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"Tagli alle spese e agli stipendi"

Tutti d'accordo i governatori regionali: "Sia varato un decreto il prima possibile"

28 settembre 2012

Riduzione da subito degli stipendi di consiglieri, assessori e presidenti delle Regioni, taglio del numero dei consiglieri, limitazione delle spese dei gruppi e delle commissioni, da 4 a 8: sono le proposte avanzate dai presidenti delle Regioni al Governo.
Tra le proposte che i governatori, ieri riuniti nella Conferenza delle Regioni, hanno avanzato al governo c'è quella secondo la quale non si potranno costituire nuovi gruppi che non siano corrispondenti a liste elette.

E ancora: verranno limitate e uniformate le spese dei gruppi consiliari, eliminando tutti i benefit e prevedendo che le spese possano essere finalizzate solo ad una funzione istituzionale e politica. Tutte le spese saranno poi sottoposte a controllo da parte della Corte dei Conti. Inoltre si opererà una riduzione del numero dei consiglieri e degli assessori, come previsto dall'articolo 14 del decreto 138 del 2011 e vi sarà, da subito, una riduzione parametrata di tutti gli emolumenti di giunta, consiglio e presidente della Regione. Saranno sanzionate tutte le Regioni inadempienti, ovvero che non adotteranno queste misure.

"Abbiamo fatto all'unanimità una scelta importante dopo aver sentito i presidenti dei Consigli regionali", ha esordito il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. "Indichiamo e proponiamo al governo criteri precisi sui quali sia possibile operare. Chiediamo lo strumento del decreto, che è il più veloce, e che tutto venga varato il prima possibile". Le riduzioni sono quelle già previste dal decreto 138 del 2011 ma che, per stessa ammissione dei governatori "in alcuni casi erano già state avviate, in altri territori no". "Ora è arrivato il momento - ha concluso Errani - di procedere senza se e senza ma. Bisogna dare il via a questa iniziativa per la qualità delle istituzioni che è fondamentale per la democrazia". "In Italia non si è realizzato il federalismo, il processo è bloccato, mi sembra evidente - ha continuato Errani - Serve una riforma istituzionale organica, a partire dal Parlamento. Diversamente, il sistema non funziona".

[Informazioni tratte da AGI, ANSA, Lasiciliaweb.it]

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28 settembre 2012
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