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25 mila case fantasma e centinaia a rischio crollo...

Palermo e il suo vergognoso primato europeo sull'abuso edilizio

15 novembre 2013

Dodici anni fa furono censite dalla Regione siciliana le costruzioni realizzate senza autorizzazione edilizia nell’area a Nord di Palermo, fra Punta Raisi e Poggio Ridente. Fu una scoperta sconvolgente: ben 25 mila le case erano sprovviste di regolare licenza edilizia. Tutte abusive.
La Regione ordinò un’altra indagine. I catoi di Palermo, così li ha definiti l’urbanista incaricato del piano regolatore, Cervellati, stavano in piedi per scommessa. Risultato da incubo: migliaia di palermitani abitavano 700 case a rischio, ubicate prevalentemente nella zona del fiume Oreto. Le case sarebbero potute venire giù in qualunque momento.

Da allora, anni 2000-2002, il patrimonio edilizio illegale, o pericoloso per l’incolumità degli abitanti, è rimasto com’era. La 25 mila case abusive ci sono ancora e sono rimaste tali e quali, in una sorta di limbo. Case-fantasma. Come se non esistessero. Alcuni dei catoi a rischio invece sono crollati, provocando in qualche caso morti e feriti.
Solo pochi mesi fa, dopo alcuni crolli, sgomberi forzosi e un energico intervento della Procura della Repubblica, l’amministrazione comunale di Palermo ha istituito un servizio di controllo dell’abusivismo edilizio e imposto l’evacuazione degli immobili maggiormente a rischio.
In considerazione dei dati del censimento, Palermo può fregiarsi del titolo di città dell’abuso edilizio. Solo l’area a valle del Vesuvio, nel napoletano, potrebbe insidiare questo poco commendevole primato.

Ma come si è arrivati a tanto? L’assenza di piano regolatore, anzitutto. E l’assenza assoluta di vigilanza. Non è tutto, tuttavia: l’abuso a Nord di Palermo si è compiuto in una sola notte, con l’approvazione di ben otto lottizzazioni, che non hanno ottenuto il nulla osta delle autorità urbanistiche regionali. E qui si è verificato il corto circuito. L’approvazione non avrebbe dovuto essere data e le case non avrebbero dovuto essere costruite.
L’assenza del piano regolatore non può giustificare tutti. Rimase nel cassetto per molti anni fino a che la Regione non inviò un commissario ad acta. Il funzionario approvò il piano, stralciando l’area "incriminata", in cui insistevano le lottizzazioni abusive. E su quest’aria venne mantenuto il divieto assoluto di costruzione fino all’adozione di una pianificazione urbanistica.
Le misure di salvaguardia adottate dal comune di Palermo, in scadenza, furono prolungate di altri due anni per evitare che in assenza di norme e senza piano regolatore ottenessero il lasciapassare ben 40 mila concessioni edilizie in dirittura di arrivo grazie alla sollecitudine dell’amministrazione Ciancimino. Il sacco edilizio, insomma, fu evitato per il rotto della cuffia. Ora è rimasta la Palermo fantasma: 25 mila case che non esistono e sotto gli occhi di tutti. [SiciliaInformazioni.com]

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15 novembre 2013
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