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''Sui barconi nessuno ha il diritto d'asilo''

Il premier Berlusconi, per difedere la linea dura del governo, si affida alle ''statistiche''

12 maggio 2009

Il presidente del Consiglio sembra sicuro di quel che dice: "Sui barconi, tra i migranti che partono dall'Africa alla volta della Sicilia non ci sono persone che potrebbero godere di un diritto d'asilo". Parole Silvio Berlusconi ha pronunciato appena arrivato a Sharm el Sheikh, dove oggi partecipa ad un vertice italo-egiziano, e che suonano come una risposta indiretta a quanto detto ieri dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, che aveva detto: "Respingere l'immigrato clandestino non viola il diritto internazionale. Ma - aveva puntualizzato - anche noi abbiamo come tutti gli altri il dovere di verificare se tra quelli che vengono respinti ci siano persone che hanno il diritto di richiedere asilo".

Berlusconi ha difeso la linea che il governo italiano ha adottato per contrastare l'immigrazione clandestina, fortemente contestata dalle istituzioni internazionali. "Su questi barconi - ha ribadito - di gente che ha diritto d'asilo non ce n'è. Lo dicono le statistiche. Vi sono solo casi eccezionali". Certo, ha aggiunto il premier, per quel che riguarda l'asilo "ci sono leggi che ci impongono di farlo e lo diamo a chi viene da Paesi dove non c'è libertà e dove c'è uno stato di polizia. Comunque - ha aggiunto - noi abbiamo sempre uno spirito umanitario"
Il presidente del Consiglio ha poi specificato che il ministro dell'Interno Roberto Maroni "esegue accordi" presi dal capo del governo. E dice che i barconi che salpano verso il nostro Paese "non sono fatti occasionali ma il frutto di un'organizzazione criminale": all'interno vi sono persone che "sono reclutate in maniera scientifica dalle organizzazioni criminali". "Gli accordi con la Libia" per il rimpatrio degli immigrati clandestini "li ho gestiti io, li ho sottoscritti io, Maroni esegue quelli che sono gli accordi presi direttamente tra me ed il leader libico Gheddafi", continua Berlusconi. Gli immigrati che vengono in Italia sui barconi "sono persone che hanno pagato un biglietto, non sono persone spinte da una loro speciale situazione all'interno di quei paesi dove sarebbero vittime di ingiustizie", aggiunge il presidente del Consiglio.

Berlusconi infine non ha voluto perdere l'occasione per attaccare l'opposizione: "La verità è questa: la sinistra vuole che le porte del nostro paese siano spalancate a tutti, quindi anche ai clandestini", mentre "noi invece riteniamo che le porte debbano essere chiuse o socchiuse soltanto per chi viene in Italia per lavorare ed integrarsi".

La risposta dell'opposizione non si è fatta attendere e il segretario del Pd, Dario Franceschini, ha ribattuto dicendo che: "I barconi pieni di disperati sono stati trasformati in uno spot elettorale per le prossime elezioni, come se fossero un manifesto per raccogliere voti e questa è la cosa più immorale". "Sui respingimenti vanno rispettate le norme internazionali, oltre che il buon senso - ha aggiunto -. Non lo diciamo solo noi faziosi dell'opposizione, ma anche il Consiglio d'Europa, le Nazioni Unite, i vescovi italiani. Si tratta di rispettare la dignità dell'uomo e le leggi italiane e internazionali".

E proprio dal Consiglio d'Europa ieri è arrivato all'Italia l'ammonimento sui respingimenti dei migranti: "Respingerli vuol dire mettere in discussione il diritto d'asilo". "Ci auguriamo che il ministro Maroni non porti avanti la politica dei respingimenti", ha dichiarato all'Ansa il Commissario ai Diritti Umani, Thomas Hammarberg. "L'iniziativa italiana mette completamente in discussione il diritto di chiedere asilo" e per questo non può essere considerata "una buona iniziativa", ha detto Hammarberg, sottolineando come in questo modo "si neghi la possibilità di fuggire da situazioni di repressioni e violenze".
Come accennato prima anche il presidente Fini si è espresso ieri sull'argomento. Il tema dei respingimenti e dell'immigrazione, ha detto il presidente della Camera, "è cosi delicato da non poter essere affrontato in maniera superficiale o, peggio ancora, propagandista. Un conto - ha puntualizzato - è l'immigrato clandestino, mentre un altro conto è chi gode della possibilità di chiedere asilo. Si tratta di due posizioni che non possono essere trattate allo stesso modo"
Ha preso parte alla discussione anche la sezione italiana di Amnesty International, che ha criticato l'azione del governo italiano: "E' più che mai urgente che l'Italia si rimetta in linea con il diritto internazionale sui diritti umani, a partire dal rispetto del diritto di non respingimento contenuto nella Convenzione di Ginevra del 1951".


Una delle foto esclusive, tratte dal sito del Consiglio europeo per i rifugiati, dei rifugiati rimandati indietro dall'Italia, dopo l'arrivo al porto di Tripoli

Perplesso sul modus operandi del governo anche il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo: "La linea del respingimento non mi piace per nulla, sulla vicenda io la penso come il Vaticano che ha espresso la sua tesi sull'Osservatore Romano. La linea dura non mi piace ma non mi piace neppure l'invasione dei clandestini più o meno delinquenti che non possono infettare il nostro Paese. La verità è che nessuno fa il proprio dovere, a cominciare dall'Europa che predica bene ma razzola malissimo perchè non investe in Nordafrica creando sviluppo in quei Paesi".

Per Rita Borsellino, capolista del Pd alle elezioni europee per le isole, la linea dura adottata dal governo "non risolve il problema dell' immigrazione clandestina. Questa linea politica adottata dal governo sfiora le leggi razziali e non tiene conto dei diritti umani degli immigrati, che vanno garantiti al di sopra di tutto, come ci fanno notare la Chiesa Cattolica e l'Onu, e fa  venire meno l'identità di un Paese, come l'Italia, da sempre multietnico, pluralista, fondato sul lavoro e sul rispetto". Per la Borsellino "respingere in mare gli immigrati è in contrasto col diritto di asilo, così come è regolato da leggi nazionali, europee e internazionali. Esiste infatti il principio del non respingimento nel caso di gente bisognosa di protezione. Il problema dell'immigrazione clandestina si affronta con riflessioni e analisi adeguate, non si può gestire con il codice penale alla mano. Il governo dovrebbe operare per il rispetto e la convivenza civile anzichè alimentare diffidenza e intolleranza fra i cittadini".

[Informazioni tratte da Corriere.it, Repubblica.itLa Siciliaweb.it] 

- Franco Frattini: "L'Ue ci ha lasciati soli", intervista di Maurizio Caprara

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12 maggio 2009
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