10.438 beni confiscati alle mafie
On line la Relazione 2011 dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata
Al 31 dicembre 2011 sono in totale 10.438 i beni confiscati alle mafie, tra immobili in gestione, destinati e consegnati, destinati non consegnati e usciti dalla gestione, solitamente per revoca della confisca o esecuzione immobiliare.
Il 75% di questi beni si concentra in 3 regioni: Sicilia (con 4.649 beni pari al 44% del totale), Calabria e Campania, seguite da Puglia e Lombardia. Sul territorio italiano, tirando le somme, l'83,37% di questi beni si concentra al Sud, il 5,44% al Centro e l'11,19% al Nord.
Sono solo alcuni dei dati che da una settimana sono consultabili sul sito dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), che ha pubblicato, nella sezione "Relazioni", la Relazione 2011 sulla sua attività.
Oltre ad un rapporto statistico dettagliato su numero di beni confiscati, distribuzione geografica e loro destinazione, la Relazione riporta lo stato di applicazione del progetto R.E.G.I.O. sullo scambio telematico dei dati con il ministero della Giustizia e le novità introdotte dal Codice delle leggi antimafia, con le relative proposte di modifica presentate recentemente alla Commissione antimafia dal direttore dell'Agenzia Giuseppe Caruso.
I compiti dell'Agenzia si riconducono alla fase giudiziaria (dal sequestro alla confisca del bene) e amministrativa (dopo la confisca, destinazione e consegna). Nella prima fase l'Anbsc supporta l'autorità giudiziaria durante il procedimento; nella seconda, lavora per la destinazione del bene che deve avvenire entro 90 giorni dalla confisca. In entrambe le fasi l'Anbsc, che opera sotto la vigilanza del ministero dell'Interno, monitora i dati sui sequestri e le confische, e in base a questi programma la destinazione dei beni. Il Codice antimafia non ha modificato le attribuzioni dell'Agenzia, che ha come mission primaria la restituzione allo Stato e alle comunità locali dei beni illecitamente accumulati dai clan, nel minor tempo e nel migliore stato possibili.
Oltre al censimento dei beni sequestrati, la relazione analizza anche la loro destinazione: all'86,66% sono stati trasferiti al patrimonio indisponibile degli enti territoriali, quasi sempre i comuni dove sono ubicati, il restante 11,36% a Forze dell'ordine, Vigili del fuoco e Capitanerie di porto.
Sotto il profilo delle finalità, cioè in concreto del loro riutilizzo, prevalgono quelle sociali seguite da quelle abitative, da sicurezza e soccorso pubblico, uffici, sanità, scuole, e altro. Le principali criticità che l'Agenzia incontra nella gestione, in attesa della confisca, dipendono dalla presenza di ipoteche o da procedimenti giudiziari in corso.
Focus anche sulle aziende confiscate: al 31 dicembre 2011 sono in totale 1.516, di cui 139 nel solo 2011. Si trovano in 17 regioni italiane, ma la maggior parte (95%) si concentra in 6 regioni, Sicilia in testa. Il 69,7% è in gestione all'Agenzia, anche se molte sono senza dipendenti o in attesa di uscire dalla gestione, cosa che avviene nel 59,3% dei casi a seguito della loro cancellazione dal Registro delle imprese. A livello di distribuzione geografica, il 37% si trova in Sicilia, il 20,5% in Campania, e sono altre 4 le regioni - Lombardia, Calabria, Puglia e Lazio - con almeno 100 aziende confiscate presenti.
Infine, i beni mobili registrati. Al 31 dicembre 2011 risultano in totale 4.240, il 30,68% dei quali si trova in Sicilia. [Aise]