per il pg di Palermo Luigi Patronaggio, che ha firmato la richiesta d’arresto dopo aver rappresentato l’accusa al processo d’appello, l’ex senatore Dell’Utri sarebbe invece potuto scappare in Nicaragua. Nella richiesta depositata ieri, Patronaggio scrive che la Polizia di Milano ha appreso "da fonti confidenziali" di un viaggio fatto in Nicaragua da Dell’Utri "l’8 marzo 2102", cioè un giorno prima della sentenza della Corte di Cassazione che ha poi annullato con rinvio la sentenza di condanna a sette anni di carcere. Secondo il magistrato quel viaggio dimostrava "la volontà di allontanamento di Dell’Utri". Ma i giudici hanno rigettato la richiesta affermando nel provvedimento che quel viaggio "non era dimostrativo della volontà di allontanamento e di sottrazione".

Marcello Dell'Utri, intervistato da Repubblica, ha commentato la condanna ricevuta ieri dicendo: "Si, deluso. Certo, contento non posso essere. Forse mi ero illuso, ma è chiaro che questo romanzo criminale che i giudici hanno voluto scrivere sulla mia vita e che evidentemente continua a fare audience non poteva finire qui. E allora aspettiamo le prossime puntate". "Forse mi ero illuso che avrebbero letto le carte con altri occhi - ha aggiunto l’ex senatore Pdl -. Certo cosa devo dire ora? Che ho fiducia nella giustizia? Parole grosse, sono tranquillo, del resto le cose non le posso cambiare io. Io posso dire solo quello che è",  "cioè - ha spiegato - quello che ripeto da vent'anni. Che io a Milano non ho portato la mafia ma tutt'al più un signore perbene che si chiamava Vittorio Mangano e che si intendeva solo di cani e di cavalli e niente altro".
"Vittorio Mangano - ha aggiunto - per me è un eroe, il mio eroe nel senso che mi risulta che si sia rifiutato di accusarmi, nonostante questo avrebbe risolto i suoi problemi giudiziari. Io ho la mia casa a Milano - ha commentato Dell'Utri sulla caduta dello scudo dell'immunità parlamentare - A Santo Domingo mi sarebbe piaciuto andare a festeggiare l'assoluzione. Spero nella Cassazione. La vita va avanti".

"La trattativa Stato-mafia - ha poi osserva Dell'Utri - Un'altra farsa con la quale vogliono ritirarmi dentro alla questione delle stragi. Sopporteremo anche questo. Mi dispiace solo costringere la mia famiglia a quest'altro calvario. È vero che Berlusconi è stato mio benefattore e amico - ha puntualizzato infine - ma anche io ho fatto tanto per lui. Ho fondato Publitalia che è una delle aziende più importanti del Paese. Se invece di occuparmi di politica avessi continuato ad occuparmi solo di questo, oggi sarei un uomo ricco e senza questi pensieri".

"E’ incredibile ma ho dormito benissimo…". Questa mattina all’Adnkronos ha detto così Dell’Utri prima di lasciare Palermo per tornare a Milano, quando ancora non era stata resa nota la decisione dei giudici contraria all’arresto.
"La richiesta di arresto avanzata dal pg Patronaggio nei confronti di Marcello Dell’Utri è stata intempestiva e inadeguata", ha afferma l’avvocato Giuseppe Di Pieri, uno dei legali di Marcello Dell’Utri. "L’imputato ha avuto un atteggiamento correttissimo durante tutto il dibattimento - ha aggiunto - è stato sempre presente, persino alla lettura del dispositivo di ieri pomeriggio al bunker di Pagliarelli".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Il Fatto Quotidiano]

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26 marzo 2013
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