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100 cortei contro la riforma Gelmini

Nella Giornata Mondiale per il Diritto allo Studio: "Non contate sul nostro silenzio ma solo sulla nostra rabbia"

17 novembre 2010

Oggi è la Giornata Mondiale per il Diritto allo Studio. Il 17 novembre di 71 anni fa le proteste dei giovani cecoslovacchi che si opponevano alla guerra furono messe a tacere dalla violenza nazista. E nello stesso giorno d'autunno del 1973 la stessa sorte toccò agli studenti greci massacrati dai carri armati del regime.
Il 17 novembre del 2010, oggi, in oltre 50 comuni italiani, ben cento cortei di studenti sfilano per il diritto allo studio. Da Torino a Palermo gli studenti uniti, così come l'Italia ancora oggi è unita, insieme a professori, genitori e sindacati, per protestare contro i tagli e contro la riforma Gelmini. L'obiettivo è collaborare per riformare davvero l'istruzione pubblica italiana, rilanciare la ricerca, produrre idee positive e ribadire che "senza investire sulla conoscenza il lavoro di domani non esiste". Denunciano la precarietà "come unica risposta alla disoccupazione" e sfilano per le strade "per un mondo più giusto, meno orientato ai consumi sfrenati, più rispettoso verso l'ambiente".
Insomma, "roba da ragazzi", "roba da studenti". Qualcosa di meraviglioso!

La protesta a Palermo - Studenti in piazza anche a Palermo nel giorno della mobilitazione nazionale indetta contro la riforma della scuola e il disegno di legge sull'Università, che sarà discusso nei prossimi giorni alla Camera. Da piazza Politeama è partito il corteo degli studenti medi, mentre da via Archirafi quello organizzato dal coordinamento "studenti indisponibili" dell'Ateneo palermitano.
I due cortei sfilano per le vie del centro cittadino, si congiungono all'altezza dei Quattro Canti in corso Vittorio Emanuele, proseguono verso piazza Marina, dove ha sede il rettorato, e da qui risale fino alla cittadella universitaria, in viale delle Scienze, luogo di conclusione della manifestazione.
Ad aprire il corteo degli studenti medi uno striscione con scritto "Non contate sul nostro silenzio ma solo sulla nostra rabbia", in testa a quello degli universitari "Riprendiamoci il futuro contro i tagli e il ddl Gelmini".
Anche la Flc-Cgil ha aderito alla protesta proclamando per oggi uno sciopero di 4 ore negli atenei. Gli aderenti al sindacato di scuole e istituti professionali, invece, incroceranno le braccia per un'ora.
Secondo gli organizzatori, alla manifestazione palermitana hanno aderito oltre 7 mila persone tra studenti delle scuole superiori, universitari e ricercatori.
"A questa manifestazione stanno partecipando studenti di tutte le scuole palemitane - dice Bianca Giammanco, del coordinamento studenti medi - E' la nostra risposta alla politica del governo, che con la finanziaria di Tremonti taglia risorse alla scuola, mentre i nostri istituti cadono a pezzi".

17 novembre: Giornata mondiale dello studente
di Maria Rosa Pantè (AgoraVox.it)

Prima di tutto mi preme ricordare o informare chi non lo sa che il 17 novembre è la "Giornata mondiale dello studente". Cosa rappresenta il 17 novembre nella storia? Ecco notizie tratte da un blog di studenti: "Il 17 Novembre del 1939 gli occupanti nazisti uccisero 9 studenti all'Università di Praga e i loro insegnanti. Il 17 Novembre del 1973 un carro armato abbatté il politecnico di Atene per reprimere la rivolta studentesca contro la dittatura militare. Il 17 Novembre 1989 in Cecoslovacchia la commemorazione del '39 divenne l'inizio della rivolta contro il regime".
Cosa rappresenta il 17 novembre 2010 in Italia e non solo (si vedano le contestazioni studentesche in Francia e in Inghilterra per esempio)?
Esplodono le rivolte degli studenti ed era francamente ora. Io credo che le rivolte, le manifestazioni siano tappe fondamentali nel cammino d'un essere umano per uscire dalla fanciullezza ed entrare nel mondo adulto non come un acefalo, incapace di pensare e acquiescente a tutto, ma come una persona che esercita la capacità critica e di critica.
Addirittura credo che talvolta il motivo della contestazione sia secondario rispetto all'importanza in sé del prendere una propria posizione, del ribellarsi a qualcosa che non si ritiene giusto nei modi più civili, ma non conformisti possibile.
Quest'anno diciamo che, oltre alla forma, c'è molta sostanza nel 17 novembre.


Parlerò brevemente dell'Italia e anche della provincia, la mia, in Piemonte.
Dunque quest'anno, come a Praga sia pure con meno drammaticità per fortuna, accanto agli studenti ci saranno molti professori (o viceversa, sta di fatto che saranno insieme), li unisce la protesta contro la famigerata e più volte sviscerata riforma Gelmini, quella che taglia, taglia e non cuce mai. Insomma le manifestazioni che si stanno preparando davvero in tutta Italia hanno un obiettivo preciso e drammatico: il diritto allo studio di tutti (cosa messa in forte rischio per esempio dal taglio alle borse di studio universitarie).
Il diritto allo studio.
Se i ragazzi si rendono conto che lo studio non è solo un dovere ma è un diritto hanno già vinto, almeno dal punto di vista del pensiero che poi è un'arma piuttosto tagliente e pericolosa e molto temuta dai poteri autoritari.
Per questo che le manifestazioni siano giunte fin nella provincia e nella provincia leghista del Piemonte non è cosa da poco.
Perché è così! Il 17 novembre anche nella mia cittadina ci saranno un corteo e una tavola rotonda serale sui problemi della scuola: anima di tutto questo sono gli studenti finalmente!
Che bellezza!
Bello è anche che gli studenti cerchino la collaborazione dei docenti perché il momento richiede proprio questo, una mobilitazione di tutti; infatti una società dove si può studiare indipendentemente dalle possibilità familiari è una società che ha un futuro. In caso contrario no, il futuro non ci sarà.
Come sono retorica, vero?!? A ben vedere poco mi importa; sono contenta invece che i cervelli ricomincino a funzionare e che, a dispetto di una massa silenziosa e acquiescente che comunque c'è sempre stata e sempre sarà, alcuni studenti anche in provincia, anche in scuole tecniche e professionali (ormai le più conformiste e appiattite sulla Lega) partecipino alla manifestazione.

Chi organizza questo evento e i docenti che, si spera, dovrebbero avere più consapevolezza hanno certo una grossa responsabilità perché questa occasione non vada sprecata, perché i cervelli maturino ancor di più, perché i ragazzi in futuro non chiedano più aiuto ai professori per come lottare, per capire la grammatica dell'opposizione alle ingiustizie, ma sappiano scrivere certe frasi anche da soli. (retorica, retorica... eppure non m'importa).
Forse mi illudo, ma la mia grande speranza non è solo che i tagli diminuiscano, è soprattutto che dopo la manifestazione gli studenti si rendano conto che il modo migliore per contestare queste scelte è studiare e imparare a pensare con la propria testa. Sembra ovvio, ma mi pare che da alcuni anni non lo sia più. Solo così il berlusconismo (cioè l'abbassamento di ogni capacità e pensiero) sarà sconfitto.

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17 novembre 2010
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