2,8 milioni di disoccupati
Lo scorso settembre il record italiano (negativo) degli ultimi 20 anni
Il numero dei disoccupati a settembre è salito a quasi 2,8 milioni: si tratta del livello più alto dall'inizio delle serie storiche mensili (gennaio 2004) e dall'avvio di quelle trimestrali, ovvero dal quarto trimestre del 1992. La cifra di 2 milioni e 774 mila registrata dall'Istat sulla base di dati provvisorie e destagionalizzati è quindi un record assoluto.
In un mese sono andati persi 62 mila posti di lavoro (e secondo l'Istituto di statistica, il calo riguarda quasi esclusivamente la componente maschile), su base annua si arriva a 554 mila unità.
Di conseguenza il tasso di disoccupazione è salito, per il mese di settembre, al 10,8%, con una variazione di 0,2 punti percentuali su base mensile e del 2% su base annua, un altro record. Per quanto riguarda il lavoro giovanile, settembre porta il tasso a quota 35,1%, in aumento di 1,3 punti percentuali su agosto e di 4,7 punti su base annua. Nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni le persone in cerca di lavoro sono 608 mila, cioè il 10,1% della popolazione in questa fascia d'età.
In controtendenza l'agricoltura: registra, infatti, un incremento record del 10,1% di lavoratori dipendenti (gli indipendenti sono al +2,9%) nel secondo trimestre 2012. Lo sottolinea Coldiretti, evidenziando che è il risultato di una crescita record del 13,7% al nord, ma anche del 3,5%. E un lavoratore su 4 ha meno di 40 anni. Questi dati, però, risentono dell'andamento stagionale.
Il segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini, ha commentato con una nota i dati divulgati mercoledì: "Quel che è più grave è che in un anno i disoccupati sono cresciuti di 554 mila unità (+2%) e che il tasso di occupazione complessivo continua a scendere, dopo molti anni è tornato al di sotto del 57%. La caduta degli occupati, in prevalenza gli uomini segnala che ormai la disoccupazione riguarda anche il nucleo tendenzialmente più stabile del mercato del lavoro, mentre la tenuta dell'occupazione femminile pur a livelli sempre bassi si spiega con lo spostamento verso il lavoro nei servizi alle persone". Il sindacato non manca di sottolineare come sua preoccupante la situazione dei giovani. "La crudezza di questi dati deve impegnare tutti a dare assoluta priorità e nuova energia per costruire in tutte le forme possibili nuove opportunità di lavoro: è necessario evitare che le centinaia di migliaia di lavoratori oggi negli ammortizzatori sociali scivolino inesorabilmente e drammaticamente verso la disoccupazione". [Fonte: Corriere.it]
- Braccia che tornano all'agricoltura (Guidasicilia.it, 19/10/12)