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"Terremoto" per la Commissione Grandi Rischi

Condannati gli esperti della commissione governativa che all'Aquila "tranquillizzarono" la popolazione

24 ottobre 2012

A conclusione di 4 ore di Camera di consiglio, il giudice unico Marco Billi ha emesso la sentenza di condanna a sei anni per tutti e sette i componenti della Commissione Grandi Rischi, all'epoca in carica, che avrebbe fornito false informazioni circa l'improbabilità della forte scossa di terremoto, a L'Aquila, che la notte del 6 aprile 2009 causò la morte di 309 persone. Nel corso del dibattimento l'accusa aveva chiesto per i sette imputati quattro anni di reclusione.

La sentenza è arrivata dopo 30 udienze, a carico di 7 componenti dell'organo tecnico-consultivo della presidenza del Consiglio nella sua composizione del 2009, composta da Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi rischi; Bernardo De Bernardinis, già vicecapo del settore tecnico del Dipartimento della protezione civile; Enzo Boschi, all'epoca presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia; Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti; Gianmichele Calvi, direttore Eucentre; Claudio Eva, ordinario di Fisica all'Università di Genova; Mauro Dolce, direttore Ufficio rischio sismico della protezione civile. Tutti condannati per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni personali colpose.
Nel dispositivo della sentenza, letto in aula dal giudice Billi, è previsto inoltre un risarcimento di 7,8 milioni di euro per i sette condannati, a cui vanno aggiunte le spese giudiziarie delle parti civili, circa 100mila euro.

All'inizio dell'udienza il procuratore della Repubblica, Fabio Picuti, ha voluto ricordare la figura del procuratore capo Alfredo Rossini, scomparso nelle settimane scorse. "Lui sarebbe stato contento oggi - ha spiegato - perché avrebbe visto confermata una sua promessa, quella di concludere i processi importanti in tempi brevi".
Nel piccolo e provvisorio tribunale di Bazzano alla periferia dell'Aquila dove si è celebrato il processo oltre ai legali, ai giornalisti e agli operatori televisivi anche tantissime persone e parenti delle vittime. Dei sette imputati erano presenti solamente Selvaggi, Eva, De Berardinis e Dolce. Di questo filone del processo alla Grandi Rischi resta ancora aperto invece il fascicolo sull'ex capo della protezione civile Guido Bertolaso accusato di omicidio colposo e coinvolto a seguito di una telefonata intercettata con l'ex assessore della protezione civile abruzzese Daniela Stati.

Un passo indietro di 20 anni - Dopo la condanna emessa ieri dal Tribunale dell'Aquila si profila una "paralisi delle attività di previsione e prevenzione". E' quanto scrive la Protezione civile in una nota. "Il Dipartimento della Protezione civile - si legge - sente l'obbligo di tracciare il quadro delle conseguenze che si stanno già ripercuotendo sul Servizio Nazionale della Protezione civile a seguito della sentenze di condanna emessa ieri dal Tribunale de L'Aquila", e "la prima conseguenza riguarda le dimissioni formalmente presentate al presidente del Consiglio dei ministri da parte dei componenti della Commissione Grandi Rischi nominata il 23 dicembre 2011, oltre a quelle del Professor Mauro Dolce, direttore dell'Ufficio rischio sismico e vulcanico del Dipartimento". La seconda "porta alla paralisi delle attività di previsione e prevenzione, poiché è facile immaginare l'impatto di questa vicenda su tutti coloro che sono chiamati ad assumersi delle responsabilità in questi settori considerati i pilastri di una moderna Protezione civile. Il rischio è che si regredisca a oltre vent'anni fa, quando la protezione civile era solo soccorso e assistenza a emergenza avvenuta''. ''Oppure - prosegue la nota - che chi è incaricato di valutare finisca per alzare l'allerta al massimo livello ogni qualvolta i modelli previsionali forniscano scenari diversificati, generando una crescita esponenziale di allarmi che provocheranno assoluta sfiducia nei confronti di chi li emette o situazioni di panico diffuso tra la popolazione".

In entrambi i casi, ragiona la Protezione civile, le istituzioni e "primi fra tutti i sindaci, che per legge hanno l'obbligo di pianificare e prendere decisioni a tutela dei propri cittadini, lo dovranno fare senza il fondamentale supporto di coloro che fino a ieri, avendo le necessarie competenze ed esperienze, fornivano valutazioni e interpretazioni sui molteplici rischi che interessano il territorio italiano e che da oggi non si sentono più tutelati dal Paese per cui prestano servizio". "In terzo luogo non si può dimenticare quanti siano i temi, drammaticamente attuali, su cui il Dipartimento della Protezione Civile rischia di perdere interlocutori essenziali: ad esempio lo sciame sismico in corso da quasi due anni nell'area del Pollino, o gli scenari di riferimento per l'aggiornamento dei piani nazionali di emergenza per i vulcani napoletani".
Secondo il Dipartimento la sentenza non tocca solo il mondo scientifico ma "pesantemente" anche altre realtà "cardine, a partire dalle centinaia di tecnici dei Centri Funzionali e dei Centri di competenza che ogni giorno si occupano di monitorare, sorvegliare e valutare i fenomeni naturali al fine dell'allertamento delle amministrazioni e delle strutture operative; ma anche i moltissimi professionisti dei numerosi Ordini che gratuitamente e volontariamente mettono a disposizione il proprio tempo e la propria esperienza in emergenza", e l'ultimo esempio è stato in Emilia. La Protezione civile, infine, garantisce di "svolgere al meglio i propri compiti", ma "auspica che le istituzioni del paese trovino il modo per restituire serenità ed efficienza all'intero sistema nello svolgimento delle proprie attività".

Intanto non si fermano i commenti sulla condanna, da molti criticata, in Italia e all’estero. "Non ho letto la sentenza e non mi sono meravigliato che la notizia stia facendo il giro del mondo perché è una sentenza che, con il rispetto per chi l'ha presa, contrasta con un dato scientifico: è impossibile prevedere la gravità di un sisma. Non a caso stanno discutendo di questa sentenza in Giappone come negli Stati Uniti. Mi auguro quindi che venga corretta in secondo grado", dice il presidente della Camera, Gianfranco Fini.
Di parere opposto il segretario di Rc-Fds, Paolo Ferrero. "Se i terremoti non possono essere previsti - domanda - perché rassicurare? Dalle intercettazioni telefoniche tra l'ex capo della Protezione Civile e l'allora assessore regionale Daniela Stati emerge come la commissione Grandi Rischi non sia stata convocata per esprimere un parere scientifico degli esperti, ma per fornire una rassicurazione preconfezionata e ingiustificata, testualmente 'a fini mediatici' per non creare allarmismi. Per questo Rifondazione comunista, così come hanno fatto altre associazioni di cittadini aquilani, ha presentato una denuncia a Guido Bertolaso per omicidio colposo". [Informazioni tratte da Adnkronos/Ign]

 

 

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24 ottobre 2012
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