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''Spasimo e Spasimi di Sicilia: tra leggenda e realtà''

Tra gli ''Spasimi di di Sicilia'' in mostra, anche la tavola che porta la firma di Raffaello: la sua paternità è ancora sotto esame

27 marzo 2010

Torna all’attenzione degli appassionati d’arte e degli addetti ai lavori il mistero della tavola "Lo Spasimo di Sicilia", l’opera custodita per oltre due secoli dalle monache del Convento di Santa Croce di Caltanissetta. Un'opera ammantata dalla una leggenda che parla di avventurosi viaggi di cui non si è mai definito l’itinerario. Una Storia di abati e badesse, di re e vicerè che lega la Sicilia alla Spagna. È il mistero della tavola "L’Andata al Calvario" (Lo Spasimo) di Caltanissetta, che porta la stessa firma (R. URBINAS) di Raffaello Sanzio, che ha lo stesso tema iconografico dell’opera esposta al Prado di Madrid, e che per questo è stata sottoposta a indagini multispettrali e di caratterizzazione chimica finalizzate a verificarne l’autenticità.
Da diversi anni al vaglio di studiosi e critici che hanno cercato di identificarne la paternità, l’opera  tornerà a Caltanissetta, al Museo Diocesano del Seminario "G. Speciale" (viale Regina Margherita 29) in occasione della mostra itinerante "Spasimo e Spasimi di Sicilia: tra leggenda e realtà", la Tavola sarà esposta insieme a dipinti e disegni provenienti da tutta Sicilia e raffiguranti il dolore di Maria dinanzi al Cristo crollato sotto il peso della croce.

STORIA E LEGGENDA - Il maestro dipinse la tavola nel 1520 per il monastero di Santa Maria dello Spasimo di Palermo: dopo pochi anni il viceré di Sicilia Ferdinando d’Ayala decise di donarlo al re di Spagna Filippo IV, il quale promise ai religiosi una generosa rendita che non arrivò mai. Questa è la storia ufficiale. Ma c’è una seconda versione che s’intreccia con un racconto lungo cinque secoli: l’abate del convento, Clemente Staropoli, per evitare il trasloco in Spagna del bellissimo quadro - raffigurante la Madonna che soffre dinanzi al Cristo che trasporta la croce - ne avrebbe commissionata una copia a un pittore del luogo, destinando l’originale alle monache del Convento di Santa Croce di Caltanissetta, che la custodirono segretamente. Questo è il motivo per cui molti ancora oggi affermano che il vero, l’autentico "Spasimo" di Raffaello non avrebbe mai lasciato la Sicilia.
Un giallo che è stato all’attenzione di autorevoli studiosi ma che non ha mai trovato una risposta unanime. L'Opera negli ultimi mesi è stata sottoposta a diverse indagini per ricostruirne la storia e accertarne la paternità: datazione al carbonio 14 (serve a risalire all’età del legno), datazione dendronologica (per identificare la specie legnosa), analisi spettroscopica sul legno agli ultravioletti (consente di risalire a eventuali disegni preparatori sotto la pittura) fluorescenza ai raggi X (per studiare la composizione chimica del legno) e Tac (incrocio dei risultati con le altre indagini).
In occasione della mostra la Sovrintendenza fornirà i primi esiti degli studi riguardanti la tavola che è al centro di un enigma lungo cinque secoli.

La mostra verrà inaugurata a Caltanissetta lunedì 29 marzo, alle 18.00 - al Museo Diocesano del Seminario "G. Speciale". La cerimonia avverrà alla presenza del vescovo di Caltanissetta Sua Eccellenza mons. Mario Russotto, dell’assessore regionale ai Beni Culturali Gaetano Armao, del dirigente generale Gesualdo Campo, della sovrintendente ai Beni Culturali di Caltanissetta Rosalba Panvini – che ha diretto il Comitato scientifico coordinatore della mostra - e del dirigente Servizio dei Beni storico-artistici ed etno-antropologici di Caltanissetta Cris Nucera. Per l’occasione il prof. don Salvatore Panzarella, direttore Ufficio Arte Sacra della Diocesi di Cefalù, terrà una lectio magistralis dal titolo "Lettura estetica del messaggio biblico nello Spasimo di Raffaello" e l’Ersu di Catania - diretta da Nunzio Rapisarda - offrirà un concerto di musica classica.
"Sarà una data epocale per la città, che godrà così nuovamente della bellezza e del valore storico e artistico de 'L’Andata al calvario'. Al di là di ogni possibile attribuzione ciò che davvero importa – ha sottolineato la soprintendente Panvini – è l’indiscutibile valore artistico dell’opera per la sua datazione (XVI sec.) e la collocazione. Dopo un attento lavoro di recupero presso il Centro regionale per il restauro di Palermo, siamo in grado di mostrare un capolavoro di suggestiva bellezza e di grande significato artistico e religioso".
La mostra è il frutto di una sinergica collaborazione scientifica tra la Sovrintendenza di Caltanissetta, quella di Agrigento e la Galleria regionale di Palazzo Abatellis di Palermo, queste ultime rispettivamente dirette da Gabriella Costantino e Giulia Davì.
Dopo Caltanissetta - dove fino al 18 aprile sarà possibile ammirare la serie di "Spasimi" provenienti da tutta la Sicilia - l’esposizione infatti si sposterà prima ad Agrigento e poi a Palermo: attraverso una lettura iconografica e iconologica, legata alla comprensione dei significati simbolici e allegorici delle immagini, si percepirà l’intensità, il dolore, la disperazione e la passione legati ai giorni della Settimana Santa, quelli che raccontano il calvario di Gesù e la sofferenza della madre Maria. Lo Spasimo, vede infatti la Madonna svenuta o mentre si sente venir meno alla vista del Figlio che sale al Calvario: "E’ indubbiamente affascinante e suggestivo pensare che la sofferenza in volto, la combinazione perfetta di colori, la firma, l’arazzo, l’incisione provengano proprio dalla mano di Raffaello – ha commentato l’arch. Nucera – nell’ipotesi che l’opera in centinaia di anni non abbia mai lasciato la Sicilia. Ma è altrettanto certo che da Giordano a Paladini, da Gaggini a La Vecchia arrivando perfino ad alcuni splendidi Spasimi orfani d’autore, ci siano dei capolavori riuniti sotto un unico tetto, lì per raccontare ed essere raccontati".
"È una raccolta frutto di un’attenta ricerca - ha continuato la dottoressa Panvini - che ha come obiettivo non solo lo studio e l’approfondimento delle conoscenze in questo campo, ma anche quello di stimolare l’interesse su capolavori di scuola Raffaelliana".



Informazioni
Sarà possibile visitare gratuitamente la mostra tutti i giorni, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 18, ulteriori informazioni al numero della Soprintendenza ai Beni Culturali di Caltanissetta 0934554965 – 3351041461 (Rosalba Panvini)

 

 

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27 marzo 2010
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