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3 milioni di SI contro gli OGM

Si è conclusa la Consultazione nazionale indetta dalla ''Coalizione Italia Europa - Liberi da Ogm''

14 novembre 2007

Granturco capace di crescere in terreni dove prima sarebbe stato inimmaginabile pensare qualsiasi tipo di coltura; pomodori contenenti principi medicamentosi in grado di curare questa o quella malattia; limoni così pieni di succo da riempire una bottiglia da un litro con un solo frutto... Realtà e fantasie degli organismi geneticamente modificati, da una parte visti come la vera grande rivoluzione contemporanea, in grado di cambiare le sorti dell'intero globo terracqueo, dall'altra percepiti come sperimentazione selvaggia e pericolosa che contiene un numero tale di rischi adatto a compromettere irreversibilmente le sorti del pianeta e dei suoi abitanti.
Volere o meno che nei propri territori si sviluppino colture ogm non può essere decisione presa dall'alto senza che si consultino i diretti interessati. Così come volere o meno che i prodotti transgenici coltivati e raccolti nei Paesi che li hanno accettati, abbiano la possibilità di essere venduti in quegli altri Paesi che hanno deciso di non volerli...
Per questo è nata una delle coalizioni più vaste create nel nostro Paese, ma che al contrario di quella che governa oggi l'Italia, è ed è sempre stata compatta ed unitaria.

La ''Coalizione Italia Europa - Liberi da Ogm'', grande schieramento costituito dalle maggiori organizzazioni degli agricoltori, del commercio, della moderna distribuzione, dell'artigianato, della piccola e media impresa, dei consumatori, dell'ambientalismo, della scienza, della cultura, della cooperazione internazionale, delle autonomie locali, è riuscita ha coronare la sua prima iniziativa: coinvolgere il maggior numero di persone in una Consultazione nazionale sul tema ''Vuoi che l'agroalimentare, il cibo e la sua genuinità, siano il cuore dello sviluppo, fatto di persone e territori, salute e qualità, sostenibile e innovativo, fondato sulla biodiversità, libero da OGM?''.
Ebbene, oggi 14 novembre 2007, alla vigilia della fine del periodo della Consulta (iniziata il 15 settembre scorso), la Coalizione ha annunciato di aver raccolto oltre tre milioni di ''voti'' contro gli Ogm. ''Sono stati 3.086.524 i voti raccolti, di cui 3.068.958 ''SI'' (99,43%) e 17.566 ''NO'' (0,57%)'', dice un comunicato diffuso da ''Italia Europa - Liberi da Ogm''. Per gli organizzatori, che fin dall'inizio avevano annunciato di puntare a tre milioni di voti, si è trattato di ''un'esperienza di democrazia partecipata e di ricoesione sociale assolutamente inedita nel nostro Paese, che ha coinvolto 32 organizzazioni e milioni di cittadini in oltre 2mila eventi in tutta Italia''.

La campagna, costata intorno al mezzo milione di euro e finanziata interamente da fondi privati, ha raccolto la gran parte dei voti nel Nord Italia, col 52%, rispetto al 28% del Centro e al 20% del Sud Italia. Oltre mezzo milione di voti sono stati espressi via Internet.
Uno dei principali animatori della consulta nazionale, Mario Capanna, ex parlamentare di Dp e ora alla guida della Fondazione per i diritti genetici, giudica ''straordinario'' il risultato raggiunto perché frutto ''di un referendum propositivo in cui abbiamo chiesto ai cittadini di esprimere una preferenza e metterci la faccia''. Ma se il primo successo rivendicato dalla campagna è quello ottenuto sull'opinione pubblica, gli organizzatori sono convinti di aver smosso anche le acque della politica.
Infatti, ora la coalizione anti-Ogm spera di ''chiudere completamente l'Italia'' agli organismi geneticamente modificati, ma anche di incalzare la Commissione europea a rivedere la sua posizione sul ''cibo-frankenstein'', come qualcuno chiama con disprezzo gli alimenti modificati per via genetica. Le posizioni della Coalizione, ha ricordato ancora Capanna, ''hanno investito il governo e il parlamento'', visto che ''abbiamo varcato le Alpi verso la Commissione Ue'', spingendo l'Italia a stringere un alleanza con la Francia sul comune rifiuto degli ogm.

Prima ancora che Bruxelles, a prendere atto del risultato della campagna, non senza un certo allarme, è stata la comunità scientifica italiana, che ieri stesso ha convocato una conferenza stampa per denunciare sul tema degli ogm la mancanza di un'informazione corretta e documentata. La Società Italiana di Genetica Agraria (SIGA) e la Società Italiana di Tossicologia (SITOX), raccogliendo l'adesione di scienziati illustri come Edoardo Boncinelli, Silvio Garattini e Piergiorgio Odifreddi, hanno ribadito che ''non può esserci democrazia partecipativa senza una corretta informazione'' e ''sugli ogm è ora di iniziare ad ascoltare la voce della scienza''.
''Quanti italiani - hanno sottolineato ancora gli organizzatori - sanno, ad esempio, che a causa delle nostre condizioni climatiche metà del mais italiano ha un contenuto di tossine fungine cancerogene e teratogene superiore alla soglia consentita dalla normativa europea? E che il mais ogm già coltivato in Spagna, Francia e Germania, ma non in Italia, consente di ridurre drasticamente la presenza di queste pericolose sostanze, dette fumonisine?''. Dati, hanno lamentato ancora gli scienziati, ''che non hanno mai raggiunto l'opinione pubblica e in qualche caso sono stati oggetto di una sorta di cover-up tanto da meritare un'interrogazione parlamentare''.
I ricercatori hanno contestato anche i risultati della campagna anti-ogm, richiamando l'attenzione sull'enorme mole di evidenze scientifiche rassicuranti accumulate in due decenni di sperimentazioni e dieci di commercializzazione dei prodotti da essi derivati. ''Quanto può valere - si sono chiesti - una consultazione popolare basata su un quesito tendenzioso, eseguita con modalità come gli sms che non consentono alcuna forma di controllo, per di più accompagnata da una campagna di disinformazione che distorce i dati scientifici per far apparire gli ogm inutili e dannosi mentre ne occulta i vantaggi sanitari, ambientali ed economici?''.

''IL GOVERNO MENTI' UGLI OGM''
di Vanni Cornero (La Stampa, 14 novembre 2007)

Sul mais Ogm questa volta lo scontro si tinge di giallo. Ieri il coordinamento ''Sagri'', costituito da ricercatori e associazioni favorevoli alle biotecnologie agrarie, in una conferenza stampa a Roma ha denunciato l'insabbiamento dei risultati di uno studio sul mais geneticamente modificato condotto in Italia.
«Questa ricerca - afferma il ''Sagri'' - era stata commissionata nel 2005 dall'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) del ministero per le Politiche Agricole a un docente dell'Università di Milano, Tommaso Maggiore. Il professor Maggiore era tenuto per contratto a non divulgare i dati, mentre l'Inran ha omesso dalle proprie comunicazioni una parte rilevante dei risultati, nonostante fossero stati ottenuti con fondi pubblici e avessero evidenti ricadute per le politiche a tutela della salute dei consumatori». Un'accusa confermata dallo stesso Maggiore a Gilberto Corbellini, professore di Storia della Medicina all'Università La Sapienza: «Anche in Italia abbiamo da tempo le prove che il mais Ogm ha una resa maggiore ed è più sicuro per la salute - ha rivelato Maggiore al collega - ma queste prove, comprese quelle che ho raccolto personalmente, sono state nascoste».

Sempre secondo le accuse del «Sagri» lo studio, condotto per conto dell'Inran, ha rinvenuto nel mais convenzionale un contenuto allarmante di fumonisine, superiore alle soglie consentite dalla normativa europea. Questo valore si è dimostrato 100 volte più alto di quello del mais Ogm (il mais Bt) resistente alla piralide (il peggior parassita del granturco) e coltivato nello stesso campo sperimentale. Le fumonisine sono sostanze cancerogene e teratogene, prodotte dal fungo Fusarium, che prolifera in presenza della piralide. Il parassita e le tossine che si accumulano in sua presenza rappresentano un problema cronico per la maiscoltura italiana. E nelle conclusioni del coordinamento si stima che metà del mais italiano contenga livelli di fumonisine superiori al tetto fissato dal regolamento 1126/2007 e quindi vada considerato fuorilegge per il consumo umano.
La linea degli scienziati del coordinamento ''Sagri'' si può riassumere così: il mais Bt (ovvero geneticamente modificato) dà una resa maggiore e, facendo un calcolo sommario in base al prezzo di mercato del 2005, si può stimare che, coltivandolo al posto di quello convenzionale, gli agricoltori italiani avrebbero ricavato già due anni fa un miliardo di euro in più. Inoltre è più sicuro per la salute.
Di conseguenza per il ''Sagri'' è assurdo che si continui a discutere dei rischi teorici degli Ogm, mentre si nascondono i rischi reali dei prodotti convenzionali a cui l'ingegneria genetica consentirebbe di rimediare. «E' inoltre gravissimo - sottolineano al coordinamento - che il legislatore e i consumatori siano stati tenuti all'oscuro di informazioni utili per proteggere la salute degli Italiani».

Fin qui le accuse, ma in serata è giunta una smentita alle affermazioni del ''Sagri'' dal presidente dell'Inran, Carlo Cannella. «Nessuno ha svolto indagini per conto nostro sulle microtossine, se non il Laboratorio deputato dell'Istituto Superiore della Sanità - ha precisato -. Inoltre nessuno ha mai voluto occultare nulla. Le ricerche sulla presenza di microtossine nel mais hanno rilevato solo in un caso su 100 una presenza sopra i limiti che comunque era nell’ordine del 20% e non 100 volte superiore. Non si è ritenuto di comunicare l'unico dato riscontrato oltre la norma sui numerosi campioni, in quanto, appunto, isolato e non attendibile. Un solo dato anomalo non significa che tutta la produzione italiana di mais sia inquinata. E per la cronaca - conclude il presidente dell'Inran - nelle analisi svolte dal laboratorio dell'Iss risultava che anche i campioni di mais Ogm non erano esenti da microtossine».


Le organizzazioni che fanno parte della ''Coalizione ItaliaEuropa - Liberi da Ogm''
ACLI, ADICONSUM, ADOC, ADUSBEF, AGCI Agrital, AIAB, ALPA, ASSOCAP, AVIS, CIA, CIC, CITTA’ DEL VINO, CNA, CODACONS, COLDIRETTI, CONFARTIGIANATO, CONSORZIO DEL PARMIGIANO REGGIANO, COOP, COPAGRI, FEDAGRI, FEDERCONSUMATORI, FOCSIV, FONDAZIONE DIRITTI GENETICI, GREENPEACE, LEGACOOP AGROALIMENTARE , LEGAMBIENTE, LIBERA, RES TIPICA, SLOW FOOD, UNCI, VAS, WWF.

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14 novembre 2007
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