'Sono Costa, risolvo problemi'

La città di Palermo è in grossi guai. La situazione è al limite e il tempo oramai agli sgoccioli. Chi mai riuscirà a raddrizzare una situazione tanto difficile?
Ma quando tutto sembra perduto per sempre, ecco che al portone di Palazzo delle Aquile suona qualcuno: "Sono Costa, risolvo problemi".

È il "problem solver" che serve a Palermo. Così, almeno, si definisce Massimo Costa: un manager e non un politico. A distanza di qualche settimana dall'annuncio della sua candidatura a sindaco di Palermo da parte del Terzo polo, l'avvocato Massimo Costa, presidente del Coni regionale, ha fatto la sua prima uscita pubblica in una conferenza stampa nel foyer del teatro Politeama.
A coinvolgerlo in politica non è stato, come molti si aspettavano, il suo amico Francesco Cascio, presidente dell'Ars, ma Gianfranco Fini e Pierferdianndo Casini con l'avallo del governatore Raffaele Lombardo. Insomma, il Terzo polo.
Costa, 34 anni, fa il suo debutto politico sostenendo che non ha mai avuto rapporti con il Pdl né con altri partiti, pur essendo amico di tutti i capigruppo dell'Assemblea regionale. Costa è uno sportivo innanzitutto, come lui stesso sottolinea più volte durante il suo incontro con la stampa. E da uomo di sport rispetta regole e avversari. Per questo ha invitato gli altri candidati a sindaco e i quattro in gara per le primarie del centrosinistra. Per loro c'erano delle sedie in prima fila, ma i posti sono rimasti vuoti, tranne uno: quello di Tommaso Dragotto.
Non solo "problem solver" però. Anche "filosofo combattente", si è definito, ama i grandi pensatori e ha ribadito di non è un uomo di partito e che non ha mai avuto una tessera. Quindi, niente accordi con il Pdl? "Non spetta a me pensarci, io mi rivolgo alla città, chiunque voglia starmi dietro lo faccia".

Lo "show" di Costa è cominciato dal racconto dell'infanzia. Madre cattolica, teologa e monarchica; padre ferroviere e comunista; sorella con la vena artistica ma che ha scelto di darsi alla scienza, diventando ingegnere aerospaziale. E poi la nonna, una profuga libica con 7 figli, la donna che gli disse: "Farai grandi cose". E le grandi cose sono cominciate con la presidenza provinciale del Coni e poi con quella regionale: "Quando tutti mi davano per spacciato - ha spiegato - il mio avversario, il giornalista Piero Fagone, non riuscì neanche a raccogliere i consensi necessari alla candidatura. Per me fu una vittoria schiacciante".
Costa si definisce anche uomo di successo e manager, "ma non come Berlusconi, perché io sono un volontario dell'amministrazione, un uomo di sport e raccolgo ogni sfida con lealtà e rispetto per gli avversari". Ha citato alcuni maestri, poi ha sottolineato che li ha "sempre superati, un modo per onorare i loro insegnamenti".
Uomo di pace, anche. "Tutte le opinioni sono buone, ognuno dica quello che vuole, ma da me non avrà repliche".
Ha confermato la sua amicizia con Cascio, ma non dimentica quella con Leoluca Orlando e con il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo. "Sono giovane e amato da destra e sinistra", ha sostenuto.
Tra sport, politica e professione, ha avuto anche il tempo per vincere un concorso per vigile urbano, "un sogno per molti, ma ho sempre saputo quello che voglio fare quello per cui sono portato e per questo ho rinunciato al posto fisso".
Infine ha confessato che dopo l'investitura dall'alto, ha pregato e pianto e "ho detto a mia madre se è pronta a sopravvivere a suo figlio, se è pronta ad accettare sconfitte e successi. Mi ha detto di sì ed eccomi qui".

Gianfranco Miccichè ha scelto Costa: "Anche senza il Pdl" - Gianfranco Miccichè appoggerà il candidato del Terzo Polo a sindaco di Palermo, Massimo Costa, alle prossime elezioni amministrative. Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa TMNews, lo farà anche se, come sembra, Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini decideranno con l’Mpa di Raffaele Lombardo di correre nel capoluogo siciliano senza l’appoggio del Pdl. Il leader di Grande Sud lo ha spiegato al termine di un incontro con il leader di Fli e il leader Udc che si è svolto ieri a Montecitorio.
I tre si sono incontrati all'ora di pranzo nello studio del presidente della Camera. Il primo a uscire è stato Casini: "Mi sembra che ci sia una perfetta sintonia con Miccichè. Non ci sono dubbi sulla nostra alleanza a Palermo", ha spiegato il leader dell’Udc.
"Secondo me - ha detto Miccichè al termine dell’incontro - sia Grande Sud e Terzo Polo possono ottenere un importante risultato a Palermo". Ma l’ex sottosegretario al governo Berlusconi ritiene, nonostante il veto di Fini, "utile" anche un’alleanza con il Pdl sul nome di Costa che non dà ancora per perduta. "Penso che sarebbe sbagliato non farla" ma, ha aggiunto, "ho dato la mia parola a Fini e Casini che se decidiamo di andare da soli Terzo Polo e Grande Sud io ci sto". Quindi ha concluso: "Ho spiegato a Fini e Casini che la morte del Pdl può fare contento qualcuno, me compreso, ma non deve significare la morte dei moderati perché la vittoria della sinistra ovunque è la cosa peggiore che possa accadere. Quindi dobbiamo iniziare a costruire qualcosa, un polo dei moderati e da Palermo può arrivare la scossa".

Il vicecoordinatore di Fli, Fabio Granata, ha detto: "Gianfranco Micciché ama e conosce troppo bene Palermo per non capire che Massimo Costa è il sindaco adatto a governarla e farla rinascere. Per questo le sue parole sul 'sostegno comunque' a Massimo sono importanti e intelligenti. Noi crediamo che vada preservata anche la discontinuità e la distanza con il vecchio centrodestra e con il frantumato centrosinistra palermitano".

[Informazioni tratte da Corriere del Mezzogiorno, ANSA, Lasiciliaweb.it, LiveSicilia.it]