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''Usurai fatevi avanti!''. Questo il provocatorio appello di un giovane imprenditore siciliano in difficoltà

13 ottobre 2006

''Usurai fatevi avanti!''. È questo l'appello lanciato da Michele Morsello, un giovane imprenditore di Petrosino (TP), amministratore unico dell'Acquacoltura Mediterranea (un grosso impianto di itticoltura che occupa una dozzina di persone), da circa un anno in difficoltà economiche a causa delle spese sostenute (813 mila euro) per il mantenimento, chiesto dalla curatela fallimentare, anche dei pesci della precedente gestione (Ittica Mediterranea).
Quest' ultima fu dichiarata fallita nel 2003; nella gestione dello stesso impianto, che fino ad allora contava circa 100 dipendenti, subentrò l'Acquacoltura Mediterranea, il cui amministratore aderì alla richiesta del curatore fallimentare nominato dal Tribunale di Marsala, acquistando per diverso tempo ossigeno e mangimi. In caso contrario, milioni di pesci sarebbero morti per mancata ossigenazione e denutrizione.
Già dallo scorso gennaio, il titolare dell'Acquacoltura Mediterranea, che non può incassare il ricavato della vendita dei pesci mantenuti in quanto questi sono di proprietà della curatela fallimentare dell'Ittica Mediterranea, ha chiesto al Tribunale di Marsala il rimborso delle spese sostenute, ma finora senza alcun esito.

Per questo motivo è stata anche presentata ai carabinieri una denuncia contro il curatore fallimentare e il giudice delegato. A causa delle difficoltà economiche in cui si trova l'azienda, circa tre milioni di pesci (un milione e mezzo sono gli avannotti, ossia i piccoli) rischiano di morire per la mancata ossigenazione dell'acqua nelle vasche. Lunedì scorso, infatti, l'Enel, pretendendo il pagamento delle bollette degli ultimi mesi, ha bloccato l'erogazione dell'energia elettrica. Per questo è stato necessario attivare un vecchio generatore a gasolio, che però, a detta del titolare dell'azienda, ''rischia di cedere da un momento all'altro''.

L'appello agli usurai è stato lanciato con una lettera inviata al Presidente della Repubblica, al Procuratore nazionale Antimafia, alla Procura di Marsala e altre autorità. ''Sono stato educato al lavoro - scrive Michele Morsello - assieme ai mie fratelli da quando avevo appena 16 anni in attività privata e non certamente nelle Istituzioni pubbliche..., allo Stato non abbiamo chiesto posti di lavoro non produttivo anzi abbiamo creato posti di lavoro senza che lo Stato ad oggi abbia speso una lira nei nostri confronti. Siamo stanchi di rincorrere le Istituzioni a tutti i livelli dal più piccolo a più grande senza che questi abbiano risposto alle esigenze della nostra società, siamo stati umiliati e mortificati più volte nelle sedi istituzionali e messi alla porta come i delinquenti. Le leggi di finanziamento alle imprese sono solo per i potenti che magari dopo si scoprono in odor di mafia''.

Fonte: La Sicilia

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13 ottobre 2006
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