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''Stranieri ladri di lavoro tornate a casa vostra''

Migliaia di operai britannici in sciopero per protestare contro i lavoratori che vengono da Siracusa

31 gennaio 2009

Sono migliaia gli operai britannici che hanno fatto sciopero per protestare contro altri lavoratori: lavoratori italiani.
E' successo che una azienda italiana, la Irem Spa (un gruppo di Siracusa attivo nel settore delle costruzioni e montaggi meccanici, con filiali in Francia, Belgio, Svizzera, Spagna, Libia e Azerbaigian), ha vinto regolarmente una gara d'appalto per costruire un nuovo impianto ad alta tecnologia in una raffineria della Total nel Lincolnshire, Nord dell'Inghilterra. Una commessa da 200 milioni di sterline. Ma nel cantiere la Irem ha portato un nucleo di tecnici specializzati venuti dall'Italia e da altri Paesi europei. Mercoledì scorso le maestranze della Total hanno cominciato a protestare, sono scese in sciopero sostenendo che gli italiani "rubano i nostri posti"; hanno organizzato picchetti e issato cartelli con la scritta "British jobs for British workers": questa frase, Lavori britannici ai lavoratori britannici, era stata lanciata l'anno scorso dal primo ministro laburista Gordon Brown.

La protesta contro l'arrivo di operai italiani e portoghesi, si è quindi estesa a macchia d'olio in tutto il Regno Unito. I lavoratori hanno incrociato le braccia in Scozia, in Galles e in altre regioni dell'Inghilterra. E per il ministro dell'Ambiente, Hilary Benn, gli operai inglesi inferociti "hanno diritto ad avere una risposta". Di più: il governo inglese attraverso un portavoce fa sapere che "entro pochi giorni" avrà colloqui con l'industria del settore. E la vicenda con tutte le sue implicazioni comincia a rimbalzare sui siti internazionali. La Total ha affermato che non ci saranno licenziamenti "diretti" come risultato dell'appalto e che il personale impiegato dalla Irem sarà pagato esattamente come altri lavoratori sul sito (non si tratterebbe quindi di risparmiare sul costo della forza lavoro).
La Total ha sottolineato che la Irem utilizza forza lavoro specializzata; del resto il vicepresidente del gruppo siracusano, Giovanni Musso, ha dichiarato: "Dobbiamo realizzare lavori per 17 milioni di euro, in quattro mesi. Sono opere ad alta specializzazione e, quindi, servono operai specializzati. Loro in quella raffineria avevano problemi con questo progetto che dura da anni e ci hanno chiamati. Abbiamo fatto una gara - precisa - e l'abbiamo vinta secondo le norme internazionali".
Ma i locali non sono d'accordo. Il rappresentante sindacale locale, Bernard McAuley, in un comizio ha dichiarato "ci sono sufficienti operai specializzati disoccupati che vogliono il diritto a lavorare su questo sito e chiedono il diritto a lavorarci. Vogliamo giustizia".

E il governo di Londra cerca di buttare acqua sul fuoco. In tempo di crisi, ognuno per sé: altro che idraulico polacco, la libera circolazione dei lavoratori Ue sembra dimenticata. McAuley ha detto che i leader di Unite, il suo sindacato, hanno chiesto al primo ministro Gordon Brown un incontro urgente con i leader dell'industria metalmeccanica e di costruzione.
E un portavoce del governo in effetti ha risposto. L'esecutivo terrà nei prossimi giorni degli incontri con l'industria per "garantire che stanno facendo tutto il possibile per sostenere l'economia britannica". Quanto ai sindacati, non si specifica, ma i contratti della raffineria Lindsey sono stati appaltati "un po' di tempo fa", quando nel settore c'era una carenza di forza lavoro che oggi non esiste più. In altri termini: era impossibile prevedere all'epoca che quei posti di lavoro sarebbero serviti agli inglesi.

Sciopero anti-italiano: per Irem Spa "polemiche strumentali" - "Oggi mi hanno chiamato al telefono l'Independent, la Bbc ed il Mail on Sunday che domani verrà a Siracusa a visitare il nostro stabilimento". Giovanni Musso, vice presidente della Irem Spa, società che ha un volume d'affari di 222 milioni di euro, non riesce a spiegarsi il perché delle proteste dei lavoratori inglesi per l'arrivo della sua società, altamente specializzata, nella raffineria Total 'Lindsey Oil'.
"Noi - spiega ad Apcom Musso - dobbiamo realizzare lavori per 17 milioni di euro, in quattro mesi. Sono opere ad alta specializzazione e, quindi, servono operai specializzati, non generici". In Inghilterra, la Irem di Siracusa è arrivata perché "chiamati dalla Jacobs, che è una società di ingegneria. Noi siamo l'ultima ruota del carro - dice - quello che dirà la Jacobs noi faremo".
Musso sottolinea poi che"ci hanno chiamato perchè abbiamo un Know-how e performiamo bene. Loro in quella raffineria avevano problemi con questo progetto che dura da anni e ci hanno chiamati. Abbiamo fatto una gara - precisa - e l'abbiamo vinta secondo le norme internazionali".
"Mi sembra che stiano strumentalizzando molto questa vicenda in Inghilterra" dice ancora Musso, sottolineando come "le problematiche stanno altrove. Domani, comunque, farò visitare le nostre officine ai giornalisti inglesi. Oggi - conclude - mi ha chiamato pure un giornalista de El Mundo: ci danno ragione, accusano gli inglesi di xenofobia".

[Informazioni tratte da Corriere.it, Apcom]

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31 gennaio 2009
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