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2009: Odissea tra i rifiuti?

La capienza delle discariche siciliane è ormai arrivata al limite così come la paura che scoppi l'emergenza

27 dicembre 2008

A gennaio dell'anno che sta per finire, mentre la Campania affogava sotto i rifiuti, la Sicilia fu una delle Regioni che accettò di ricevere un "carico" di rifiuti partenopei in virtù sia della solidarietà nazionale, sia (e diciamo pure, particolarmente) perché l'allora premier Romano Prodi aveva assicurato che il governo avrebbe sbloccato gli stanziamenti per la costruzione degli inceneritori nell'Isola. "Anche a nome del ministro Pecoraro Scanio vi posso assicurare che il problema degli stanziamenti per i valorizzatori in Sicilia si sbloccherà", disse Prodi durante una riunione con i presidenti delle regioni convocata per affrontare l'emergenza campana.
Insomma, la Sicilia si sarebbe fatta carico di una parte di rifiuti della Campania in previsione della risoluzione di quella che già allora veniva chiamata "prossima emergenza rifiuti siciliana".
Sì, perché, già da un bel po' di tempo,  in Sicilia si tema l'esplosione di un'emergenza simile a quella che ha interessato la regione campana. Anzi, come ebbe a dire un tecnico della Regione: "l'emergenza rifiuti in Sicilia è un orologio con un ticchettio sempre più inquietante". La mancanza di termovalorizzatori ha fatto si che in Sicilia i rifiuti si spostassero solo ed esclusivamente nelle discariche, e le capienza di queste prevede la saturazione entro la fine del 2008. Quindi... tempo scaduto. [Leggi: "RIFIUTI!" (Guidasicilia.it, 11/01/08)]


LA TEMUTA EMERGENZA RIFIUTI SICILIANA
di Massimo Lorello (Repubblica/Palermo.it, 18 dicembre 2008)

L'incubo che Palermo diventi come Napoli si nasconde nell'ultima Finanziaria del governo Prodi. Dal 1° gennaio i rifiuti umidi destinati alle discariche non dovranno superare la media di 173 chilogrammi annui per ogni cittadino. A Palermo si viaggia alla media di 230 chilogrammi.
Significa che con l'arrivo dell'anno nuovo il capoluogo accumulerà ogni giorno 117 tonnellate di rifiuti urbani biodegradabili senza poterli smaltire. Un allarme che è caduto come un macigno dentro gli uffici dell'assessorato regionale all'Ambiente dove si cercano possibili vie d'uscita.
In tre mesi Bellolampo potrebbe chiudere i battenti e non ricevere più i rifiuti di Palermo.
L'unica soluzione che al momento è stata presa in considerazione consiste nella richiesta di una deroga. Ma la norma è già stata rinviata: lo stesso governo Prodi l'aveva posticipata di un anno stabilendone l'avvio, appunto, dal 2009 per dare il tempo di adeguarsi a chi non era in regola. In ogni caso sarà necessaria una modifica di legge. Ci vorrà comunque del tempo, e potrebbe essere troppo perché Palermo non rischi di accumulare rifiuti su rifiuti e di precipitare nell'emergenza.

E' questo l'ennesimo effetto - e al momento anche il più preoccupante - della fallimentare raccolta differenziata promossa in città dall'Amia e dal Comune, suo azionista. Il gestore dell'Ambito territoriale ottimale, cioè Palermo ambiente, che avrebbe dovuto coordinare il servizio, è in liquidazione.
Nei giorni scorsi all'Amia è arrivata una multa da 19 milioni di euro proprio perché non è partita adeguatamente la raccolta differenziata e perché troppi rifiuti riciclabili finiscono sistematicamente in discarica. La legge regionale prevedeva per Palermo che entro il 2007 si arrivasse al 35 per cento di rifiuti differenziati. E invece siamo fermi al 4,2 anche se l'azienda di via La Malfa sostiene di essere arrivata al 12. A spedire la maximulta, contro la quale l'Amia è ricorsa al Tar, è stata l'Agenzia regionale dei rifiuti, che però nei giorni scorsi è stata abolita dal Parlamento siciliano e chiuderà alla fine del prossimo anno.
A Palermo, poi, bisogna aumentare la capienza della discarica di Bellolampo. La quarta vasca va ampliata e va autorizzata la realizzazione della quinta, che in realtà sarebbe dovuta servire esclusivamente a contenere le ceneri del termovalorizzatore che non c'è. Del termovalorizzatore che, assieme a una raccolta differenziata capillare e puntuale, avrebbe dovuto eliminare il problema dello smaltimento non si hanno più notizie. Annullato per irregolarità procedurali il precedente appalto, si attende che venga pubblicato un nuovo bando. Ma finora ogni data annunciata è stata sistematicamente disattesa.

Situazione analoga, dato che l'iter era il medesimo, pure per gli altri tre inceneritori siciliani da realizzare a Casteltermini, Augusta e Paternò. Anche nelle altre province, dunque, i rifiuti dovranno essere smaltiti in discarica. All'assessorato al Territorio sono arrivate 44 richieste per ampliare gli impianti e per riaprire quelli chiusi.
La Sicilia ogni anno produce 2,6 milioni di rifiuti: considerato il modestissimo filtro garantito dalla raccolta differenziata, in discarica ne arrivano 2,4 milioni. La capienza stimata è di 3,4 milioni. Significa che lo spazio si esaurirà in un anno e mezzo.

[Nella foto la discarica palermitana di "Bellolampo" (www.artmomo.com)]

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27 dicembre 2008
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