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25 suicidi dall'inizio del 2008

France Telecom: un altro dipendente si è tolto la vita a causa del ''clima di terrore'' che si respira in azienda

16 ottobre 2009

Ancora un suicidio, il 25mo dall'inizio del 2008, tra i dipendenti di France Telecom. La radio France Info ha riferito che un ingegnere 48enne della società di telecomunicazioni francese si è tolto la vita impiccandosi nella sua abitazione nella città settentrionale di Lannion. L'uomo era in permesso per malattia, secondo quanto gli era stato ordinato dal medico della società.
Il 5 ottobre scorso, in seguito all'ondata di suicidi fra i dipendenti, si era dimesso il numero due di France Telecom, Louis Pierre Wenes, sostituito, con effetto immediato, da Stephane Richard, ex capo di gabinetto del ministro dell'economia Christine Lagarde e considerato vicino al presidente Nicolas Sarkozy.
Wenes, 60 anni, era arrivato a France Telecom nel dicembre del 2002 come direttore degli acquisti e per il miglioramento della performance. Nel 2005 era diventato supervisore del piano di modernizzazione "Next" e nel 2006 era stato incaricato delle operazioni in Francia e la trasformazione dell'ex gruppo pubblico, privatizzato nel 1998. Da febbraio Wenes era anche direttore generale aggiunto.

La sua sostituzione era arrivata dopo un crescendo di proteste dell'opposizione e del sindacato per l'ondata dei suicidi fra i dipendenti. L'ultimo a togliersi la vita era stato, il 28 settembre scorso, il 51enne Jean Paul Rouanet, che si era buttato da un ponte poco dopo essere stato trasferito a lavorare nel call center dell'azienda. Il nuovo suicidio aveva provocato un'ondata di scioperi selvaggi negli uffici di France Telecom e rafforzato le richieste di dimissioni del direttore generale Didier Lombard e di Wenes, considerato responsabile del "clima di terrore" fra i dipendenti.

All'attenzione della mia famiglia. E dei miei colleghi di lavoro. Diffondere questa lettera ai miei colleghi e ai delegati del personale
"Mi suicido a causa del lavoro a France Telecom. È la sola causa. Urgenza permanente, sovraccarico di lavoro, assenza di formazione, disorganizzazione totale dell'impresa. Management attraverso il terrore! Tutto ciò mi ha totalmente disorientato e perturbato. Sono diventato un relitto, meglio finirla. In più, recentemente mi hanno attribuito un aumento di salario più importante di quello degli altri e, essendo molto maldestro, l'ho comunicato ai miei colleghi. Molte persone me l'hanno rimproverato. (Parecchi non avevano avuto nessun aumento, e non lo sapevo). Ma io non l'avevo chiesto questo aumento. Ecco un'altra conseguenza dell'individualizzazione dei salari. Tutto ciò crea un brutto ambiente. È ciò che vuole il management. D'altronde, essendo negli ultimi giorni in uno stato penoso, ho commesso molti altri errori di goffaggine che possono essere stati mal interpretati. E mi sono messo io stesso in una brutta situazione, in una trappola. Ma alla base, insisto, è il lavoro che ha provocato tutto ciò e quindi France Telecom è responsabile del mio suicidio. Michel Deparis PS: lo so che molte persone diranno che ci sono altre cause (sono solo, non sposato, senza figli, etc.). Ma no, con tutto questo me la sono sempre cavata bene. È proprio il lavoro l'unica causa. Michel Deparis"
(Lettera pubblicata da l'Unità il 2 ottobre 2009)

L’anonimo Michel, suicida «per colpa di France Telecom» (di Luca Sebastiani, l'Unità) - Quella di Michel Deparis non era certo una storia destinata ad attirare l’attenzione del mondo. La sua biografia si confondeva agevolmente con quella degli altri centomila dipendenti di France Telecom. La cinquantina passata, come parecchi suoi colleghi anche Michel era entrato nell’azienda ai tempi del monopolio pubblico, quando varcare la soglia di FT era un punto d’orgoglio e una sicurezza del futuro. Era entrato come tecnico, e ora nell’organigramma figurava come esperto di reti mobili. Anche lui, infatti, come gli altri aveva vissuto i grandi cambiamenti arrivati insieme alla privatizzazione (1997) e alla quotazione in borsa, a internet, ai cellulari e alla convergenza multimediale. Ma Michel in più degli altri aveva la particolarità d’essere un maratoneta, uno avvezzo alla resistenza, al dolore dei crampi. Poi però qualcosa dev’essere successo e il suo destino ha preso una piega inaspettata. A Marsiglia Michel viveva da solo, non aveva figli e forse nessuno ora è in grado di raccontare questa intima curvatura che piano piano l’ha portato via. Però una cosa è certa, perché Michel ci ha tenuto a farla sapere: se la notte tra il 13 e il 14 luglio di quest’anno si è suicidato - ha scritto in una lettera - la colpa è di France Telecom. Non del lavoro in sé, che non l’ha mai spaventato, ma dei nuovi capitani, che hanno piegato l’azienda ad un’esclusiva logica finanziaria.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Dpa, l'Unità]

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16 ottobre 2009
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