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16 milioni le famiglie che beneficeranno della Finanziaria

Ma la manovra così com'è non prevede alcun beneficio per le famiglie a bassissimo reddito

13 ottobre 2006

Così com'è stata presentata fino ad ora, la Finanziaria che il governo Prodi aspetta di varare, ha accontentato pochi e fatto lamentare molti. Sono tanti i lati oscuri della programmazione economica messa in piedi dal ministro Tommaso Padoa-Schioppa e dai suoi  aiutanti, lati che preoccupano Confindustria, in alcune accezioni i sindacati e per ultimo il governatore di Bankitalia Mario Draghi, che ieri ha parlato di ''una finanziaria che presenta aspetti problematici''.
Draghi, entrato al comando della Banca d'Italia anche con la piena benedizione della maggioranza di governo, durante un'audizione in Parlamento ha messo in evidenza alcuni dei pericoli che l'Italia potrebbe correre con la finanziaria così com'è e alcune contraddizioni insite in questa. A cominciare dalla questione del Tfr (nodo che sarebbe da sciogliere sia per Confindustria che per i sindacati) che, secondo Draghi, ''può determinare problemi di liquidità per le imprese''. Non solo: ''In un'ottica di medio lungo termine la manovra presenta alcuni aspetti problematici. La correzione, in termini netti, è affidata interamente ad aumenti delle entrate''. E tali aumenti, nel 2007 potrebbero determinare una pressione fiscale superiore di mezzo punto: ''Dopo l'innalzamento di 0,8 punti atteso per il 2006, nel 2007 si potrebbe registrare un aumento superiore a mezzo punto percentuale. La pressione fiscale - ha sottolineato il governatore Draghi - si porterebbe in prossimità dei livelli più elevati registrati in passato nel nostro paese''. E un eccessivo aumento della pressione fiscale fa malissimo alla produttività del Paese e di conseguenza alla tanto agognata ripresa.

Per quanto riguarda i risvolti che la programmazione economica 2007 potrebbe avere nella popolazione italiana, quella che qua vogliamo indicare come ''paese concreto'', fatto di persone e non di aziende, l'Istat, dopo aver reso pubblici i dati della statistica annuale relativa alla povertà degli italiani (leggi), ha effettuato una simulazione con i primi dati della manovra (ancora da confermare dal voto in Parlamento) raccogliendo come risultato il numero degli avvantaggiati e degli svantaggiati dalla manovra da 30 milioni di euro. I dati sono stati presentati ieri dal presidente dell'Istat, Luigi Biggeri, nel corso di una audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.
Con le riforme contenute nella prossima Finanziaria, 16 milioni di famiglie riceverebbero 263 euro in più all'anno, mentre 4,8 milioni sarebbero svantaggiate con una perdita di 400 euro annui. Ma circa 140 nuclei familiari usciranno dalla soglia di povertà. Questo, in sintesi, il risultato della simulazione.

Ma, andando più nello specifico: secondo l'Istat, la riforma del secondo modulo Irpef e degli assegni familiari comporterà in media un incremento di 100 euro del reddito familiare. Il 10% di famiglie più povere vedrebbe così aumentare il proprio reddito dello 0,8% e quelle a reddito basso e medio basso di oltre l'1%, in questa maniera, ha spiegato Biggeri, ''si ridurrebbe la povertà relativa, grazie all'uscita di circa 140.000 nuclei familiari da queste condizioni''. Però, ''Ci sono 4 milioni di italiani che percepiscono un reddito inferiore ai 700 euro il mese - ha ricordato il presidente dell'Istat -. Sono le famiglie più povere e non usufruiscono dei benefici''. Per loro, ha suggerito il presidente dell'Istat, ''servono misure alternative, mi rendo conto non facili, ma che vanno individuate''.
Dei 4 milioni di lavoratori a basso reddito, ha precisato ancora Biggeri, ''circa 1,5 vive in famiglie in condizioni di disagio economico''. Si tratta sia di giovani con redditi da lavoro autonomo, sia dipendenti a tempo determinato.
Svantaggiate invece le famiglie nel 20% a reddito più elevato, ma ''per alcuni 'dettagli tecnici' dei provvedimenti anche numerose famiglie a reddito medio-basso verrebbero colpite dalla manovra, così come circa un milione di famiglie del decimo più povero non trarrebbero benefici perché nullatenenti, esenti o incapienti'', ha affermato Biggeri.

Il presidente dell'Istat, infine, dopo aver riassunto gli effetti della Finanziaria sul reddito dei contribuenti ha riconosciuto sì il dispiegamento di un ''moderato effetto redistributivo'' ma,  allo stesso tempo, la manovra ''comprende un complesso di interventi in campo sociale, con effetti in termini di equità e contrasto della povertà non immediatamente quantificabili''.

- L'operaio medio pagherà più tasse (Corriere.it)

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13 ottobre 2006
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