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1.500 dollari per un viaggio della speranza

La confessione di uno scafista tunisino: "Per un salvagente dovevano pagare 200 dollari in più"

03 giugno 2014

Si chiama Abd El Karim El Hamdi, è tunisino ed ha 34 anni. E’ ritenuto lo scafista del peschereccio con a bordo 266 migranti arrivati ieri a Pozzallo e soccorsi dalla nave mercantile North Guardian nel Canale di Sicilia. Fermato su disposizione della Procura di Ragusa, il provvedimento è stato eseguito dalla squadra mobile della Questura, da agenti del Servizio centrale operativo direzione centrale anticrimine della polizia di Stato e da militari della Guardia di finanza di Pozzallo e di carabinieri compagnia di Modica.

El Hamdi ha confessato facendo alcune ammissioni: "Ero in un bar in Libia e c’era un procacciatore di clandestini, il quale mi ha contattato e mi ha chiesto se volevo partire in Italia. Lo stesso, ricevuta da me risposta affermativa mi diceva che il viaggio avrebbe comportato per me la spesa di 1.000 dinari libici. Dopo qualche giorno lo stesso mi ha chiesto se conoscessi il mare e se avessi conoscenze di marineria ed io ho riposto di sì in quanto in passato ero stato imbarcato in un peschereccio".
"Appreso ciò l’organizzatore mi ha proposto dapprima uno sconto e successivamente di pagarmi a viaggio ultimato 1500 dollari. All’atto della partenza ho avuto indicazioni che doveva essere lui a chiedere l’intervento in mare dopo aver ricevuto da me più telefonate con le quali di volta in volta gli segnalavo il punto marino ove mi trovavo. Mi avevano detto che l’imbarcazione doveva essere appunto soccorsa in acque internazionali e non mi ha detto che fine avrebbe fatto".

I testimoni hanno raccontato che "durante tutto il viaggio non ci hanno dato da mangiare, né da bere: i bambini sono arrivati in condizioni pietose, così anche le donne, qualcuna in stato interessante che si è sentita male".
Ogni migrante, hanno accertato gli investigatori, avrebbe pagato mediamente 1.500 dollari, per un incasso che si aggira su 400mila dollari. Per i trafficanti il giubbotto salvagente è un 'optional' da pagare: 200 dollari ciascuno in più.

Altri quattro tunisini, ritenuti gli scafisti di natanti soccorsi nel Canale di Sicilia con a bordo, complessivamente, 1.300 migranti che sono arrivati ieri nel porto di Augusta a bordo della motonave 'Asso 25', sono stati fermati su disposizione della Procura di Siracusa. Il provvedimento, emesso dal procuratore Francesco Paolo Giordano, è stato eseguito da agenti della polizia di frontiera marittima, personale del Gruppo interforze di contrasto all'immigrazione clandestina, carabinieri e Guardia di finanza. I quattro sono indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
Anche ad Agrigento sono stati fermati dalla Squadra Mobile di Agrigento due presunti scafisti, uno di nazionalità siriana e uno marocchino, perché indiziati di aver "procurato, in concorso tra loro, l'ingresso illegale in Italia di 257 eritrei mediante la conduzione di un'imbarcazione proveniente dalla Libia". Il natante, carico di migranti poi trasferiti a Porto Empedocle (Agrigento), è stato soccorso sabato a 30 miglia da Lampedusa. Adnan Alsadeka, siriano di 25 anni e Sharif Marjon, marocchino, di 51 anni, sono stati portati nel carcere Petrusa di Agrigento.

E intanto non si ferma il flusso di arrivi. Nella notte una motonave maltese ha soccorso 95 migranti nel Canale di Sicilia. L'arrivo a Catania era previsto stamattina, ma un problema al motore ne ha rallentato la navigazione, facendo stimare per le 18 l'orario di approdo. La motonave maltese resterà in rada: i migranti saranno trasferiti in porto con il rimorchiatore 'Città di Siracusa'. Sono stati intanto trasferiti in Puglia, con un volo charter, i 147 extracomunitari arrivati ieri nel porto del capoluogo etneo dopo essere stati salvati dal mercantile panamense Amina-H: sono già arrivati a Brindisi, Barletta e Taranto.

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03 giugno 2014
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