"Sicilian Town Tells Outsiders: Take Our Homes. Please"
Le "case (quasi) gratis" di Gangi finiscono sul New York Times
Case gratis o quasi a Gangi in Sicilia: è finita sul prestigioso sito del New York Times l'iniziativa del piccolo comune siciliano, ad acquirenti che si impegnino a restaurarle. O ancora meglio, ad avviare attività commerciali e imprenditoriali nell'antichissimo paesino tra i monti delle Madonie. Si tratta di abitazioni pittoresche, spesso dilapidate, tipiche della zona: vecchie costruzioni a torre i cui primi due piani ospitavano galline e capre, e solo il terzo le persone, i padroni di casa.
Più di 100 case - racconta il giornale - sono già state assegnate e per altre 200 c'è una lista, in attesa di essere valutata.
Per un villaggio passato dai 16.000 abitanti del 1950 ai meno di 7.000 di oggi, la speranza di una rivitalizzazione turistica e di occupazione nel settore delle costruzioni è ora più vicina. La cittadina fa solo da "tramite" tra venditori e compratori, come una sorta di agenzia immobiliare li mette in contatto, ma a decidere se vendere o dar via per nulla sono i proprietari delle abitazioni.
Il primo a parlare di case (quasi) gratis fu sette anni fa Vittorio Sgarbi, che da sindaco di Salemi insieme al suo assessore alla creatività, Oliviero Toscani, si inventarono le "case a 1 euro". Idea geniale, intrappolata nelle maglie della burocrazia, tentata anche altrove e mai decollata. Tranne a Gangi. Il sindaco Giuseppe Ferrarello, in carica dal 2007, ci tiene a sottolineare di averci pensato "prima ancora di Sgarbi": "Sei anni fa, quando ho iniziato mi hanno preso per un folle. Figuratevi qui in Sicilia, con l’attaccamento che c’è alla proprietà...". E a differenza di Salemi, a Gangi la genialata sembra abbia preso la giusta strada.