''Tv e bambini: meglio non distrarsi!''. Dal 10 gennaio parte la nuova campagna di Rai e ministero delle Comunicazioni
L'abuso di televisione può far male ai bambini. Lo sappiamo tutti da anni, ma ancora nessuno è riuscito a trovare un ''vaccino'', un ''antitodo'', una ''cura'', un ''metodo'' per tutelare veramente i minori. Non si è riusciti o non c'è mai stat vare volontà di riuscirsi? Lasciamo le possibilità di risposta assolutamente aperte.
Dello spinoso tema“bambini e televisione, istruzioni per l'uso”, insomma, si continua a parlare e a disquisire (sempre a vuoto), e anno dopo anno dalle emittenti televisive escono fuori nuove autoregolamentazioni, nuovi osservatori, nuove figure di vigilanza che risolvono poco o niente. Anche il 2008 avrà la sua campagna di difesa del minore dalla televisione, e chissaà che questa volta non si riesca nell'intento che ormai da decenni viene disatteso. Noi abbiamo i nostri dubbi...
Comunque, il 10 gennaio prossimo la Rai in collaborazione con il ministero delle Comunicazioni lancerà la nuova campagna dedicata al rapporto tra minori e tv: uno spot di 37 secondi che, con lo slogan "Bambini e televisione: meglio non distrarsi", richiama l'attenzione sul rapporto tra i più piccoli e i programmi tv dai contenuti più complessi - ad esempio telegiornali, programmi di approfondimento - le cui immagini e resoconti possono richiedere un livello di maturità non alla portata dei più piccoli.
Nello spot, frammenti di immagini e voci, come tessere di un puzzle, vanno a comporre un grosso punto interrogativo. "Come il gioco, la scuola, gli amici e lo sport - recita il testo - anche la tv può aiutare i bambini a crescere. Ma quando è necessario, restiamogli accanto". L'invito ai genitori, alle famiglie e agli educatori è quindi quello di affiancare i bambini nella visione, guidandoli a una comprensione corretta di ciò a cui stanno assistendo.
La campagna è un'applicazione del nuovo contratto di servizio 2007-2009 voluto dal ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, e sottoscritto dalla Rai il 5 aprile scorso. Lo spot adempie all'obbligo fissato nel comma 6 dell'articolo 7 (dedicato agli impegni del servizio pubblico nei confronti della programmazione per i minori), che prevede campagne di sensibilizzazione per i genitori sull'uso corretto della tv. Il contratto prescrive anche che la Rai adotti un sistema di riconoscibilità visiva, capace di evidenziare (nei film, nella fiction e nell'intrattenimento) i prodotti che vanno visti insieme a un adulto e quelli per il solo pubblico adulto. Nel caso di programmazione non adatta a minori, il simbolo deve restare visibile per tutta la messa in onda. La Rai ha già introdotto la "farfalla" (il logo dell'azienda) gialla o rossa, per indicare il tipo di programmazione: il rosso è accompagnato anche dalla raccomandazione verbale "Il film è adatto al solo pubblico adulto".
L'articolo 7 prevede anche l'allargamento della fascia oraria dedicata ai minori, che inizia alle 16, e che finirà alle 20 invece che alle 19. E ancora: il vincolo di non interrompere con la pubblicità i programmi per bambini e i cartoni animati sotto i 30 minuti, il divieto di usare i personaggi dei cartoni come 'traino' pubblicitario, quello di trasmettere trailer di film vietati non solo durante la fascia protetta, ma anche nella fascia 7-9. L'obbligo di non programmare film vietati ai 14 anni in tali orari si estende quindi anche ai trailer dei film medesimi.
L'attenzione ai minori - rileva la nota del ministero delle Comunicazioni - è un tema strategico. Tra le iniziative, la campagna "Internet e minori" sull'uso corretto della Rete da parte dei bambini e dei genitori, in onda sulle reti Rai la scorsa estate; il decreto del ministero che ha rafforzato gli strumenti di contrasto alla pedopornografia; la Convenzione tra il ministero e Save the Children e l'attivazione del sito Tiseiconnesso, per educare i giovani e i loro genitori all'uso consapevole dei nuovi media. Infine, l'impegno nella lotta alla diffusione di materiali violenti e diseducativi, come alcuni videogame.