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15 maggio 1946

La Sicilia diventa Regione Autonoma mentre la banda Giuliano assalta caserme e Camere del Lavoro

15 maggio 2002
Quando il 10 luglio del 1943 l'esercito angloamericano sbarca in Sicilia, per agrari, nobiltà alla ricerca di un ruolo da interpretare e mafiosi, che al confino avevano acquisito la patente di antifascista, si aprono scenari insperati.

Vorrebbero cancellare in fretta l'ingombrante appartenenza all'Italia, fondano un "Comitato per l'indipendenza della Sicilia" che diventa interlocutore privilegiato degli Alleati.
I nobili, sentono estranea la patria italiana e scoprono la parentela normanna che li accomuna agli inglesi.
Non sono forse gli ultimi discendenti degli antichi conquistatori che al fianco del conte Ruggero e di Roberto il Guiscardo avevano liberato la Sicilia dagli arabi?

Gli Alleati organizzano un governo regionale, la Sicilia era la regione più importante del Mediterraneo, e adottano quell' "indirect rule" sperimentato con successo in alcuni territori dell'impero britannico dove si lasciavano ai nativi le responsabilità amministrative.
Di fronte all'eventualità di pagare il prezzo che la guerra in Italia ancora esigeva, i separatisti trovano più conveniente offrirsi all'America come baluardo anticomunista nel mediterraneo.

Il 14 febbraio 1944 la Sicilia torna ad essere italiana e alla notizia scoppiano insurrezioni in diverse città. Per tentare di fronteggiare l'emergenza viene creato l'Alto commissariato per la Sicilia, coadiuvato da una Consulta regionale. Ben presto, sotto la pressione del separatismo attorno all'Alto commissariato si organizza un vero governo regionale.

L'Alto commissario (Aldisio) ha il compito di rassicurare gli agrari, togliere argomenti ai separatisti e, da sturziano, allargare la base della Democrazia cristiana e limitare l'adesione ai partiti di sinistra. Riesce in tutti i compiti che s'è prefissato.
Rassicura gli agrari  quando riesce a mettere d'accordo anche i comunisti sull'opportunità che in Sicilia i decreti Gullo vengano applicati solo parzialmente, decreti che prevedevano la definizione delle quote di riparto nei rapporti di mezzadria e la concessione delle terre incolte alle cooperative contadine.

Aldisio si schiera a fianco degli agrari, presenta la Dc come partito moderato pronto ad accoglierli.
I separatisti vengono messi alle corde quando una commissione che comprende i rappresentanti di tutti i partiti comincia a preparare una bozza di Statuto regionale.
I partiti di sinistra si muovono in un clima di costante intimidazione, vengono isolati. Pensano a un'autonomia sganciata dal ricatto separatista, restano in minoranza.
Lo Statuto regionale è accolto dalla Consulta nazionale in tutta fretta, sotto la costante minaccia degli attentati.

Il 15 maggio 1946 la Sicilia viene istituita come Regione autonoma, mentre la banda Giuliano e i Niscemesi assaltano le caserme e le Camere del lavoro.
A essere adottata fu l'interpretazione riparazionista che dell'autonomia dava Enrico La Loggia, con l'isola che in quanto regione povera avrebbe usufruito di un "fondo di solidarietà nazionale". Certo ci si potrebbe chiedere perché la Sicilia dovesse avere un trattamento privilegiato rispetto ad altre regioni non meno povere, come la Calabria o la Basilicata.

Ma qui entra in gioco la classe politica siciliana, che con l'istituzione della Regione a statuto speciale viene confermata nel suo ruolo di mediatrice delle risorse che dal centro vanno verso la periferia.

Garantisce il consenso, in cambio ottiene l'impunità.

Fonte: Amelia Crisantino - La Repubblica

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15 maggio 2002
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