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1400 persone devono essere sgombrate dall'ospedale di Agrigento

Entro un mese più di mille persone dovranno essere mandate via dall'ospedale sequestrato dalla Guardia di Finanza

30 luglio 2009

Sono 1.400 le persone tra medici, infermieri, personale amministrativo e pazienti che dovranno essere sgomberati entro un mese dall'ospedale San Giovanni di Dio, sequestrato dalla Procura di Agrigento in seguito all'accertamento della presenza di sabbia nel calcestruzzo usato per la costruzione della struttura.

Il commissario del San Giovanni di Dio, Mario Leto, sta vagliando assieme al direttore sanitario Gerlando Sciumé e all'assessorato regionale alla Sanità, Massimo Russo, varie ipotesi per il trasferimento delle persone. Tra le soluzioni al vaglio c'é il riutilizzo del vecchio nosocomio di Agrigento. Dopo il trasferimento nel nuovo ospedale, completato nel 2003, i vecchi locali sono stati utilizzati per accogliere uffici della Regione, e tra questi la Soprintendenza e l'ispettorato forestale. Le stanze che ospitavano la Tac e il reparto di radiologia non sono stati smantellati o ristrutturati e pertanto si potrebbero ritrasferire i macchinari per essere di ausilio al pronto soccorso. Altre ipotesi allo studio sono quelle di istituire una unità di pronto soccorso nella clinica privata Sant'Anna, di trasferire pazienti e lavoratori nei presidi ospedalieri della provincia (Sciacca, Licata, Canicattì, Ribera) o allestire un pronto soccorso da campo.
"Da domani cominceranno gli incontri con il prefetto di Agrigento Umberto Postiglione e con i responsabili degli ospedali dell'Agrigentino che hanno già dato la loro disponibilità. Ogni struttura ci farà sapere il numero di pazienti e di personale che potrà accogliere e sulla base della loro disponibilità ci muoveremo di conseguenza" ha detto il commissario dell'azienda ospedaliera Mario Leto. Ad Agrigento dovrebbe soltanto rimanere un'area per le emergenze, il pronto soccorso. "Non sappiamo ancora dove sarà allocato - ha detto Leto - ma la città deve avere un'area di emergenza". A tal riguardo nonostante non ci siano ancora conferme ufficiali l'ipotesi che circola con insistenza fra gli addetti ai lavori dell'ospedale è che il pronto soccorso potrebbe tornare ad essere ospitato nell'immobile di via Giovanni XXIII, lo stesso stabile che fino a cinque anni fa ospitava l'intero nosocomio di Agrigento.

L'ospedale San Giovanni di Dio si trova a nord del centro urbano, in contrada Consolida. L'edificio è di sei piani, destinato alle degenze, agli uffici sanitari e c'é anche un eliporto. Le unità operative attivate sono 28: più di mille le persone che vi lavorano fra dirigenti, medici, infermieri e inservienti; circa 400 sono i pazienti.

Secondo gli avvocati Giuseppe Scozzari, Diego Galluzzo e Francesco Scopellitti, del collegio dei difensori degli indagati nell'inchiesta sulla costruzione del nuovo ospedale di Agrigento, "il sequestro dell'ospedale San Giovanni di Dio è frutto di una aberrazione giudiziaria. E' una decisione che colpisce persone bisognose che sono diverse da quelle nei cui confronti è diretta l'azione penale. Si tratta inoltre di una decisione assunta sulla base di una errata valutazione tecnica formulata in maniera frettolosa. Non sono state, infatti, tenute in conto le diverse risultanze scientifiche proposte da altri tecnici e consulenti ugualmente qualificati rispetto a quello nominato dalla procura". "Non si è tenuto conto, ad esempio - dicono i legali - del giudizio del professor Giambanco dell'università di Palermo e consulente dell'assessore alla Sanità che ha evidenziato come grandi parti del complesso siano costituite da strutture in acciaio. Inoltre a fine marzo è stato effettuato un sopralluogo congiunto tra genio civile, protezione civile, Ispettorato tecnico regionale, vigili del fuoco, azienda ospedaliera e Comune di Agrigento. A seguito di questo sopralluogo non sono stati riscontrati quadri fessurativi che interessano le strutture portanti, né evidenti segni di dissesto. Sarà per questo presentata al più presto la richiesta di riesame".

Intanto il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, parlando del sequestro dell'ospedale agrigentino in un'intervista, ha detto: "Il sequestro e lo sgombero dell'ospedale di Agrigento è una cosa gravissima, drammatica. Ieri pomeriggio abbiamo avuto un vertice in Presidenza. Noi faremo con la nostra Protezione civile una verifica della staticità degli immobili e del cemento usato". "Non solo ci costituiremo parte civile - ha aggiunto -, ma chiederemo il conto a chi ha diretto i lavori, a chi ha costruito e a chi ha collaudato. Chi non ha fatto il proprio lavoro sarà denunciato. Intanto cercheremo di correre ai ripari, perche i malati, e l'ospedale ha 400 posti letto, non possono essere messi in mezzo a una strada o in tenda".

[Informazioni tratte da Ansa.it, La Siciliaweb.it, Adnkronos/Ing]


- Sul sequestro dell'ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento (Guidasicilia.it, 29/07/09)

 

 

 

 

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30 luglio 2009
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