11/09 - 11/03 - 7/07
Il terrorismo colpisce ancora l'Europa: bombe nel cuore di Londra
L'Inghilterra se lo aspettava. Sapeva che sarebbe potuto succedere prima o poi, colonna portante della coalizione che in Iraq combatte affianco degli Stati Uniti dall'inizio del conflitto.
E' successo a Madrid, potrà succedere a Berlino, potrà accadere a Parigi, potrebbe succedere a Roma.
Il pensiero è comune: Londra ha avuto il suo 11 Settembre... Londra ha avuto il suo 11 Marzo...
Londra ha avuto il suo 7 Luglio, ed è l'intero Occidente che si sta vedendo segnare a lutto i giorni di un calendario d'odio...
Tre esplosioni nella metropolitana londinese (che hanno innescato altri scoppi provocati da corto circuiti elettrici), oltre a un kamikaze (ma da Scotland Yard non c'è conferma) che si è fatto saltare in aria su un autobus.
Secondo un bilancio non ancora ufficiale i morti sarebbero una cinquantina: almeno due sul bus e il resto nella metropolitana. I feriti sono più di 700 (tra cui due italiani in modo lieve, il ministro degli Esteri Gianfranco Fini ha poi confermato che sono stati dimessi dall'ospedale), di cui 45 versano in gravi condizioni a causa di fratture, mutilazioni, gravi ustioni, ferite al torace e alla testa. Circa trecento persone sono state trattate per tagli, lacerazioni, ustioni leggere, inalazione da fumo, stato di shock ma non sono in pericolo di vita.
Qualcuno dice che i morti sono stati 44, altri hanno parlato di 80 vittime. Sicuramente il bilancio è purtroppo destinato ad aggravarsi.
LONDRA, 7 luglio 2005 - La prima esplosione è avvenuta alle 8,51 (le 9,51 in Italia) tra le stazioni di Liverpool Street e Aldgate East. Alle 8,56 c'è stata un'esplosione su un treno della linea Piccadilly tra le stazioni di King's Cross e Russell Square. Alle 9,17 una terza esplosione sulla linea Circle verso la stazione di Edgware Road nella direzione di Paddington. Lo scoppio ha provocato una grossa breccia in un muro e colpito un altro treno e forse un terzo. Alle 9,47 c'è stata un'esplosione nell'autobus a due piani della linea 30 a Tavistock Place, vicino a Russel Square.
E' l'ora di massima congestione nel metrò. E' l'ora degli operai e degli impiegati pendolari.
Un incidente, uno scontro tra due convogli, un guasto alla linea elettrica? Niente di tutto questo. Il pensiero è subito stato quello di un attacco terroristico. Di li a poco nessuna conferma ma una certezza sparsa: le esplosioni nella metropolitana sono state provocate da bombe che hanno poi innescato esplosioni di carattere elettrico.
Migliaia di cittadini sono fuggiti in preda al panico nelle strade di Londra.
Secondo Scotland Yard si è trattato di una serie di ''attacchi coordinati'' come avvenuto a Madrid l'11 marzo 2004. La polizia ha confermato di non aver ricevuto alcun avviso di preallarme né alcuna rivendicazione. Il ministro degli Esteri Jack Straw ha detto in serata che dietro gli attentati si può vedere la mano di Al Qaeda.
I londinesi tutti, quella mano l'hanno percepita poco dopo le prime esplosioni.
Ieri, un messaggio su Internet, la cui autenticità è stata oggi valutata come possibilmente vera, ha rivendicato a nome del ''Gruppo segreto della Jihad di al Qaeda in Europa'' gli attentati, e ha messo in guardia l'Italia e la Danimarca dal mantenere le truppe in Iraq e in Afghanistan.
Oggi Londra è una città semideserta. Una calma irreale aleggia sopra una popolazione che silenziosa si sposta a piedi. Quella dei londinesi è stata una reazione di grande forza, hanno detto in molti. Quella dei londinesi ad alcuni è sembrata una reazione intrisa di rassegnazione.
E' toccato a Londra, è successo a Madrid, potrà succedere a Berlino, potrebbe succedere a Parigi, potrebbe accadere a Roma.
Intanto i treni hanno ripreso a circolare nella metropolitana londinese, dove la maggior parte delle 12 linee, come ha indicato la Società dei trasporti della capitale, sarà oggi funzionante, anche se alcune con servizio ridotto. Solo due linee resteranno completamente chiuse.
Tutta la rete era stata chiusa ieri dopo gli attentati. I mezzi di superficie sono regolarmente in servizio stamattina. Ma la situazione è ben lontana dall'essere tornata alla normalità.
E la paura si è riaffacciata con prepotenza in tutta Europa, alta la tensione in Italia.
L'Italia è nel mirino, i terroristi lo hanno ripetuno svariate volte e la prossima volta potrebbe proprio toccare a noi. Al Qaeda lo ha promesso e finora ha rispettato scrupolosamente i suoi piani.
La lista degli obiettivi sensibili in Italia conta 14 mila luoghi controllati da polizia, carabinieri e militari. Un dispositivo che impiega più di 16 mila uomini.
Il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, raccomanda di ''tenere i nervi saldi'' e prepararsi alla ''massima emergenza''. Ma è difficile quando tutte le analisi di intelligence arrivano alla stessa conclusione: dopo la Gran Bretagna il prossimo obiettivo sarà l'Italia.
C'è stato l'11 settembre americano. C'è stato l'11 marzo spagnolo. C'è stato il 7 luglio di Londra. Di quell'elenco di nemici restano ancora intatti Italia Danimarca e Polonia.
- L'impegno dei Grandi: ''Non dobbiamo dividerci'', di Ennio Caretto (Corriere.it)