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30 lutti dall'Afghanistan

Il tenente Alessandro Romani è morto ieri in uno scontro a fuoco nella provicia di Farah

18 settembre 2010

E' a Herat la salma del tenente Alessandro Romani, morto ieri in uno scontro a fuoco durante un'operazione nella provincia di Farah, in Afghanistan. Nel pomeriggio verrà allestita la camera ardente a Camp Arena, la base multinazionale di Herat.  In tarda serata, poi, la salma inizierà il viaggio verso l'Italia, trasportata a bordo di un C-130 dell'Aeronautica Militare. L'arrivo a Roma è previsto per domani mattina.
Restano stabili intanto le condizioni del militare italiano della Task Force 45 rimasto ferito ieri nello scontro a fuoco. Nelle ultime ore il militare è stato trasferito nell'ospedale americano Role 3 della base operativa avanzata Camp Dweyer, nella provincia di Helmand.

Il tenente Alessandro Romani era stato sottoposto ad un'operazione chirurgica nell'ospedale statunitense 'Role 2' di Farah. Nel corso del conflitto a fuoco era stato raggiunto da un proiettile all'altezza della spalla.
I due incursori italiani erano stato raggiunti da colpi d'arma da fuoco nel distretto di Bakwa, durante una sparatoria con gli insorti. L'operazione alla quale stavano prendendo parte era mirata alla cattura di quattro insorti avvistati da un velivolo senza pilota dell'Aeronautica militare mentre posizionavano un ordigno lungo la strada che collega Farah a Delaram. I quattro si erano spostati in un'abitazione verso la quale si stavano dirigendo un elicottero da trasporto CH47 con a bordo gli elementi delle forze speciali, scortato da due elicotteri Mangusta.
Il Maggiore Mario Renna, portavoce del Comandante del Regional Command West di Isaf, ha spiegato che la dinamica dell'accaduto "è in fase di ricostruzione, mentre le famiglie dei due militari sono state subito avvisate".
Proprio ieri mattina, presso il Quartier Generale Isaf di Kabul, alla presenza del generale Claudio Mora, Deputy Chief of Staff Stability Isaf, nonché Italian Senior National Representative in Afghanistan, si è svolta la commemorazione del primo anniversario dell'attentato del 17 settembre 2009, nel quale persero la vita 6 militari italiani appartenenti alla Brigata Paracadutisti Folgore.

Il ferimento dei due militari è avvenuto a 24 ore dalle elezioni parlamentari che si stanno svolgendo oggi in Afghanistan, tra tensioni e attentati
Dopo la giornata di attacchi e violenze di ieri, dopo il terremoto di magnitudo 6,3 che nella notte ha colpito l'Afghanistan settentrionale, un razzo lanciato dagli insorti ha colpito la zona tra l'ambasciata statunitense, il quartier generale della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) di Kabul, senza provocare vittime né danni. E una bomba è esplosa sempre nella capitale, causando almeno un ferito. Alcuni razzi sono stati lanciati contro una base della Nato a Jalalabad, nell'est del Paese. Nella notte tre razzi sono stati lanciati contro un seggio di un villaggio nel distretto di Herat. L'attacco non ha provocato vittime. I Talebani, riferiscono i media locali, sono riusciti a bloccare l'apertura di almeno due seggi nel distretto di Surkh Rud, nella provincia orientale di Nangarhar. Sinora almeno 24 persone, tra le quali 4 candidati al voto, sono morte nelle violenze collegate al voto, che i Talebani hanno minacciato di voler boicottare. Diciotto persone dello staff del processo elettorale e un candidato sono stati rapiti nelle ultime ore.
I militari italiani sono impegnati nella distribuzione delle schede. Gli elettori dei distretti remoti di Gulistan e Por Chaman, nella provincia di Farah, possono votare proprio grazie alla missione compiuta ieri da un CH 47 dell'aviazione dell'esercito scortato da due mangusta. I militari italiani hanno trasportato migliaia di schede ai seggi situati nei distretti montuosi dove, dal primo settembre, è schierata la task force south east italiana.

Dall'inizio della missione nel 2004 sono morti 30 militari italiani - Con la morte dell'incursore Alessandro Romani, ucciso ieri mattina nella provincia di Farah, sale a trenta il numero dei militari italiani morti in Afghanistan dall'inizio della missione Isaf nel 2004. Di questi, la maggioranza è rimasta vittima di attentati e scontri a fuoco, altri invece sono morti in incidenti, alcuni per malore e uno si è suicidato. Gli ultimi due sono stati gli anni più cruenti per gli italiani: già otto le vittime in questo 2010, furono nove nel 2009.

Il 28 luglio perdono la vita a una ventina chilometri da Herat, a seguito dell'esplosione di un ordigno rudimentale, il primo maresciallo Mauro Gigli e il caporal maggiore Pierdavide De Cillis.
Il 25 luglio muore, forse suicida, un militare italiano. Si sarebbe sparato un colpo di arma da fuoco all'interno del suo ufficio, a Kabul. Sull'episodio indagano i carabinieri della polizia militare.
Il 23 giugno muore a Shindand, nell'ovest dell'Afghanistan, il caporal maggiore scelto Francesco Saverio Positano. Ha perso l'equilibrio ed è caduto da un mezzo blindato, riportando un forte trauma cranico. Apparteneva al 32esimo reggimento genio, della brigata alpina taurinense.
Il 17 maggio un veicolo blindato salta in aria per l'esplosione di un ordigno nella provincia di Herat. Muoiono il sergente Massimiliano Ramadù, 33 anni, e il caporal maggiore Luigi Pascazio, 25 anni. Le vittime appartenevano al 32esimo reggimento genio della brigata taurinense.
Il 26 febbaio viene ucciso Pietro Antonio Colazzo, un funzionario della Aise, l'agenzia di informazione e sicurezza esterna, nel corso di un attentato suicida compiuto dai talebani a Kabul contro due 'guest house'.
Il 15 ottobre 2009 il caporal maggiore Rosario Ponziano del quarto reggimento alpini paracadutisti muore in un incidente stradale avvenuto sulla strada che collega Herat e Shindad.
Il 17 settembre 2009 sei militari muoiono in un attentato suicida a Kabul, rivendicato dai talebani. Le vittime, del 186esimo reggimento paracadutisti folgore di stanza nella capitale, sono il tenente Antonio Fortunato, il primo caporal maggiore Matteo Mureddu, il primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, il primo caporal maggiore Massimiliano Randino, il sergente maggiore Roberto Valente e il primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami.
Il 14 luglio 2009 muore in un attentato a 50 chilometri da Farah il caporal maggiore Alessandro Di Lisio, 25 anni. Paracadutista dell'ottavo genio guastatori della Folgore, faceva parte di un team specializzato nella bonifica delle strade.
Il 15 gennaio 2009 muore per arresto cardiocircolatorio Arnaldo Forcucci, maresciallo dell'aeronautica.

Il 21 settembre 2008 muore per un malore a Herat il caporal maggiore Alessandro Caroppo, 23 anni, dell'ottavo reggimento bersaglieri di Caserta.
Il 13 febbraio 2008 muore in un attacco il maresciallo Giovanni Pezzulo, 44 anni, del Cimic Group South di Motta di Livenza. L'attentato avviene a una sessantina di chilometri da Kabul, nella valle di Uzeebin, mentre i militari italiani sono impegnati in attività di distribuzione di viveri e vestiario alla popolazione della zona. Rimane ferito il maresciallo Enrico Mercuri.
Il 24 novembre 2007 muore in un attentato suicida nei pressi di Kabul il maresciallo capo Daniele Paladini, 35 anni. Altri tre militari rimangono feriti.
Il 4 ottobre 2007 muore al Policlinico militare del Celio a Roma l'agente del Sismi Lorenzo D'Auria. Il militare era stato sequestrato il 22 settembre 2007 assieme a un altro sottufficiale del servizio di sicurezza e a un collaboratore afgano, ed era stato gravemente ferito due giorni dopo, durante un'operazione delle forze speciali 13 britanniche per cercare di liberarlo.
Il 26 settembre 2006 perdono la vita i caporal maggiori Giorgio Langella, 31 anni, e Vincenzo Cardella, in seguito all'esplosione di un ordigno lasciato lungo una strada nei pressi di Kabul. I due militari appartenevano alla 21esima compagnia del secondo reggimento alpini di Cuneo.
Il 20 settembre 2006 muore in un incidente stradale, a sud di Kabul, il caporal maggiore Giuseppe Orlando, 28 anni. Faceva parte della 22esima compagnia del secondo reggimento alpini di Cuneo.
Il 2 luglio 2006 il tenente colonnello Carlo Liguori, 41 anni, è stroncato da un attacco cardiaco a Herat.
Il 5 maggio 2006, in seguito all'esplosione di un ordigno lasciato lungo una strada nei pressi di Kabul, muoiono il tenente Manuel Fiorito, 27 anni, e il maresciallo Luca Polsinelli, 29 anni, entrambi del secondo reggimento alpini. I due soldati si trovavano a bordo di due veicoli blindati "puma", a sud-est della capitale afgana, quando sono stati investiti dall'esplosione.
L'11 ottobre 2005 muore il caporal maggiore Michele Sanfilippo, 34 anni. Sanfilippo, effettivo al quarto reggimento genio guastatori di Palermo, viene ferito con un colpo alla testa, partito accidentalmente, nella camerata del battaglione genio a Kabul. Muore poco dopo il ricovero in ospedale.
Il 3 febbraio 2005 l'ufficiale di marina Bruno Vianini perde la vita nello schianto di un aereo civile sul quale viaggiava, tra Herat e Kabul. Il capitano di fregata aveva 42 anni.
Il 3 ottobre 2004 il caporal maggiore Giovanni Bruno, 23 anni, del terzo reggimento alpini, è vittima di un incidente stradale mentre si trova a bordo di un mezzo dell'esercito nel territorio di Sorobi, a 70 chilometri da Kabul. Nell'incidente rimangono feriti altri quattro militari.

[Informazioni tratte da Adnkronos, Adnkronos/Aki, Repubblica.it]

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18 settembre 2010
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