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"Tranquilli, qui in Italia non ci succederà alcunché"

Gli sbarchi continui, una situazione difficile e complicata e i facili spot in vista delle elezioni

28 aprile 2014

L’ultimo sbarco di un’ondata infinita c’è stato sabato sera. A Pozzallo, nel Ragusano, 281 migranti, tra siriani ed egiziani, sono sbarcati da un rimorchiatore che fa la spola con una nave della marina militare ormeggiata in rada...
Ieri, sette egiziani, compreso un minorenne, sono stati fermati dalla squadra mobile della Questura di Ragusa perché ritenuti gli scafisti del natante con 281 persone a bordo, soccorso in mare da una nave militare che ha poi sbarcato i migranti sabato a Pozzallo.
Tra loro c'è anche un intero nucleo familiare: il padre, ritenuto il comandante, e tre suoi figli, uno dei quali ha 14 anni. Tutti sono stati accusati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Ma è stato lo sprezzo per le istituzioni a colpire gli agenti della squadra mobile di Ragusa a conclusione della lettura del verbale di fermo che, per legge, è stato tradotto dall'italiano ed è stato letto loro in arabo. Vista della tensione tra i componenti del suo gruppo, il 'raìs', figlio maggiore del comandante, li ha tranquillizzati: "State tranquilli, qui in Italia non ci succederà alcunché, ci staremo pochi giorni e poi saremo fuori... torneremo liberi. Io in Italia ho commesso di tutto e solo una volta sono andato a finire in carcere rimanendovi per pochi giorni, poi mi hanno mandato in Egitto".
Una vicenda, quest’ultima, sulla quale bisogna riflettere con serietà e che, sostanzialmente, dà la misura di quanto sia complicato interfacciarsi quotidianamente con il fenomeno degli sbarchi, continui e numerosissimi in questi ultimi giorni. Complicazioni che, purtroppo, danno adito ad alcuni a facili strumentalizzazioni che in vista delle imminenti elezioni europee diventano solco da seguire dopo aver confezionato spot e promesse.

Come, ad esempio, lo spot mal riuscito di Silvio Berlusconi che, ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, ha ricordato anche la sua amicizia con Gheddafi spiegando che ai tempi dell’alleanza tra Italia e Libia i flussi migratori lungo il canale di Sicilia si sono interrotti, o quasi. "Il mio Governo - ha spiegato Berlusconi - aveva saputo fare degli accordi con Paesi africani che si affacciavano sul mediterraneo, con Algeria, Libia e Tunisia, che si erano impegnati a fermare i possibili migranti e lo hanno fatto. Nel 2011 sono arrivati 2400 emigranti. Gheddafi ormai era diventato un alleato dell’Europa, aveva stabilito dei campi per fermare la gente che voleva partire e li rimandava via e io stavo trattando con il governo europeo un corrispettivo per le spese che lui aveva. Ora bisogna rifare gli stessi accordi, ma non solo l’Italia, ma tutta l’Europa perché noi siamo un confine dell’Europa".

A Catania, invece, Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale per protesta ha inscenato uno 'sbarco' simbolico di disoccupati, anziani, disabili e pensionati "contro le politiche imposte dall'Ue sull'immigrazione" e "il governo Renzi che ha abolito il reato di clandestinità". Le politiche Ue, secondo Fdi-An, "ci costano 900 euro al mese per immigrato a fronte di una pensione sociale da 400 euro". All'iniziativa hanno partecipato il presidente del partito, Giorgia Meloni, e l'ex ministro Ignazio La Russa. "Lo Stato, a causa dell'egoismo dell'Ue, investe più risorse per gli immigrati: per ognuno che sbarca in Italia investe 30 euro al giorno, che fanno 900 euro al mese. Come fa un pensionato minimo che vive con 380 euro o un invalido che è accudito con 280 euro? Noi chiediamo al governo che le spese dell'accoglienza siano a carico dell'Ue" ha affermato il presidente di Fdi-An, Giorgia Meloni.

OItre gli spot, però, esiste il cuore della gente e dei volontari che la solidarietà la praticano senza avere bisogno di nominarla nemmeno…
LA MIGRANTE E I SUOI «ANGELI CUSTODI» - Ha sofferto molto durante il viaggio della speranza, portando in grembo un'altra vita. E a Siracusa ha trovato degli angeli dando alla luce la sua piccolina. Il reparto di Neonatologia dell’ospedale Umberto I di Siracusa, diretto dal dottor Massimo Tirantello, è stato infatti protagonista di un gesto di generosità da parte di alcune mamme nei confronti di una donna nigeriana che, dopo aver affrontato il faticoso viaggio nell’ultimo periodo di gestazione, è arrivato al presidio ospedaliero aretuseo per dare alla luce la sua bimba. Ma, ovviamente, senza l'occorrente per vestire e curare il neonato.
Fin da subito il personale del reparto di Neonatologia si è attivato per reperire quanto più utile per la nascitura e a loro si è unita una mamma, che senza alcuna esitazione ha donato le copertine del suo bambino alla piccola nigeriana. Coinvolte da uno spirito di solidarietà, tutte le altre mamme del reparto hanno raccolto tutine, scarpette, indumenti vari e lenzuola per garantire alla neonata tutte le cure necessarie affinché potesse vivere i primi giorni della sua esistenza come tutti i bambini appena nati. La piccola nigeriana è in ottima salute ed è già stata dimessa dall’ospedale assieme alla madre.

Ma questo non è l'unico gesto di generosità avvenuto nel reparto: ieri un’altra mamma ha donato dieci copertine per le termoculle adibite ai neonati prematuri all’Unità di Terapia intensiva neonatale. Un modo per ringraziare lo staff per l’assistenza e l’ospitalità ricevuta durante la permanenza nel reparto del suo piccolo nato prematuro alcune settimane fa.
«Questi due gesti di grande solidarietà non devono passare inosservati - dice Massimo Tirantello, direttore della Neonatologia e Utin dell’Umberto I - e con Giuseppe D’Aquila, direttore sanitario del presidio ospedaliero, ho predisposto due lettere di ringraziamento indirizzate sia alle mamme che hanno accudito la piccola nigeriana sia alla famiglia Amitrano, che si è preoccupata di venire incontro ai piccoli prematuri del reparto».
Ringraziamenti anche da parte del commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Siracusa, Mario Zappia: «Da questi gesti di sensibilità - sottolinea - si coglie indistintamente la gratitudine dei pazienti nei confronti del personale sanitario, che con professionalità e competenza si prodiga per alleviare le sofferenze nel rispetto della dignità della persona». [Articolo di Luca Signorelli - Corriere del Mezzogiorno]

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28 aprile 2014
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