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''Trasformare il rifiuto in risorsa''

Il ministro Prestigiacomo punta a far diventare Palermo la città esempio per la raccolta differenziata

23 giugno 2009

Si chiama "Palermo differenzia" il progetto pilota predisposto dalla "direzione generale Qualità della vita" del Ministero dell'Ambiente, in collaborazione col Conai, presentato ieri nel capoluogo siciliano dal ministro Stefania Prestigiacomo, con l'obiettivo ambizioso di alzare fino al 66% in un anno i livelli di raccolta differenziata, oggi inchiodati al 4% della produzione complessiva di rifiuti in città. Il progetto, che partira il prossimo novembre, con un costo di 3,5 milioni di euro a carico del ministero, avrà una prima fase sperimentale della durata di un anno e prenderà il via nel centralissimo quartiere Libertà-Politeama, coinvolgendo quasi 45 mila famiglie e 2 mila commercianti, anche con lo strumento del porta a porta. Il progetto dovrebbe poi essere esteso in tutta la città e in provincia.

Al piano partecipano Regione, Prefettura, Comune di Palermo e Amia, con l'intervento di volontari che avranno il compito di spiegare ai cittadini come si effettua la raccolta differenziata con una campagna porta a porta e la distribuzione di materiale alle famiglie e nei condomini.
L'incontro di presentazione del progetto è stato preceduto da una riunione operativa in prefettura nella quale è stato fatto il punto della situazione sugli interventi già predisposti per superare l'emergenza rifiuti nel capoluogo palermitano, cominciando da quelli per la amessa in sicurezza della discarica di Bellolampo; interventi che consentiranno la prosecuzione del conferimento in discarica. Ma si è parlato anche della realizzazione dei termovalizzatori nei prossimi due anni per ottimizzare e decongestionare il sito di stoccaggio. Alla riunione, insieme al ministro, c'erano il commissario per l'emergenza rifiuti e prefetto di Palermo, Giancarlo Trevisone, l'assessore regionale con delega alla protezione civile Gaetano Armao, il presidente dell'Arra Felice Crosta, il presidente di Amia Gaetano Lo Cicero e il sindaco Diego Cammarata.

"Da oggi parte il cantiere nella discarica di Bellolampo a Palermo per l'ampliamento della quarta vasca", ha annunciato il ministro Prestigiacomo. "Con i lavori che cominciano oggi alla discarica palermitana - ha detto il ministro - si apre davvero una nuova fase per Palermo che punta alla messa in sicurezza definitiva della discarica. Attraverso una serie di tappe, a partire dai lavori che cominciano oggi, creeremo le condizioni per dare un'autosufficienza alla discarica di Bellolampo per i prossimi due anni e mezzo circa". "Questo è solo il primo intervento - ha continuato la Prestigiacomo in conferenza stampa - Ne seguirà un altro per creare un'altra piazzola di raccolta e poi la realizzazione di una nuova vasca con la messa in sicurezza definitiva della discarica di Bellolampo. Con oggi diamo l'avvio di questo progetto".
Per quanto riguarda i finanziamenti, è sempre il ministro dell'Ambiente che ha snocciolato dati e cifre: "2,2 milioni di euro sono i fondi appaltati per Bellolampo e per i quali iniziano i lavori oggi. Si tratta di fondi nazionali. Poi abbiamo l'ampliamento della seconda vasca il cui costo è stimato in 4,5 milioni di euro e la Regione Sicilia ha dato oggi la conferma che li anticiperà con i fondi Fas. Infine c'è la realizzazione di una nuova vasca nella discarica la cui progettazione esecutiva è già pronta , il costo è stimato in 17 milioni di euro. Sono fondi che dobbiamo ancora reperire con la regione, intanto abbiamo messi i soldi per partire".

Il ministro Prestigiacomo, parlando poi di quanto successo nei giorni scorsi nei comuni del palermitano che si sono ritrovati sommersi dalla spazzatura a causa dello sciopero dei dipendenti del Consorzio Coinres, ha detto: "Nessuno otterrà agevolazioni o finanziamenti da parte dello Stato  con il ricatto di non raccogliere i rifiuti". "E' vero - ha ammesso il ministro -, in Sicilia abbiamo parecchi problemi. E' inutile negarlo, però è anche doveroso dare un messaggio di chiarezza a coloro i quali che pensano attraverso il ricatto della mancata raccolta dei rifiuti di potere chiedere soldi allo Stato. Questa è una strada assolutamente non percorribile". "Si tratta di problematiche completamente diverse per dare un'immagine di una emergenza - ha aggiunto - La Regione ha preso in mano la situazione in maniera tempestiva. E' evidente che se ci sono dei problemi vanno affrontati nelle sedi competenti, ma con un'adeguata modalità che non è quella di mettere in crisi un sistema di raccolta".

Per Cammarata un sospiro di sollievo - L'intervento del Ministero dell'Ambiente si trasforma così in un problema in meno per il sindaco, alle prese con i debiti dell'Amia. "Non posso che essere contento per l'inizio di questi lavori a Bellolampo - ha spiegato il sindaco di palermo Diego Cammarata - adesso stiamo avviando un percorso che consenta all'Amia di riscuotere i crediti che vanta anche nei confronti degli altri Ato, che ammontano a circa 95 milioni di euro". Per colmare il buco dell'Amia l'anno scorso è stata aumentata la tassa sui rifiuti e in questi giorni le percentuali di riscossione della Tarsu hanno toccato quota 80%. "Ho incontrato il presidente del Consiglio (LEGGI) e mi ha rassicurato sulla possibilità di mettere in atto il progetto di crescita e rilancio della città, grazie alla lotta all'evasione e al miglioramento della riscossione - ha concluso Cammarata - sul primo versante abbiamo già stretto un accordo con la guardia di finanza, mentre sul secondo c'è una collaborazione già avviata con la Serit che dovrebbe innalzare del 7% la riscossione". [Informazioni tratte da AffarItaliani.it, Adnkronos/Ing, Ansa.it]

Inservibili per la differenziata: sprecati 750 mila euro
I CASSONETTI DI PALERMO CON LE MISURE SBAGLIATE
di
Lorenzo Salvia (Corriere.it, 22 giugno 2009)

Sembrava impossibile anche a loro, agli ingegneri, agli autisti e agli spazzini di lungo corso convocati in gran segreto sul piazzale della discarica di Bellolampo. Spingi a destra, spingi a sinistra. Niente. Spingi da sotto, spingi da sopra. Niente. Riprova a destra, riprova da sopra. Niente, ma proprio niente da fare. I cassonetti comprati l'anno scorso per far partire a Palermo la raccolta differenziata non vanno bene. Misure sbagliate, sistema di aggancio incompatibile: i camion non li possono sollevare e svuotare. Se ne sono accorti diversi mesi fa quelli dell'Amia, l'azienda comunale che si occupa di rifiuti e di cui spesso si è occupata la magistratura. Visto il comprensibile imbarazzo, hanno provato a tenere nascosta la notizia. E pure i cassonetti, confinati in un piazzale fuori città.
Li avevano comprati un anno fa, primo blocco da 1.500 esemplari a 500 euro l'uno per un totale di euro 750 mila a spese dell'ignaro contribuente. Dovevano consentire il recupero di carta, plastica e vetro, risollevando Palermo da quel misero 4 per cento di raccolta differenziata che spinge la quinta città d'Italia in fondo alla classifica nazionale. E invece si sono trasformati da contenitore per i rifiuti in rifiuti punto a basta. Mai utilizzati, nemmeno per un giorno. Inservibili anche per sostituire almeno una parte dei 5 mila cassonetti incendiati o danneggiati nelle ultime settimane in città, quando la raccolta si è fermata per mancanza di soldi e i palermitani hanno cominciato a dare fuoco ai cumuli di spazzatura che riempivano le strade. Ancora adesso sono fermi in quel piazzale di Bellolampo, la discarica cittadina vicina all'esaurimento (ovvio) visto che senza differenziata tutta la spazzatura finisce qui. Avvistarli non è cosa semplice: la discarica è recintata e sorvegliata. Bisogna prendere la strada che sale verso Torretta e poi tagliare per i rimboschimenti della forestale, armati di un buon teleobiettivo.

Chi ha sbagliato? Non la ditta che ha costruito i cassonetti e li ha regolarmente consegnati. Era proprio l'ordine ad essere impreciso e adesso l'Amia non può rivalersi su nessuno. L'azienda ha pure provato a rivenderli come affarone di seconda mano. Ma il salvataggio in corner non è riuscito. Qualcuno aveva pensato di piazzarli negli Emirati Arabi, visto che lì l'Amia doveva partecipare ad un bando proprio per la raccolta differenziata. Ma nemmeno gli arabi ne hanno voluto sapere. Di quelle missioni a Dubai ed Abu Dhabi resta solo l'inchiesta aperta nelle settimane scorse dalla magistratura palermitana. In 22 viaggi la delegazione guidata dall'allora presidente del consiglio d'amministrazione Vincenzo Galioto, ora senatore del Pdl, avrebbe speso almeno 300 mila euro. Più o meno la metà di quanto l'Amia ha pagato quei cassonetti ancora fermi sul piazzale. Cassonetti che adesso rischiano di fare la stessa (triste) fine degli ultimi camion per la raccolta comprati dall'Amia.

Con un debito che supera i 150 milioni di euro, l'azienda non riesce a pagare l'assicurazione dei nuovi mezzi, che quindi restano chiusi in garage. Solo che l'Amia non riesce a comprare nemmeno i pezzi di ricambio necessari per i camion vecchi, gli unici che circolano ancora. Non resta che smontare i camion nuovi e prendere da lì i pezzi che servono per quelli vecchi. Anche per i cassonetti mancano i pezzi di ricambio: solo per rimettere a posto tutte le ruote danneggiate o sparite negli ultimi anni servirebbero 50 mila euro. Soldi che l'Amia non ha. Qualcuno in azienda ha pensato di riciclare le ruote di quei cassonetti fermi sul piazzale, che tanto non servono a niente, e rimontarli su quelli vecchi che zoppicano in strada. Un modo per limitare i danni ma attenzione: la compatibilità non è stata ancora verificata. Visti i precedenti, si raccomanda prudenza.

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23 giugno 2009
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