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11 Settembre 2001...

Sono passati sette anni dai tragici eventi del World Trade Center. Cosa è successo in questo arco di tempo?

11 settembre 2008

I primi a ricordarsi dell'anniversario dell'11 Settembre sono stati quelli di Al-Qaeda, con il video di al-Zawahiri, numero due del gruppo di Bin Laden, intitolato 'Il bilancio di sette anni di guerre crociate', e recapitato alla tv satellitare araba Al Jazeera all'inizio della settimana.
Nel video-documentario della durata di un'ora e mezza, realizzato dalla casa di produzione 'al-Sahab', la stessa che diffonde i messaggi di Osama Bin Laden, appare il medico egiziano al-Zawahiri, che attacca con forza il regime iraniano per il ruolo che avrebbe avuto all'interno di quella che viene definita "campagna crociata contro i paesi musulmani" e di un'alleanza "irano-crociata" che avrebbe consentito l'occupazione Usa dell'Iraq e dell'Afghanistan.
Nel criticare quella che definisce "la doppia faccia" iraniana, che avrebbe posizioni ambigue nei confronti degli Stati Uniti, il medico egiziano critica anche il clero sciita iracheno e le milizie sciite libanesi Hazbollah, colpevoli di non aver mai diffuso una fatwa per ribadire l'obbligo del jihad e della presa delle armi contro gli occupanti americani in Iraq e Afghanistan.
Nel documento video, si parla di tutti i fronti del jihad aperti da al-Qaeda nel mondo facendo il bilancio di quanto avvenuto negli ultimi anni. All'interno compaiono altre figure fondamentali di Al Quaeda, come l'egiziano Mustafa Abu al-Yazid, portavoce dell'organizzazione in Afghanistan, e Atiyatullah, personaggio sconosciuto, molto attivo sul web nei forum jihadisti, che produce libri per Al Qaeda in qualità di ideologo dell'organizzazione. In realtà dietro questa losca figura, che nel video appare inquadrata di lato per nascondere il volto, si nasconderebbe il noto jihadista libico Atiyah Abdel Rahman, ricercato dalle autorità americane per essere uno dei massimi dirigenti del gruppo terroristico, tuttora rifugiato nelle aree tribali pakistane.

Oggi è invece il Mondo intero a commemorare il settimo anniversario di quel giorno che ha cambiato l'America.
Un giorno di commemorazioni preceduto da una vigilia di polemiche, innescate dal parere durissimo del sindaco di New York Michael Bloomberg, sulla ricostruzione di Ground Zero che continua così a rilento che il governatore dello Stato David Paterson, secondo Bloomberg, dovrebbe prendere in mano il timone, togliendo all'autorità portuale di New York e New Jersey la responsabilità sul futuro dell'area. Secondo Bloomberg le agenzie che gestiscono i lavori di sviluppo non fanno che intralciare la ricostruzione e rallentare la realizzazione dei progetti, in primo luogo lo snodo del sistema di trasporti metropolitani e il monumento alla memoria delle vittime. Era già successo con l'anniversario delle stragi di un anno fa: le lacrime e la commozione erano quasi scomparse, e anche dai familiari delle vittime il sentimento dominante era la voglia di dimenticare.

George W. Bush e la first lady Laura hanno ricordato le stragi osservando un minuto di silenzio sul prato della Casa Bianca alle 8.46, il momento in cui il primo dei due aerie di linea dirottati si schiantò contro il Wtc di New York, mentre i due candidati presidenziali, Barack Obama e John McCain, hanno deciso di deporre le armi per un giorno per commemorare le vittime di quei tragici eventi. Appare tuttavia improbabile che gli schemi politici vengano completamente dimenticati: a differenza di quanto inizialmente annunciato dai media americani, i due non dovrebbero infatti comparire insieme a Ground Zero. McCain ha infatti deciso di recarsi a Shanksville, Pennsylvania, Stato per lui cruciale nella campagna elettorale dove negli ultimi giorni ha lanciato un'intensa campagna elettorale insieme alla sua vice Sarah Palin. Per quanto riguarda Obama, dopo la cerimonia a Ground Zero, incontrerà a pranzo l'ex presidente Bill Clinton. In ogni caso, la campagna presidenziale sarà ufficialmente sospesa per un giorno: gli spot elettorali dei due candidati non andranno in onda e sia Obama che McCain hanno promesso che oggi non parleranno di politica nel corso delle loro apparizioni pubbliche.

E rimane, tuttavia, lo spettro di nuovi attentati, mentre Osama bin Laden, lo sceicco saudita che Washington considera come il mandante delle stragi, resta in libertà nonostante l'intelligence americana continui a dirsi sulle sue tracce e il suo nascondiglio resta un segreto.
La portavoce di Bush, Dana Perino si è "giustificata", nel consueto briefing ai reporter, dicendo: "Non viviamo in un film, non abbiamo super poteri. Quello che possiamo fare è lavorare insieme ai nostri alleati per cercare di catturarlo". [Informazioni tratte da Adnkronos/Aki, La Stampa.it]

MA DOVE È FINITO BIN LADEN?
di Luciano Clerico (ANSA, 10 settembre 2008)

A sette anni dall'attentato dell'11 settembre, cambia la strategia nella caccia a Osama Bin Laden. Il letale Predator drone, l'aereo spia americano impiegato nelle missioni più delicate, nell'ultimo mese ha intensificato i suoi voli tra le montagne di Afghanistan e Pakistan. Lo riporta oggi il Washington Post, citando militari americani di alto rango, i quali hanno riferito che rispetto al passato il Predator ha più che triplicato le sue missioni. Nel 2007 ne aveva fatte tre. Ora è già a quota undici attacchi, quattro dei quali solo nell'ultimo mese, e tutti mirati su obiettivi che si ritiene diano rifugio ai luogotenenti di Bin Laden.

A sette anni di distanza dall'11 settembre 2001, il capo di Al Qaida continua ad essere l'uomo più ricercato al mondo. Ma - per stessa ammissione di Washington - in sette anni l'unica volta in cui gli Stati Uniti sono riusciti a risalire a lui è stato nel dicembre 2001, quando ebbero conferma che Bin Laden si trovava a Tora Bora, regione afghana al confine col Pakistan. Da allora più nulla. I servizi di intelligence ritengono che Bin Laden, se ancora in vita, continui a nascondersi sulle montagne al confine tra Pakistan e Afghanistan. Per questo motivo hanno deciso di cambiare la loro strategia di caccia: hanno intensificato tra le montagne afghane i voli del letale Predator drone. Secondo il Washington Post, che riporta una serie di interviste con alcuni ufficiali americani impegnati sul campo, la caccia a Bin Laden non ha avuto successo per l'impossibilità di sviluppare una rete di informazioni nelle più isolate regioni tribali del Pakistan, dove si ritiene che sia nascosto il capo di Al Qaida. Gli uomini della Cia e quelli delle forze speciali non hanno l'autorizzazione ad operare liberamente in Pakistan. Per questo motivo la caccia a Bin Laden avviene per lo più per via aerea. I Predators, muniti come sono di telecamere capaci di trasmettere in diretta via satellite, solo nell'ultimo mese hanno portato a termine ben quattro missioni, lanciando i loro missili Hellfires contro quattro obiettivi diversi. Gli 007 americani riferiscono che almeno due capi di Al Qaida sono stati uccisi. Su ognuno di loro pende una taglia da cinque milioni di dollari.

Tuttavia, per quanto i suoi cacciatori aumentino gli sforzi, Bin Laden per il mondo intero continua a restare un fantasma, mentre l'America si appresta a celebrare il settimo anniversario dei 'suoi' attentati, ed a ricordare per al settima volta in sette anni i 'suoi' quasi tremila morti.

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11 settembre 2008
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