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"Tagli alla scuola: una truffa per tutti"

"La scuola pubblica non si tocca, la difenderemo con la lotta". La protesta dei precari siciliani, contro la riforma Gelmini, si è spostata a Roma

28 agosto 2010

Ieri mattina, alle 8:30, hanno preso un aereo da Palermo verso Roma. I precari della scuola di Palermo hanno deciso di portare la proprio protesta nella capitale, dove si è più vicini alla "cabina di comando" e da dove, probabilmente, la loro voce sarà sentita in maniera più chiara.
Davanti Montecitorio si sono uniti a un gruppo di insegnanti e tecnici della scuola di Roma e delle regioni del Sud: alcune decine di precari hanno partecipato a un sit-in davanti alla Camera cercando adesioni per formare un coordinamento nazionale che scenda in piazza e chieda con forza di ritirare la riforma Gelmini.
"La scuola pubblica non si tocca, la difenderemo con la lotta", lo slogan scandito mostrando uno striscione con su scritto "Tagli alla scuola: una truffa per tutti" a piazza Montecitorio, che nell'ultimo anno è stata teatro di molte battaglie per il posto di lavoro.

Ieri sera la protesta si è poi spostata in viale Trastevere, davanti al ministero dell'Istruzione, dove un piccolo gruppo ha passato la notte. Tra i manifestanti i due precari siciliani, Giacomo Russo, Ata di Palermo, in sciopero della fame da undici giorni, e Caterina Altamore, maestra precaria alle elementari da 14 anni, che ieri ha iniziato l'astensione dal cibo. Amaro il commento di Altamore: "Dopo 14 anni di insegnamento a Palermo sono costretta ad andare a lavorare in Lombardia, in coda nelle graduatorie; in Sicilia ci sono zero posti, a Brescia forse avrò un incarico, ma ancora non ne sono sicura".
L'intenzione è quella di proseguire a oltranza: "fino a che il ministro Gelmini non accetterà un incontro pubblico e mi convincerà - ha specificato Russo - che la sua riforma farà bene alla scuola". Si tratta, assicura, non di una battaglia di una categoria, quella dei precari, ma per il futuro della scuola pubblica "e se abbiamo la forza di metterci insieme il governo dovrà cedere, perché noi siamo il Paese reale, loro sono virtuali e provvisori".
Ad appoggiare la protesta la Flc-Cgil e i sindacati di base. "La Cgil scuola - ha affermato il segretario, Mimmo Pantaleo, presente al sit in - non intende adottare un atteggiamento supino. Non ci interessa quello che fanno gli altri sindacati subalterni che accettano tutto quello che ha proposto il governo". E, con un accostamento che richiama un altro fronte caldo per la Cgil, vede nell'atteggiamento del ministro Gelmini un'adesione completa al metodo dell'ad di Fiat, Sergio Marchionne, "che è quello dei licenziamenti", e teme che sia questa "la stella polare con cui Gelmini e il governo intendono affrontare i problemi della scuola pubblica".
Sono 117.265 i docenti e 69.320 gli Ata precari (numeri relativi all'anno scolastico passato), quelli, invece, che attendo le nomine per le supplenza sono in tutto 20.000, secondo i dati della Flc-Cgil. "Il salva precari - ha ricordato Pantaleo - di fatto, salva solo il 16% dei docenti che l'anno scorso hanno avuto una supplenza e il 5% del personale Ata. Mentre sono 25.600 i tagli previsti dalla riforma oltre il 50% dei quali concentrati nel sud d'Italia".

Il sindacato ha indetto una serie di iniziative di protesta, tra le quali assemblee aperte in tutti gli istituti per l'inizio dell'anno scolastico e un'ora di sciopero ogni quindici giorni a partire da ottobre. Il Partito democratico, presente in piazza con un delegazione, ha chiesto che alla riapertura delle Camere il governo ridiscuta la riforma Gelmini e prenda in considerazione il piano triennale varato dal governo Prodi che garantiva 150 mila stabilizzazioni di precari nella scuola in tre anni. Il Pdl, invece, liquida con poche lapidarie parole il dissenso della piazza. Giorgio Stracquadanio, parla di falsi precari e punta contro l'opposizione: "Con l'inizio dell'anno scolastico, la sinistra puntualmente ricomincia con i suoi fallimentari tentativi di agitare la piazza contro il governo".

In Sicilia la protesta continua - Preoccupazione per il futuro della scuola siciliana, sia dal punto di vista occupazionale per docenti e personale amministrativo, sia dal punto di vista infrastrutturale. E' quanto emerso dalle riunioni svolte nelle prefetture di Palermo e Catania tra le rappresentanze dei precari della scuola, il sottosegretario all'Istruzione, Giuseppe Pizza, l'assessore regionale per l'Istruzione e la Formazione professionale, Mario Centorrino, i sindacati e, nel caso di Catania, anche il prefetto Vincenzo Santoro. A destare tale preoccupazione sono i tagli alla spesa dedicata alla scuola siciliana stabiliti a livello nazionale e che non hanno tenuto conto della particolare situazione dell'isola, della funzione della scuola nel territorio a difesa della legalità, dell'inevitabile deterioramento dell'offerta didattica, e per ultimo, dell'esigenza di mantenimento di alcuni canoni di sicurezza negli edifici scolastici. "Il governo della Regione - ha spiegato l'assessore Centorrino - studierà le opportune forme per reclamare la revisione dei budget assegnati e vigilerà, inoltre, sul rispetto degli impegni assunti dal sottosegretario Pizza, secondo il quale si potrà parlare di potenziamento degli organici siciliani, utilizzando docenti in sovrannumero per realizzare moduli di tempo pieno, solo dopo la definitiva assegnazione di tutti gli incarichi". Il governo siciliano è pienamente solidale con i docenti e il personale amministrativo in agitazione e segue costantemente l'evolversi della situazione preparandosi a utilizzare i possibili strumenti finanziari a disposizione in materia di offerta didattica. "Se il taglio dei budget può essere considerato un anticipo di di federalismo scolastico, la Regione - ha concluso l'assessore - è pronta a fare la propria parte, sempre che, nel rispetto del federalismo, visto il passaggio di alcune funzioni, venga dotata delle relative risorse necessarie".
A Palermo continua la protesta dei precari cominciata oltre dieci giorni fa. Per il coordinamento, l'incontro con il sottosegretario Pizza è stato "del tutto fallimentare". "Nessuno ci ha chiesto - ha detto Salvo Altadonna, insegnante di sostegno in sciopero della fame da undici giorni - di interrompere lo sciopero". Le ragioni della protesta secondo Altadonna non sono state affrontate, e ha aggiunto, "il sottosegretario ha dichiarato espressamente che i temi all'ordine del giorno non erano né i tagli previsti dalla legge 133, né la riforma della scuola".
Pietro di Grusa, il collaboratore scolastico precario da oltre 25 anni, colto da malore nei giorni scorsi, fa sapere di non aver interrotto lo sciopero della fame. "La notizia diffusa non è vera - ha detto Di Grusa -, le mie dichiarazioni sono state travisate. Ho semplicemente detto che mi sarei alimentato con qualche succo di frutta per recuperare energie e mantenermi lucido".
Per la prossima settimana sono in programma iniziative in tutta la Sicilia. Il coordinamento precari ha indetto per il 30 agosto, davanti all'ufficio scolastico provinciale di via Praga, a Palermo, un'assemblea pubblica aperta a cittadini ed esponenti del mondo politico e sindacale, sul tema della scuola. Altre iniziative saranno avviate anche a Caltanissetta, Ragusa e Catania, dove per mercoledì prossimo è prevista una manifestazione davanti all'ufficio scolastico provinciale.

[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it]

- A Palermo la scuola come un cimitero... (Guidasicilia.it, 27/08/10)

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28 agosto 2010
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