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"Voglio essere interrogato!"

Raffaele Lombardo chiede ai pm di essere interrogato e il Pd siciliano gli da il proprio sostegno

11 novembre 2010

"Chiedo di essere interrogato. Essere sentito da ospiti silenziosi non è più il caso. Non credo che ci sia più da salvaguardare alcuna riservatezza. La vicenda che mi riguarda, ormai da 9 mesi, gira su tutti i giornali, televisioni, siti internet di tutta la Sicilia e di mezza Italia". Lo afferma sul suo blog il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, a proposito dell'indagine della procura di Catania che lo coinvolge. "Credo che sia giusto pretendere che una volta per tutte si formi la verità ascoltando il diretto interessato. Ho chiesto formalmente, attraverso una nota del mio legale, di essere interrogato - aggiunge - in modo tale da poter rispondere a tutte le domande che la procura della Repubblica intende pormi. Se dovessi rispondere solo a sette domande, come chiede Repubblica, sarebbe un esame troppo facile e si direbbe che sono stato raccomandato. Quindi non sette ma settanta o, come dicono le Sacre scritture, settanta volte sette".
"Intendo rendere conto ai siciliani - continua il governatore -, come è giusto, di tutto quello che può riguardare il presidente della Regione, anche attraverso la stampa. Non sarebbe poi la prima volta. Io ho parlato all'Ars, cioé al popolo siciliano, il 13 aprile e non mi sono sottratto alle domande dei giornalisti sino a quando questa vicenda non ha avuto una prima definizione, intorno a luglio scorso. Adesso leggo nella nota della procura della Repubblica, letta dinnanzi ai giornalisti il 3 novembre, che non è prevista alcuna iniziativa processuale per me; ma, intanto, è iniziato un processo mediatico considerevole. E' il momento di porre la parola fine rendendo conto e rispondendo a tutte le domande. Io sono più che disponibile". "Per il doveroso e sentito rispetto che nutro nei confronti degli inquirenti e della procura, parlerò con i procuratori. Aspetto - conclude - che si fissi questa scadenza e dopo parlerò ai cittadini attraverso una conferenza stampa".

Intanto ventuno dei 27 parlamentari del gruppo del Pd all'Ars hanno firmato un documento con cui ritengono "inaccettabile che una vicenda giudiziaria rispetto alla quale la stessa Procura di Catania ha ritenuto di non dovere adottare provvedimenti nei confronti del presidente Lombardo, venga strumentalizzata per mettere in discussione il pronunciamento della stragrande maggioranza del Pd siciliano e del gruppo parlamentare all'Ars sul sostegno ad un governo formato da persone perbene, impegnato ad affrontare le emergenze sociali ed a combattere le illegalità, a cominciare dai settori più delicati come acqua, rifiuti, sanità ed energia".
I 21 parlamentari sostengono dunque la linea del capogruppo dell'Ars, Antonello Cracolici, e del segretario regionale del partito Giuseppe Lupo (dunque da 21 il computo dei parlamentari sale a 23). Il documento è anche una risposta al senatore del Pd, Enzo Bianco.

"Rispetto l'opinione di tutti, e siamo aperti al confronto all'interno del partito con chi vuole offrire il proprio contributo, ma sulla vita politica del Pd in Sicilia decidono gli organismi democraticamente eletti e non i caminetti romani". Così Giuseppe Lupo, replica a chi nel partito, come il senatore Enzo Bianco, sostiene che "la posizione contraria" al governo di Raffaele Lombardo, "é largamente maggioritaria fra i parlamentari siciliani del Pd". Infatti, a detta del senatore Bianco: "Cresce nel Partito democratico, a Roma e in Sicilia, il malessere verso il governo Lombardo". "Ora anche Veltroni e i dirigenti di Modem hanno detto che l’accordo con Lombardo è insostenibile - ha aggiunto Bianco – e a questo punto la posizione contraria è largamente maggioritaria fra i parlamentari siciliani del Pd". "Cresce anche fra gli elettori la scelta di una posizione chiara – ha osservato ancora il senatore – la stragrande maggioranza dei lettori di Repubblica ha chiesto in un sondaggio di separare nettamente la posizione del Pd da quella di Lombardo. Dagli atti processuali pubblici, a differenza di quello che ha dichiarato in buona fede il segretario Giuseppe Lupo – sostiene Bianco – emerge un intensità di rapporti di inaudita gravità con personaggi mafiosi di livello; rapporti assolutamente incompatibili con il profilo del Partito democratico". "Su molte cose si può transigere – ha concluso Bianco – sul profilo morale, no! Da mesi avevamo invitato alla prudenza. Il Pd ritiri quanto prima gli assessori di riferimento e tolga il suo sostegno. Senza meline. Nitidamente".
Per il segretario Giuseppe Lupo il ritiro degli assessori ed eventuali "elezioni anticipate in Sicilia sarebbero un regalo a Berlusconi, si ricompatterebbe la vecchia maggioranza di centrodestra, proprio nel momento in cui é più debole che mai".

Il documento di "sostegno" al governo Lombardo è stato firmato dai parlamentari: Francesco Rinaldi, Roberto De Benedictis, Pino Apprendi, Roberto Ammatuna, Pippo Digiacomo, Nino Di Guardo, Davide Faraone, Massimo Ferrara, Elio Galvagno, Baldo Gucciardi, Giuseppe Laccoto, Vincenzo Marinello, Bruno Marziano, Camillo Oddo, Filippo Panarello, Giovanni Panepinto, Giuseppe Picciolo, Concetta Raia, Lillo Speziale, Salvatore Termine, Gaspare Vitrano.

"Credevo di essere un iscritto e rappresentante di un Partito 'democratico' e non di Partito di 'Cassandre'". Questa l'affermazione del parlamentare del Pd alla Regione Siciliana, Giuseppe Picciolo, che ha invitato il partito a "fare quadrato contro l'imperante neo-centralismo berlusconiano". "In queste ore - ha aggiunto - vedo una 'corsa autolesionista' di leader nazionali e non, che si affrettano a predire le più grandi disgrazie e sciagure sul nostro partito, indirettamente, e sul Presidente della Regione Siciliana, in proprio. Non rinnego di una virgola il progetto democratico sottoscritto dalla quasi unanimità dell'Assemblea regionale del Pd nello scorso dicembre. Nulla è cambiato sotto l'aspetto giudiziario della vicenda - ha sottolineato l'esponente del Pd - anzi è emersa chiara la posizione della Procura e del Gip di Catania che non hanno ritenuto penalmente rilevanti le risultanze dell'indagine. Costruire teoremi su prossime ed ulteriori indagini in danno del Presidente Lombardo è pretestuoso". "Invito il Pd a sottoscrivere in modo quanto più unitario - ha concluso Picciolo - un documento da sottoporre alla prossima Direzione del Pd del 19 novembre, in cui si ribadisca il convinto supporto all'attività di riforma e rilancio dell'azione di Governo, facendo quadrato per contrastare l'imperante neo-centralismo berlusconiano. Di questo dovrebbero occuparsi i nostri parlamentari nazionali".

[Informazioni tratte da Ansa, GdS.it, SiciliaInformazioni.com, LiveSicilia.it]

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11 novembre 2010
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