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100mila tonnellate di percolato!

Cresce l'emergenza a Bellolampo mentre a Palermo continuano i roghi alle mini discariche cittadine

21 maggio 2010

Mentre a Palermo e in alcuni paesi della provincia le mini discariche continuano a bruciare - roghi appiccati dalle persone oramai oltre il limite della sopportazione -, cresce l'allarme inquinamento da percolato nella discarica di Bellolampo. Secondo un calcolo dell'Amia, l'azienda che gestisce l'igiene ambientale, la sostanza fonte di inquinamento della falda acquifera, era nel sito di stoccaggio dei rifiuti, di 10 mila tonnellate nel novembre 2009. Ma il 17 maggio ha raggiunto quota 100 mila tonnellate. Altre 45 mila sono state rimosse.
I risultati sono stati resi noti ieri, in un comunicato, dall'assessore all'Energia e ai servizi di pubblica utilità, Pier Carmelo Russo.
"La Regione siciliana ha messo a disposizione circa 12 milioni di euro sotto forma di anticipazione per bonificare la discarica di Bellolampo", ha annunciato Russo. "In presenza di un'emergenza così allarmante la giunta regionale - ha spiegato l'assessore - ha approvato una delibera con la quale, in base alla legge, anticiperà le somme necessarie per gli interventi di bonifica al termine di una catena di inadempienze che passano dall'ente gestore, in questo caso l'Amia, al Comune. Le somme saranno poi restituite in un lungo lasso di tempo, compreso fra 6 e 12 anni".
La Protezione civile regionale eserciterà un ruolo di vigilanza sull'attuazione delle misure programmate e interverrà sempre in via sostitutiva.
"Non pensiamo a commissariamenti - ha detto Russo - perchè riteniamo di non dovere interferire con amministrazioni locali democraticamente elette. Ma compiremo tutti gli atti necessari per scongiurare l'aggravamento della situazione".

Per Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente: "È sconcertante come dell'emergenza rifiuti di Palermo non si senta quasi parlare, mentre la situazione diventa ogni giorno più pesante". "Sono evidenti - ha detto ancora il presidente di Legambiente - le responsabilità storiche nella politica regionale dei rifiuti. Ci sono forti interessi politici di parte che impediscono all'emergenza di occupare le prime pagine".
Il centrodestra che governa la Regione da "sette anni consecutivi - ha aggiunto il presidente di Legambiente Sicilia, Mimmo Fontana - ha trasformato l'Amia in un carrozzone clientelare fino a portarla al fallimento". Un "disastro frutto della totale incapacità gestionale di una società ormai in amministrazione controllata, e dei gravissimi errori venuti alla luce con la progettazione la realizzazione dell'ampliamento della discarica di Bellolampo attuati dalla stessa Amia". Peraltro, "il piano d'incenerimento di Cuffaro - conclude Fontana - lungi dall'essere la soluzione del problema, negli ultimi otto anni ha enormemente aggravato l'emergenza rifiuti in Sicilia. L'inversione di tendenza ad opera dell'attuale governo regionale, originata da una condanna della Corte di Giustizia europea sta portando oggi alla redazione di un nuovo piano e va sostenuta con convinzione perchè è l'unica che può garantire non solo l'uscita dall'emergenza, ma finalmente la creazione di un sistema integrato dei rifiuti anche in Sicilia".

Secondo il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per risolvere l'emergenza rifiuti a Palermo serve un inceneritore. Il premier ha affrontato l'argomento durante il Consiglio dei ministri: "Mi hanno detto che la situazione è preoccupante, occorre intervenire subito magari rifacendo lo stesso lavoro compiuto a Napoli".
Berlusconi, hanno riferito fonti governative, ha citato la celerità con cui è stato costruito l'inceneritore ad Acerra e così ha invitato il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, a studiare bene come è possibile agire per risolvere il problema. Il responsabile dell'ambiente, infatti, durante la riunione di governo, ha sottolineato che i tempi della burocrazia frenano la costruzione di inceneritori. "E allora faremo come abbiamo fatto in Campania", ha replicato il Cavaliere. Sull'argomento è intervenuto anche il guardasigilli Angelino Alfano rimarcando la necessità di una attenzione maggiore perché la situazione sta diventando molto critica. "Affrontiamo subito il problema", ha ribadito il premier sempre secondo quanto viene riferito.

Quei 16 autocompattatori mai utilizzati... - La Guardia di finanza ha acquisito la documentazione sul mancato impiego di 16 mezzi inutilizzati dall'Ato Simeto Ambiente (Catania 3). Le Fiamme gialle sono intervenute su delega della procura che ha aperto un'inchiesta sulla base di una segnalazione della Regione. Il caso è esploso quando il Comune di Palermo ha cercato di noleggiare quattro autocompattatori da tempo fermi nell'autoparco dell'Ato catanese. Il trasferimento dei mezzi non è stato disposto subito dalla Regione perchè era stato intanto scoperto che il loro mancato impiego poteva configurare il reato di frode comunitaria. I sedici autocompattatori erano stati acquistati con fondi europei nel 2006 ma non erano entrati in funzione per cause che l'inchiesta cercherà ora di accertare (LEGGI).
"La Guardia di Finanza - ha detto l'assessore regionale Pier Carmelo Russo che aveva disposto gli accertamenti - si è fermata per otto ore negli uffici del dipartimento regionale (ex Arra) per ricostruire tutti i passaggi amministrativi della vicenda".
Il mancato trasferimento di quattro autocompattatori all'Amia di Palermo era stato al centro di una polemica tra l'assessore Russo e il sindaco Diego Cammarata. Il sindaco accusava la Regione di rallentare il passaggio, Russo aveva replicato sostenendo che era prima necessario fare chiarezza sul mancato impiego dei mezzi fermi in deposito. Ora la magistratura ha avviato l'inchiesta.

[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it]

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21 maggio 2010
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