"Terra Madre": un'occasione persa per il Biocluster
Avrebbe dovuto raccontare le eccellenze della Regione per i sei mesi di Expo e invece
"Non invidio a Dio il paradiso perché sono ben soddisfatto di vivere in Sicilia"
Parola di Federico II di Svevia, anno Domini 1240. Con questa stessa frase si apre Terra Madre, docufilm che avrebbe dovuto portare le eccellenze della Regione ad Expo, nel Cluster BioMediterraneo...
Dal pane nero di Castelvetrano alla mandorla di Noto, dall’uva Zibibbo di Pantelleria al cappero di Salina, dal Parco Archeologico di Segesta alla Valle dei Templi, al Teatro greco di Taormina: tutte tappe per immagini di un viaggio emozionante tra i monumenti e i gioielli del gusto che rendono l’isola un vero set a cielo aperto. Non per niente Leonardo Sciascia sosteneva che "la Sicilia è cinema". Così il suo patrimonio storico-artistico e i suoi tesori enogastronomici sono finiti sotto la macchina da presa del regista, il fotografo palermitano Pucci Scafidi. E raccontati dalla voce narrante di Giancarlo Giannini.
Dicevamo all’inizio di un "docufilm che AVREBBE dovuto portare le eccellenze della Regione nel Biocluster". Avrebbe, appunto. Il progetto "Terra Madre", prodotto dalla Fondazione Tommaso Dragotto, che ha ottenuto l’alto Patrocinio della Presidenza della Regione Siciliana, il patrocinio di "Slow Food" ed è stato realizzato, appositamente per Expo, in collaborazione con la facoltà di Agraria dell’Università di Palermo è stato alla fine ritirato dal padiglione milanese per "l'inadeguatezza degli spazi".
"Lo sponsorizzeremo in altro modo", ha detto il regista Pucci Scafidi. "Ci hanno consigliato di portarlo alla Biennale di Venezia - ha continuato - vedremo, ciò che è certo è che non potevamo rimanere in quelle condizioni".
Un’occasione persa… per il Cluster BioMediterraneo.