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150 di Sigmund Freud - La nascita della psicoanalisi

04 maggio 2006

Per convenzione si usa datare la nascita della psicoanalisi con la prima interpretazione esaustiva di un sogno scritta da Freud: si trattò di un suo sogno personale della notte tra il 23 e il 24 luglio 1895, e riportato anche ne L'interpretazione dei sogni come "il sogno dell'iniezione di Irma". La sua interpretazione rappresentò l'inizio dello sviluppo della teoria freudiana sul sogno. L'analisi dei sogni infatti segna l'abbandono del metodo ipnotico utilizzato in quella fase del suo sviluppo che a ragione si può definire la preistoria della psicoanalisi.
Altri legano la nascita della psicoanalisi alla prima volta in cui Freud usò il termine "psicoanalitico" e cioè nel 1896 dopo aver già svolto un'esperienza di 10 anni nel settore della psicopatologia, quando scrisse due articoli nei quali per la prima volta parla esplicitamente di "psicoanalisi" per descrivere il suo metodo di ricerca e trattamento terapeutico.

L'internazionale della psicoanalisi
Dopo aver pubblicato un articolo sulla "Morale sessuale e le malattie nervose moderne", degno di rilievo in particolare perché vi espresse le sue prime riflessioni sulla natura della civiltà, Freud nel 1909 venne invitato negli Stati Uniti insieme allo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung e all'ungherese Sándor Ferenczi.
Una volta arrivati a New York, ai tre pionieri se ne aggiunse un quarto, Ernst Jones giunto dall'Inghilterra, per annunciare la buona novella europea anche negli Stati Uniti.
È in questa situazione che presero luce le "Cinque conferenze sulla psicoanalisi". Freud aveva cinquantatré anni e alla Clark University fu insignito del titolo di Dottore. Oltre a questa onorificenza Freud ebbe modo di incontrare personalmente il più famoso filosofo americano: William James.

In Europa il discorso freudiano era ancora tacciato di "delirio", di essere ossessionato dal sesso e di rovinare la società mettendo in pubblica piazza ogni indecenza e perversione. L'impressione, a detta di chi ha vissuto in quell'atmosfera, era che fosse la stessa comunità umana che si ergesse contro il discorso freudiano chiedendo di ridurre al silenzio lui e i suoi seguaci per metterli nell'impossibilità di nuocere. Questa "folla inferocita" non spaventò il medico viennese; anni dopo egli accusò lo stesso Jung di codardia, chiedendogli di non utilizzare più il termine di psicoanalisi per le sue teorie basate su una teoria della libido desessualizzata.
Negli Stati Uniti, Freud, si sentì quindi più a suo agio anche se in seguito (1925) confessò che in America, dove l'ingenua "dottrina del comportamento" si vantava di aver completamente eliminato la psicologia, la portata radicale del suo pensiero era abbondantemente annacquata.

Al ritorno, nel 1910 il Congresso di Norimberga (30 e 31 marzo) istituì un'organizzazione internazionale per coordinare tutte quelle associazioni psicoanalitiche nazionali già costituitesi o di nuova creazione. Il congresso era stato organizzato da Jung, che veniva visto come il successore di Freud alla guida del movimento psicoanalitico. Freud stesso, in questa occasione, fece pressione affinché la presidenza dell'internazionale della psicoanalisi venisse affidata a Jung. Adler e Stekel invece si incaricarono del giornale dell'associazione: lo "Zentralblatt für Psychoanalyse" (Rivista centrale di Psicoanalisi). In seguito, a questa rivista si affiancò un'altra pubblicazione per trattare gli aspetti non direttamente medici della psicoanalisi: "Imago", diretta dallo stesso Freud. Già allora circoli medici legati alla psicoanalisi erano presenti oltre a Berlino, Vienna e Zurigo anche a Budapest, Bruxelles, negli Stati Uniti, in Russia, Francia, Italia e Australia.
Con questi medici e psicoanalisti che nell'insieme costituivano la prima avanguardia del nuovo movimento di pensiero del novecento (bisognerebbe includere in questa avanguardia l'insieme numeroso e sofferente dei loro pazienti di entrambi i sessi, che erano materia prima per la nuova scienza), Freud cominciò ad intessere una fitta e costante corrispondenza per garantire la coerenza e l'avvenire del movimento psicoanalitico.
Di quello stesso anno fu un'altra novità: "Un ricordo infantile di Leonardo da Vinci" che costituisce il primo tentativo di biografia psicoanalitica scritto dallo stesso Freud. In seguito, a proposito di questo testo del 1910 confessò: "è stata la sola cosa piacevole che io abbia mai scritto".

"Analisi terminabile e analisi interminabile" (1937)
Lungo la via dello svilupparsi della disciplina psicoanalitica in Freud si faceva sempre più chiaro che questa sua "figlia" era qualcosa che andava ben oltre una semplice psicoterapia come era invece negli intenti iniziali che nella sua qualifica di medico si era prefissato. Così scrive infatti nel 1925: "Probabilmente il futuro stabilirà che l'importanza della psicoanalisi come scienza dell'inconscio oltrepassa di gran lunga la sua importanza terapeutica". (Sigmund Freud "Psicoanalisi" sta in "Opere Complete" volume X).
Partendo dal confronto con i problemi psicoterapeutici la psicoanalisi si era mossa lentamente verso il superamento della semplice psicoterapia stessa.
A due anni dalla sua morte in "Analisi terminabile e interminabile" Freud pose il problema del "fondo roccioso della psicoanalisi" ovvero l'impossibilità o per lo meno la difficoltà a proseguire il lavoro psicoanalitico oltre un certo limite. Detto in altri termini, qui Freud si riferì al fatto che la psicoanalisi è impotente di fronte alla realtà biologica. Quando cioè il paziente poneva domande che affrontano l'aspetto biologico della divisione sessuale l'analisi diventava interminabile. Tuttavia fu proprio in questa questione che si celò, quale implicazione, un'altra questione: quella sulla funzione adattativa-conservatrice della psicoanalisi. Al contrario ci si domandava se la psicoanalisi costituiva una vera e propria pratica rivoluzionaria conseguentemente evolutiva.

[Informazioni tratte da Wikipedia, l'enciclopedia libera]

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04 maggio 2006
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