''Sperpero duraturo''. L'assurdo costo della guerra, eccessivo e sempre ingiustificato
Gli Stati Uniti d'America pagheranno per la guerra in Iraq anche dopo il ritiro
Fare una guerra costa tantissimo. Fare una guerra, poi, con il presupposto di esportare pace e democrazia, in un altro paese, non solo corrisponde ad una spesa folle, ma a una spesa folle, assurda, insensata.
Per fare un esempio (uno a caso? Manco per sogno!), la campagna militare in Iraq costerà agli Stati Uniti d'America una cifra molto vicina ai duemila miliardi di dollari (1.700 miliardi di euro).
Sono le conclusioni cui sono giunti gli economisti Joseph Stiglitz, della Colombia University, Premio Nobel 2001 ed ex capo economista della Banca mondiale, e Linda Bilmes, docente alla Horvard University.
Una valutazione che si distanza di molto dalle stime fornite dalla Casa Bianca e che, secondo gli esperti, non hanno tenuto conto dei costi che si trascineranno per gli anni a venire sui bilanci federali. Infatti, lo studio prende in considerazione anche le pensioni d'invalidità che dovranno essere corrisposte ai circa 16mila soldati americani feriti, di cui un 20% affetto da gravi problemi psichici.
Nel rapporto si sottolinea quindi come per coprire tali spese i contribuenti americani dovranno continuare a pagare ancora per molto tempo, anche a ritiro delle truppe avvenuto. I costi sono stati calcolati, tenendo presente l'impennata del prezzo del petrolio, il deficit pubblico americano e l'insicurezza, a livello mondiale, provocata dal conflitto in Iraq e che ha avuto pesanti ripercussioni sul settore degli investimenti.
''Anche se si adotta un approccio conservatore, restiamo sorpresi degli elevati costi della guerra - si legge nel report -. Possiamo affermare che saranno superiori ai mille miliardi di dollari''.
Queste preoccupanti conclusioni arrivano a pochi giorni dalla decisione dell'amministrazione Bush di non chiedere al Congresso lo stanziamento di nuovi fondi per la ricostruzione in Iraq. Stando a quanto scriveva la scorsa settimana il Washington Post, infatti, la decisione segna la chiusura di uno sforzo economico da 18,4 miliardi di dollari, la metà dei quali 'divorati' dai costi imposti dalle azioni della guerriglia.
Laurence Lindsey, ex capo ecomomista della Casa Bianca, in una stima fatta quando ancora ci si preparava alla guerra parlò di 200 miliardi di dollari, una cifra che altri esponenti dell'amministrazione Bush si affrettarono a ridimensionare giudicandola una grossolana esagerazione.
Dall'invasione nel marzo del 2003, ad esempio, almeno 2,5 miliardi di dollari destinati a opere di ricostruzione di infrastrutture e scuole sono stati stornati per la creazione di forze di sicurezza, la costruzione di penitenziari e per garantire la sicurezza dei giudici del processo a Saddam Hussein.
Ma il costo di una guerra non si paga soltanto con i soldi. Calcolando le vittime delle ultime 24 ore, le perdite militari americane in Iraq hanno superato le 2.200 e si avvicinano a 2.210.
Il Pentagono aggiornerà solo lunedì i dati ufficiali. L'ultima cifra ufficiale di perdite militari americane in Iraq comunicata venerdì dal Pentagono era 1991. Nella guerra contro il terrorismo, i militari americani hanno perso quasi 2.500 uomini, contando i 255 morti in Afghanistan.