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2005: lo spreco continua...

Come si bruciano 43 miliardi di euro all'anno in opere inutili e sprechi vergognosi

18 aprile 2005

43 miliardi di euro sono tanti. Per dire, 43 miliardi di euro sono più del doppio di una Finanziaria di Governo. Insomma sono davvero tanti.
Con una cifra del genere un Paese ci può fare un bel po' di cose, risolvere un bel po' di magagne, tirare un bel sospirone di sollievo.
In Italia si è registrato questo ''problema x''? Niente paura ci sono 43 miliardi di euro che possiamo spendere!
Un terremoto del tot grado della scala Richter ha causato un numero x,y di danni? Presto sarà tutto risolto, abbiamo ben 43 miliardi di euro da poter impiegare.

E' bene sapere che i sopracitati 43 miliardi di euro, un Paese come l'Italia, ogni anno li spreca alla faccia del problema ''x'', del disagio ''x,y'' e del debito ''z'', e li spreca in modi e maniere da far rizzare i capelli in testa.
Facciamo degli esempi...
In Sicilia, c'è un'autostrada che per decenni è stata chiamata la ''grande incompiuta'' (la Palermo-Messina), dopo tanti e tanti anni, e tanti e tanti soldi, qualcuno ha detto che finalmente l'autostrada Palermo-Messina sarebbe stata conclusa. Funziona la sola tratta d'andata, ma non quella di ritorno. Sempre in Sicilia, nel comune di Priolo Gargallo (11 mila abitanti), in provincia di Siracusa, si è riuscito a realizzare in pochi anni 4 importanti opere, dal centro anziani all'asilo nido. Non sono stati mai utilizzati gettando al vento 4 milioni di euro.
Il Veneto è una regione che fa pagare il ticket sulle ricette ai suoi cittadini, ma poi rimborsa integralmente la spesa a quelli fra loro che usano il Viagra.
In Campania, alla faccia di tutti i problemi del Meridione, la Regione ha finanziato con i fondi Ue un corso per veline. Sì, avete letto bene, in Campania esiste un corso regionale per diventare velina: 600 ore di lezione, 420 di pratica il resto teoria. Fra le lezioni c'è pure quella che insegna a stare con i calciatori?
La città di Prato, poi, ha deciso di spendere 60 mila euro per proteggere e tutelare i pipistrelli.

Questi sono solo alcuni casi che fanno parte di una lista che la Confesercenti ha deciso di stilare, selezionandone cento.
Un rapporto - assicura Confesercenti - ''parziale e impressionante'' dei tanti investimenti inutili: tenendo in considerazione solo i casi accertati infatti, lo studio ha conteggiato sprechi per 43,6 miliardi di euro in un anno.
Si chiama ''2005: lo spreco continua'', ed è questo il terzo dossier della Confesercenti sulla spesa pubblica.
''E' la punta di un iceberg la cui parte più visibile è rappresentata da acquedotti costati centinaia di milioni di euro o da dighe vuote'' ha detto Marco Venturi, presidente della Confesercenti. ''E il terzo rapporto che facciamo, ma non vediamo segni di diminuzione del fenomeno, che anzi rappresenta una importante fonte di finanziamento per la criminalità organizzata''.

Nella lista in questione un posto di tutto rilievo è occupato dal settore ''opere pubbliche''. Fra i casi eclatanti l'invaso idrico Pappadai, provincia di Taranto, che prevedeva la realizzazione di una condotta parallela a quella già esistente, costata 150 milioni, e che non ha mai visto una goccia d'acqua, o la diga di Metramo: un progetto degli anni '60, realizzato passando attraverso 76 aumenti di prezzo (da 15 miliardi di lire si è arrivati a 819) e ora fermo: nessuno a pensato alle condutture.
O i 5 miliardi spesi per realizzare 134 ospedali ''fantasma'', spesso neppur iniziati.
Ma ampia è anche la lista degli sprechi di natura burocratica (per lo Stato 680 milioni in consulenze esterne solo nel 2003) o quelli dovuti alla fantasia dei comuni: Treviso ha speso 500 mila euro per costruire un tempio della cremazione; a Enna la spesa destinata a sostenere la Settimana Santa nel 2004 ha superato del 305% gli stanziamenti di bilancio; o i 396 mila euro stanziati dal comune di Vicenza per la squadra di calcio locale.

Ma anche Palazzo Chigi non scherza: per esempio ha stanziato 6 milioni di euro per "sondare" i cittadini sulla sua politica economica.
La Camera dei deputati spende ogni anno 28 milioni di euro per il funzionamento dei gruppi parlamentari, oltre a 31 milioni per portaborse e segretari. In tutto, quasi 60 milioni di euro per 750 dipendenti, vale a dire circa 80 mila di euro a testa.  
E ancora: sul fronte del contrasto all'evasione la Corte dei Conti ha sottolineato che, nel '98, furono investiti 2.402 miliardi di vecchie lire. Risultato: un introito di 2.498 miliardi. A fronte dei 96 miliardi d'incasso, nota la magistratura contabile, bisogna però calcolare le centinaia di miliardi spese dai cittadini per difendersi dalle migliaia di giudizi sbagliati.

E da anni che la Confesercenti ripropone le sue analisi e denunce. Così è stato dal 1996, cioè da quando Confesercenti promosse la prima ricerca ''Cento casi di spreco nella spesa pubblica'', nella quale con semplicità e talvolta con ironia si evidenziavano i perversi meccanismi di crescita esponenziale della spesa a carico dei contribuenti.
Quella ricerca del '96 indusse il legislatore a intervenire su alcuni casi per moralizzare l'uso del pubblico denaro. Gli esempi più clamorosi ed eclatanti riguardavano la spesa per infrastrutture, a partire da quelle che dovevano assicurare l'acqua alle regioni meridionali, l'acquisto di beni e servizi, le spese telefoniche dei Ministeri, gli sprechi delle nostre ambasciate. Su alcuni di questi sprechi, i governi sono intervenuti negli anni successivi con qualche risultato positivo. E' stata inoltre costituita la CONSIP, un'agenzia statale che tra varie vicende ha consentito qualche risparmio, ma che ha discriminato le Piccole e Medie Imprese, con gravi conseguenze sul sistema produttivo italiano dove esse sono prevalenti.

La lotta allo spreco è entrata a pieno titolo in questi anni nei programmi degli schieramenti politici, ma resta ancora una strada tutta da percorrere.


- 2005: lo spreco continua... (il dossier)

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18 aprile 2005
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