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''Una risata vi seppellirà''

Continuano le proteste contro le ''vignette blasfeme'' raffiguranti Maometto e pubblicate da un giornale danase

06 febbraio 2006

Per i musulmani la raffigurazione irrisoria del profeta Maometto è un grave atto di blasfemia. Chi si macchia di una tale colpa è molto probabile che venga colpito da una fatwa (editto) di condanna a morte. Non vi è possibilità alcuna di utilizzare ironia quando si pensa al profeta. Nessuno può permettersi una cosa del genere.
Qualcuno però, nell'infedele Europa, si è permesso di fare satira sugli usi e costumi islamici utilizzando proprio la sacra figura di Maometto e ciò a provocato una impressionante ondata di proteste alzatasi dai paesi arabi.
La vicenda delle ''vignette sataniche'' danesi è iniziata alla fine del settembre 2005. Esattamente  il 30 settembre scorso l'Jyllands Posten, il più diffuso quotidiano danese, pubblica 12 caricature sotto il titolo ''I volti di Maometto''. Vengono rappresentati kamikaze che ascesi in paradiso non trovano le sette vergini che il martirio promette, Maometto rappresentato come sanguinario terrorista e così via. L'indignazione dei rappresentanti musulmani in Danimarca è tanta, e chiedono il ritiro delle vignette e le scuse ufficiali.
Le vignette non vengono ritirate e rivendicando la libertà d'espressione anche un quotidiano norvegese pubblica i disegni. Nessuno, inoltre, vuole chiedere scusa, e da qui ne nasce un susseguirsi di scontri, ribellioni e violente proteste nei confronti delle ambasciate europee in diversi paesi islamici.

Due giorni fa migliaia di attivisti di Hamas, forse diecimila, si sono radunati a Jabaliyah, nella Striscia di Gaza, per protestare contro la pubblicazione delle caricature di Maometto. Al raduno è intervenuto anche Ismail Haniyeh, possibile primo ministro del futuro governo palestinese. ''La libertà di stampa di cui parla l'Europa è servita a colpire l'islam'', ha detto Ismail Haniyeh.
Anche ieri è stata un'altra giornata di proteste. Nella capitale del Libano, ci sono stati scontri, feriti e saccheggi. Il consolato danese è stato dato alle fiamme. Alcuni manifestanti hanno anche attaccato il quartiere cristiano maronita di Ashrafieh.
I leader spirituali delle comunità sciita e sunnita del Libano hanno espresso sostegno alle manifestazioni di protesta, ma hanno anche esortato i dimostranti alla non violenza e al rispetto della legge.
La presidenza austriaca dell'Unione europea ha subito condannato, con un comunicato, come ''inaccettabili'' la serie di attacchi e minacce contro ambasciate di Paesi scandinavi a Damasco e nei Territori palestinesi, avvenuti nei giorni scorsi.

Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha riferito che l'Iran ha richiamato il suo ambasciatore a Copenaghen e annunciato che non consentirà l'ingresso sul proprio territorio ai giornalisti danesi. Mentre, in una dichiarazione su Internet, l'Esercito islamico in Iraq (che aveva tra gli altri rivendicato l'omicidio di Enzo Baldoni), ha incitato a rapire danesi e ''farli in tanti pezzi quanti sono i giornali che hanno pubblicato le vignette''. Un altro gruppo, definitosi ala militare dell'Esercito del diritto, ha distribuito volantini in cui incitava a attaccare persone dei Paesi dove sono state pubblicate le vignette e in particolare i danesi. La Danimarca ha più di 500 militari in Iraq.
Anche in Afghanistan si sono scatenate le proteste per la pubblicazione delle vignette. Circa 3 mila persone hanno manifestato a Mihtarlam bruciando bandiere danesi. Altre mille a Fayzabad, dove sono stati esplosi anche alcuni colpi di arma da fuoco. Cento persone in una moschea di Kandahar hanno chiesto al governo afgano di interrompere le relazioni con la Danimarca. Due le persone che hanno perso la vita negli scontri.

Insomma, tutto l'oriente musulmano è in rivolta contro la pubblicazione delle vignette ''blasfeme''.
Sabato sorso il governo pachistano ha convocato l'ambasciatore della Danimarca e di diversi altri paesi europei, tra i quali quello italiano, per protestare contro la pubblicazione delle caricature di Maometto. Oltre all'ambasciatore di Danimarca sono stati convocati quelli di Germania, Spagna, Francia, Olanda, Ungheria, Italia, Norvegia, Svizzera e Repubblica Ceca. Negli incontri con i capi delle rappresentanze diplomatiche europee, le autorità pakistane hanno espresso ''una vigorosa protesta contro la pubblicazione e la riproduzione di disegni blasfemi'' che pretendono di rappresentare il profeta Maometto. In particolare il governo pachistano esige ''un'azione immediata del governo danese contro il giornale che ha pubblicato le caricature'', e l'impegno dello stesso governo a far sì che ''simili atti reprensibili'' non si ripetano. ''La libertà di espressione non deve essere intesa come il diritto di ferire i sentimenti di altri popoli e di denigrare i loro valori e le loro convinzioni e compete ai governi europei di garantire che simili disdicevoli atti non si ripetano'', afferma la nota del governo pachistano.

Ci chiediamo se è mai possibile che ancora oggi possano verificarsi scontri di civiltà così gravi per delle vignette. Il ragionamento e l'analisi dell'attuale situazione dei paesi islamici ci da, purtroppo, una risposta terribile, ossia quella che ci dice che lo scontro tra civiltà non è iniziato adesso per le vignette, ma era già in atto da diverso tempo. Questo, e il timore è tanto, continuerà ad esserci e ad esacerbarsi. Si è nel bel mezzo di uno scontro tra infedeli, blasfemi contro la vita, contro il dialogo e la civile convivenza.

- «Non mi pento di quelle vignette» (Corriere.it)

- Vignettisti divisi sulla barba di Maometto (Corriere.it)

- La rivolta del mondo musulmano contro le vignette: la cronologia


 

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06 febbraio 2006
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