''Ti scrivo da sotto la tenda''. All'EtnaFest Pino Caruso recita liriche di Pace e di Guerra
Poesie e brani letterari, con sottofondo di musica e suggestioni, per narrare le liriche di pace e di guerra, in un tempo tormentato da conflitti ma anche da indifferenza e incapacità a comunicare.
''Ti scrivo da sotto la tenda'' è l'appuntamento che Etnafest Arte propone stasera, sabato 25 giugno, alle ore 21,15, nell'anfiteatro Le Ciminiere di Catania.
Il cartellone artistico della rassegna di eventi promossa dalla Provincia e dall'Azienda provinciale per il Turismo di Catania torna così al recital che, nello spettacolo curato dal direttore artistico Angelo Scandurra, vede tre protagonisti d'eccezione: Pino Caruso e la Compagnia Gruppo Iarba, con Nino Romeo (che firma anche la regia dello spettacolo) e Graziana Maniscalco, sono infatti i ''cantori'' delle poesie di pace e guerra che alternano Prevért a Quasimodo, Neruda a Brancati, De Andrè ad Apollinaire, accompagnate dalle musiche di Franco Lazzaro ed esaltate dalla installazione scenica di Umbero Naso.
''Ti scrivo da sotto la tenda'', è proprio il verso d'apertura di una breve ma folgorante poesia di Guillaume Apollinaire: ed è anche un atteggiamento dolente, un'ammissione di impotenza, un'assunzione di irresponsabilità, la cronacistica trasmissione di visioni contrastanti: la natura si illumina di colori e intanto s'accende la bocca di un cannone. Dolore, impotenza, irresponsabilità, contraddizioni: quelle che viviamo, o subiamo, ogni giorno.
''Un televisore ci invia immagini di distruzioni - scrivono nella introduzione allo spettacolo Nino Romeo ed Angelo Scandurra - frattanto noi pranziamo o ceniamo, dissertiamo. E, frattanto, forse, vorremmo scrivere da sopra un tavolo a qualcuno che siamo noi, diverso da noi. Ma i pensieri si affastellano e le parole sbiadiscono. Così chiediamo conforto: a chi, se non ai poeti? Accorriamo agli scaffali della nostra libreria e lì sfogliamo libri, ammonticchiamo versi; nella faticosa ricerca di restituire identità alla parola, ritmo armonico al turbinìo dei sentimenti, voce a gridi soffocati e repressi''.
''Non dissimile - spiegano Romeo e Scandurra - è stato il percorso attuato per la composizione di questa messinscena: nel tentativo disperato - e, perciò, necessariamente incompiuto perché in divenire- che la parola di chi la dice risuoni e risieda in chi l'ascolta. E la smania di convivere con le risonanze e residenze dello spettatore/ascoltatore ci ha spinti a superare le secche del recital e rischiare l'impervia linearità del racconto: racconto per immagini, prosodie, amplessi di sillabe e fonemi: racconto per poesie, il cui costrutto è, per sua natura, intimo e arbitrario: e, dunque, unico. E l'unicità dell'attore che si affabula con le parole del poeta, pretende unicità dallo spettatore/ascoltatore. Così si ripete il rito antico del teatro, incontro dinamico tra individui: e si allinea con il rito primordiale della poesia, con l'inserimento di brani letterari in funzione di chiatte su cui sostare per riaffrontare, poi, il mare aperto. Così scatta l'urgenza di parlare, di parlarci, consapevoli che la pace non disarma la guerra e la guerra non soffoca la pace perché, paradossalmente, sono eventi, condizioni esistenziali e sociali complementari se coniugati in una dinamica di potere, di sopraffazione. Invece, completamente all'opposto scorre il sangue della pace quando si fa linfa per progetti di vita. Allora - concludono Romeo e Scandurra - con questo arduo compito, la parola viene arruolata: per amplificare il suono della sua coscienza come gesto alto ed estremo''.
Sequenza delle Poesie e dei Brani letterari
F. De Andrè ''La guerra di Piero'' - B. Vian ''Il disertore'' - J. Prévert ''Disertori'' - F. Fortini ''Lontano lontano…'' - W. Stevens ''La terra non è terra…'' - S. Quasimodo ''Uomo del mio tempo'' - A. Lowell ''In tempo di guerra'' - G. Apollinaire ''Cartolina postale'' - E. E. Cummings ''Ciao dice lo specchio'' - O. Khayyam ''Vidi un uccello'' - J. Prévert ''L'ordine nuovo'' - A. Merini ''Guerra'' - H. M. Enzensberger ''Dichiarazione di guerra'' - E. L. Masters ''Jacob Goodpasture'' - P. Neruda ''Solo la morte'' - V. Holan ''I Bambini del Natale dell'anno 1945'' - W. Owen ''La prossima guerra'' - I. Buttitta da ''La pelle nuova'' - P. Neruda ''Terre offese'' - J. Prévert ''Quadretto domestico'' - M. Machado ''I giorni senza sole'' - S. Sinigaglia ''Epigrafe'' - V. Brancati ''La doccia'' - À. Mutis ''Tre immagini'' - G. Benn ''In memoriam quota 317'' - J. Prévert ''Sigilli di uomini uguali morti'' - X. Chuan ''Leggendo una vecchia rivista del 1926'' - P. Matvejevic da ''Ex-Jugoslavia: diario di una guerra'' - S. Quasimodo ''I soldati piangono di notte'' - E. Fried ''Giustizia distributiva'' - N. Romeo ''Elogio della guerra''.